16.06.2022 – 07.50 – Scommettere sul turismo, ma con intelligenza: dirottando le grandi masse di vacanzieri dalle coste e dai preziosi nuclei storici al sottovalutato entroterra: è stato l’obiettivo proposto tanto per l’Italia quanto per la Croazia durante la Conferenza “Turismo autentico, sostenibile e digitale” organizzato dall’Ambasciata italiana a Zagabria. La tavola rotonda si proponeva di trattare il tema dell’ospitalità nei rapporti fra Italia e Croazia, entrambe nazioni il cui Pil è largamente basato sul turismo, specie per alcune regioni e città.
Le similitudini – ha osservato il coordinatore, l’Ambasciatore Pierfrancesco Sacco – sono maggiori di quanto si potrebbe immaginare. Prima della catastrofe Covid giungevano infatti in Italia 65 milioni di turisti stranieri, mentre in Croazia i dati comunicano stime intorno ai 20 milioni. “I numeri della Croazia sono impressionanti se rapportati alla popolazione, il che la pone fra le superpotenze turistiche” ha osservato Sacco.
La pura quantità pone però problemi comuni tanto alle città turistiche italiane quanto alla costa croata: “Molte città italiane vengono inondate da una marea di turisti, un problema del quale soffre anche la costa adriatica della Croazia – ha ricordato Sacco – Allo stesso tempo però nell’entroterra e nelle campagne ci sono tantissime opportunità ancora da sfruttare, con collaborazioni con i produttori di vino e di prodotti agricoli tipici e tanto altro”.
Un giudizio per il quale si ritrova concorde Damir Krešić, direttore dell’Istituto croato per il turismo: “Dobbiamo capire qual è il limite massimo sostenibile di turisti. Oltre un certo numero di arrivi la qualità del servizio offerto non può più venir garantita e anche la qualità della vita delle persone che abitano le città ne risente. Il turismo porta infatti con sé tutta una serie di aspetti positivi, ma anche molti aspetti negativi, che spesso vengono sottovalutati. Ragusa/Dubrovnik e Venezia hanno problemi molto simili in questo ambito, in quanto il sovraffollamento di turisti impedisce ai cittadini originari del luogo di vivere le città. I prezzi degli immobili sono alle stelle, il traffico è ingestibile e risorse come acqua potabile e energia elettrica vengono spese in modo sproporzionato dai turisti rispetto ai locali”.
Quale soluzione? Valorizzare il turismo lento, di qualità e sostenibile, spostando parte della pressione turistica all’entroterra. In tal senso i progetti Interreg europei si configurano come lo strumento perfetto.
[z.s.]