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venerdì, 6 Giugno 2025

Lana: da rifiuto speciale a fertilizzante. Da oggi si può con il macchinario dell’Agrivello di Pagnacco

07.06.2022 – 13.26 – È appena stato inaugurato a Pagnacco, nella sede dell’Azienda Agraria dell’Università di Udine, il primo impianto in Italia, nel suo genere, ad essere stato autorizzato per la trasformazione della lana in materiale organico fertilizzante in pellet, il quale a pieno regime avrà la possibilità di produrne circa 30/40 Kg all’ora. L’importanza di questo nuovo macchinario creato da Chiara Spigarelli, ex dottoranda e titolare della Start Up Agrivello, risiede nella capacità di trasformare un certo tipo di lana, considerata eccessivamente grezza per essere utilizzata nell’ambito della tessitura, in un ricco alimento naturale per il terreno. Per il benessere degli ovini è necessario tosarli in primavera, ma quella che una volta era considerata una vera ricchezza per l’allevatore oggi, a causa delle sempre più esigenti richieste del mercato, è diventato un costo di smaltimento perché la lana inutilizzabile è considerata un rifiuto speciale: non può essere abbandonata nei campi perché inquina il suolo, né bruciata perché contamina l’aria. In un’ottica di economia circolare, ecco che il macchinario progettato da Agrivello è riuscito a dare agli allevatori quel supporto che mancava sia per poter mantenere sempre in salute l’animale, sia per non incidere a livello di impatto ambientale, sia per risparmiare i costi di smaltimento.

La Spigarelli ha passato anche un periodo nel Regno Unito per apprendere i metodi di tosatura e arricchire quel know how di conoscenze che le hanno permesso di dare corpo a questa idea innovativa. È un impianto unico grazie al quale, bypassando il lavaggio della lana, il materiale di scarto diventa un concime sotto forma di pellet ricco di proprietà utili per la floricultura e gli orti. Il processo avviene attraverso vari step di trasformazione che permettono al materiale di non degradarsi e di non cambiare le sue proprietà di fertilizzante da concime, caratterizzato da un dieci per cento di azoto e da una grande capacità ammendante che riesce ad arricchire il terreno. Il progetto della start Up Agrivello, sostenuto dalla Fondazione Friuli, è nato in seno ad una più ampia collaborazione sia con l’Università di Udine, sia con l’Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale. L’impianto che ha appena ricevuto l’autorizzazione ufficiale dalla Sanità, dalla prossima settimana potrà iniziare a produrre il fertilizzante su scala regionale. È destinato a tutti gli allevatori di ovini del Friuli Venezia Giulia, ubicati soprattutto nelle aree montane.

[l.f]

 

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