24.06.2022 – 07:10 – Le schermaglie tra il Centro di riferimento oncologico di Aviano e l’Asfo, Azienda sanitaria Friuli Occidentale, vanno avanti da mesi, al punto che a febbraio è intervenuto persino l’Ordine dei Medici di Pordenone per chiedere che si trovasse un punto di incontro. Un conflitto che ha radici ormai lontane e riguarda principalmente l’ipotesi di accorpamento tra le due istituzioni e la competenza sul trattamento delle patologie oncologiche nella zona. Secondo una delibera regionale del 2017, al Cro di Aviano spetta la gestione delle patologie oncologiche sul territorio pordenonese, un diritto che, secondo i vertici del CRO stesso, è stato violato dalla richiesta dell’Azienda sanitaria del Friuli occidentale di realizzare in Asfo stessa una struttura complessa di oncologia medica.
Le difficoltà di coordinamento tra i due centri hanno dato il via a un dibattito, anche mediatico, che si è progressivamente inasprito, al punto da arrivare in Consiglio Regionale. È questo uno dei temi su cui è stata richiamata l’attenzione del vicegovernatore della Regione con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nel corso della seduta della III Commissione consiliare svoltasi a Trieste il 22 giugno, nella quale si chiedeva conto proprio di alcune incongruenze presenti all’interno dell’Atto aziendale di Asfo. Non c’è “nessuna contrapposizione tra il Centro di riferimento oncologico di Aviano e le altre strutture già presenti sul territorio” ha affermato Riccardi. “Lo strumento di programmazione non prevede alcuna struttura in opposizione al Cro di Aviano. Al contrario, l’integrazione viene evidenziata sia con la costituzione del Dipartimento interaziendale funzionale di Medicina trasfusionale sia dando al dipartimento di Direzione della rete ospedaliera la programmazione e la realizzazione del raccordo operativo con il Centro di riferimento oncologico di Aviano e le altre strutture ospedaliere regionali hub di primo e secondo livello. Inoltre, la richiesta portata avanti da dirigenti di secondo livello di Asfo è quella di mantenere presso l’ospedale di Pordenone una funzione di oncologia ben strutturata e non di averne una a direzione Asfo”.
Il secondo punto toccato da Riccardi riguarda la mancanza di una struttura di gestione dei pazienti con disagio psicologico dovuto al Covid. Secondo quanto affermato dal vicegovernatore, già esistono su questo tema percorsi specifici. Per questo motivo non si ravvisa la necessità di incrementare i posti letto residenziali sulle 24 ore nei dipartimenti di salute mentale.
Riccardi ha infine parlato della mobilità sanitaria extraregionale verso alcune strutture private convenzionate del Veneto. A tal proposito il vicegovernatore ha chiarito che questa “si concentra verso le strutture private convenzionate e in misura minore sulle strutture pubbliche del Veneto, mettendo così in luce le stesse criticità del sistema pubblico dopo 2 anni di pandemia Covid. Asfo, con i fondi messi a disposizione a livello nazionale e regionale, ha sviluppato un piano di recupero e potenziamento dell’attività per l’anno in corso, che potenzia l’offerta erogativa tramite il privato accreditato e l’acquisto di prestazioni dai propri dipendenti”.
Infine, il vicegovernatore ha evidenziato che l’Atto aziendale di Asfo decretato il primo giugno 2022 descrive solo le funzioni e la tipologia di struttura delle Casa della comunità senza indicarne la distribuzione sul territorio aziendale, atto questo che seguirà quanto previsto dalle Delibere di giunta regionale.