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domenica, 20 Aprile 2025

Carnia, riaprono i centri per anziani: esercizi cognitivi legati alla tradizione

25.05.2022 – 10.53 – Dopo due anni di disagi e di isolamento sociale provocati dalla pandemia, nei distretti della Carnia ripartano i progetti di aggregazione sociale rivolti alla terza età. In questo mese riapriranno 11 centri, in parte gestiti dai centri sociali dei Comuni e in parte da associazioni con cui fanno rete, i quali riprenderanno le loro attività a pieno regime e con regolarità da ottobre. È un traguardo importante per la socialità degli anziani nelle zone montane dopo questo lungo periodo di sospensione. Tuttavia, i centri sociali hanno gestito in modo alternativo questa mancanza affinché gli anziani non rimanessero totalmente isolati e inattivi. A raccontarlo è stata Paola Dario responsabile servizi sociali in Carnia, in un’intervista su Tgr Rai FVG. Secondo quanto riporatato, non è stato facile sostituire attività basate sulla relazione, ma attraverso il prezioso operato di numerosi volontari sono state pianificate chiamate settimanali ad ogni singolo anziano sia per sapere come stavano, sia per mantenerli informati sulla situazione coeva, ma soprattutto per fornirgli delle semplici indicazioni su come mantenersi in forma e in movimento anche in casa. Non appena è stato possibile sono stati organizzati degli incontri all’aperto con gruppi ristretti in modo da riprendere il contatto tra di essi e con i volontari.

È una riapertura importante non solo in quanto simbolo di una ripartenza post pandemica. Con questa riattivazione del servizio si ritorna a vivacizzare la vita sociale di molti anziani che si sono trovati isolati nelle valli indipendente dall’emergenza Covid. Negli anni sono diventati gli unici punti di aggregazione che hanno sostituito i piccoli bar di paese chiusi a causa del progressivo spopolamento delle montagne. La lunga storia della loro apertura di fatto ne attesta il fenomeno. Come evidenziato da Paola Dario, sono nati tra il 2006 e 2008 grazie ad un finanziamento che diede una spinta per poter aprire più centri di aggregazione possibile. Fin dall’inizio si strutturarono in modo tale che il loro funzionamento e la loro sopravvivenza non dipendesse esclusivamente dai finanziamenti o dai centri sociali, trasformandoli così in veri e propri centri di aggregazione delle Comunità. In tal senso partirono chiedendo direttamente agli anziani quelle che erano realmente le loro necessità e se realmente avrebbero voluto partecipare alla attività di questi centri. “Ne furono subito entusiasti”, ha commentato Paola Dario. Una formula che ha funzionato e continua a farlo, perché a tutt’oggi ogni centro accoglie dai 15 ai 20 anziani.

Le attività che vengono svolte sono prevalentemente indirizzate verso lo sviluppo ed il mantenimento delle capacità cognitive affinché in essi rimangano il più attive possibile. Durante una normale giornata di attività, all’interno del centro, s’inizia con una prima parte dedicata al movimento, seguita da esercizi che li aiutano ad allenare la memoria, l’attenzione ed il linguaggio. Delle metodologie utilizzate fondamentale è quella della narrazione che è stata collegata soprattutto agli aspetti culturali e storici del territorio per mantenere viva la memoria di tradizioni che rendono tutt’oggi unica la Carnia. Da un punto di vista relazionale è molto importante il momento della merenda in cui si dà spazio alla socialità in modo conviviale. Successivamente la giornata viene chiusa con giochi da tavola come le carte e la tombola, seguiti da un canto finale di canzoni tradizionali carniche ai quali gli anziani sono molto legati.

[l.f]

 

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