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sabato, 19 Aprile 2025

“FVG in Movimento”: inaugura domani “Il Cammino del confine” di Palmanova

20.05.2022 – 08.00 – “FVG IN MOVIMENTO. 10.000 passi di salute” vuole promuovere l’attività motoria come benessere fisico e mentale attraverso degli itinerari che si espandono in 59 percorsi per 70 comuni del territorio del Friuli Venezia Giulia. Dal mare ai monti, fino ai laghi, fiumi e colline sono i luoghi che andremo a scoprire insieme valorizzando anche l’intrattenimento che ogni comune può offrire: eventi culturali, storia del luogo, tradizione, enogastronomia, scoperta di borghi, camminate naturalistiche e conoscenza di flora e fauna tipica del nostro territorio attraverso dei percorsi informativi pensati per ogni località tra le 59 scelte da FVG IN MOVIMENTO.

Sabato 21 maggio verrà inaugurato “Il Cammino del confine” di Palmanova che si sviluppa attraverso un circuito ad anello su strade sterrate che tocca i borghi rurali di Jalmicco, San Vito al Torre, Visco e Nogaredo al Torre. Tre punti di partenza, alle ore 10.30, da San Vito al Torre, via Roma, da Jalmicco (Palmanova), piazzetta della Vittoria e da Visco, piazzale Ledra. Per poi giungere al punto d’incontro delle tre vie, al centro del percorso. Qui è prevista la presentazione del progetto con bicchierata finale. Sono previsti i saluti istituzionali dei Sindaci dei tre Comuni, i rappresentanti ASUFC e Federsanità ANCI FVG e l’illustrazione del percorso “Il Cammino del confine”. Il percorso è stato realizzato anche grazie alla collaborazione del Gruppo Marciatori di Palmanova, dell’Associazione Italiana Donatori di Sangue Sez di Palmanova Visco e della Società Cooperativa Sociale Onlus La Cisile. “Un percorso che unisce tre diverse comunità, che le lega e che ne racconta la storia e la cultura.”

Il percorso può partire da Jalmicco, nei pressi della chiesetta della Regina della Vittoria e della Pace circondata da ventidue cipressi, dedicata ai caduti della Grande Guerra e realizzata nei primi anni del 1900 sull’ex confine fra Italia-Austria e Ungheria. Si può iniziare l’itinerario anche da Visco, visitando il Museo sul confine, edificio che ospitava la ex dogana sul confine italo-austriaco. Sede polivalente, aperta ad ospitare incontri, mostre temporanee e manifestazioni culturali, accoglie la storia e le immagini del paese. Terzo punto di partenza, la piazza del centro storico di San Vito al Torre dove si trova la chiesa parrocchiale dei Santi Vito e Modesto, realizzata nel XVIII secolo, da cui si diparte il borgo caratterizzato da spazi pubblici ed edifici privati di elevato valore storico-culturale. A Nogaredo al Torre possiamo ammirare l’antico borgo storico di impianto medioevale e l’imponente complesso di villa Gorgo, realizzata nel XVIII secolo, con la sua scenografia settecentesca, le eleganti barchesse laterali, il giardino, il grande parco e la chiesa di Sant’Andrea (realizzata nel 1330 e restaurata nel 1800) con il suo campiello.

Palmanova cenni storici

Palmanova, città di fondazione, ha una precisa data di nascita: 7 ottobre 1593. Una data simbolica dal duplice significato religioso e civile che fu scelta dai rappresentanti della Repubblica di Venezia in quanto, da un lato, ricordava la ricorrenza di Santa Giustina, che diventerà patrona della nuova città, dall’altro, era l’anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi il 7 ottobre 1571. Tra gli architetti e ingegneri militari interpellati per la realizzazione del progetto della città fortezza, figura di spicco fu il Soprintendente Generale Giulio Savorgnan. Sotto il dominio della Serenissima vennero realizzate le prime due cerchie di fortificazioni. Concepita come macchina da guerra, la Serenissima voleva lanciare un messaggio inequivocabile sulla funzione della nuova fortezza quale argine alle invasioni ottomane, non solo della Repubblica ma dell’intera cristianità. Palmanova rimase per più di duecento anni sotto il dominio della Serenissima (1593-1797). In seguito alla caduta di Venezia (1797), la piazzaforte passò sotto il dominio napoleonico momento in cui venne realizzata la terza cerchia. Dopo il trattato di Campoformido la fortezza entrò nell’orbita dell’impero austriaco (1798-1805), per poi venire inserita, a seguito di conquista, nel Regno. Dopo la caduta di Napoleone Palmanova rientrò a far parte dell’eterogeneo impero asburgico fino al 1866, con la sola parentesi dell’insurrezione del 1848, quando la fortezza subì un lungo assedio da parte delle truppe austriache. Con il plebiscito del 1866 Palmanova venne sancita la sua unione definitiva al Regno d’Italia. Durante la Prima guerra mondiale fu sede di ospedali, magazzini e campo di addestramento truppe, con la rotta di Caporetto la città subì gravi devastazioni. Verso la fine della Seconda guerra mondiale in fortezza ebbe sede (Caserma Piave) un centro di repressione antipartigiano. Nel 1960 il Presidente della Repubblica decretò Palmanova quale “Monumento Nazionale”. Il 9 luglio 2017 è entrata a far parte del Patrimonio Mondiale UNESCO a conferma dei valori di unicità ed integrità del complesso manufatto.

Arte e Cultura

Piazza Grande, un tempo denominata Piazza d’Armi. Al centro di questo ampio spazio perfettamente esagonale si erge un basamento in pietra d’Istria, su questa base monumentale, da tempo immemorabile testimone delle vicende storiche della fortezza, s’innalza l’alto stendardo, simbolo della fortezza stessa. Da poco ristrutturata, esalta nella sua ampiezza gli edifici storici più importanti della città, il Duomo Dogale, il Palazzo del Provveditore Generale, il Palazzo del Governatore alle Armi, la Loggia della Gran Guardia, il Palazzo del Monte di Pietà. Interessanti sotto il profilo artistico le undici statue collocate all’imbocco di ogni strada che sfocia all’interno della piazza con la raffigurazione dei Provveditori Generali della Fortezza.

Le porte. L’accesso alla Città di Palmanova è possibile attraverso le tre Porte Monumentali (Porta Aquileia, Porta Cividale, Porta Udine) attribuite all’architetto Vincenzo Scamozzi, non per una precisa documentazione ritrovata che comprovi la paternità del grande architetto civile vicentino, ma per il ruolo che egli ebbe a servizio di Venezia, per la sua documentata presenza a Palmanova e per quanto egli ha scritto nel suo trattato ” Dell’Idea dell’Architettura Universale” (1615). Le Porte sono gli unici edifici visibili dall’esterno della Fortezza e conservano ancora in parte le caratteristiche architettoniche originarie.

Eventi in atto

Maggio dei libri”, tre appuntamenti letterari, a partire da venerdì 21 maggio, per conoscere le storie del Friuli Venezia Giulia.
PixAround FVG 2022: Sabato 21 maggio 2022 uscita fotografica nell’ambito dell’open call fotografica. L’uscita a Palmanova è aperta a tutti ed è organizzata in collaborazione con il Comune di Palmanova in vista del progetto espositivo “Palmanova Creativa”, omaggio internazionale alla CREATIVITÀ in FOTOGRAFIA in occasione dei 5 anni di Palmanova Città UNESCO.

Eventi commemorativi

Festa del SS. Redentore, patrono del Duomo Dogale e di Palma, e la Rievocazione Storica.
A.D. Palma alle Armi (primo weekend di settembre): la rievocazione storica italiana con il più alto numero di partecipanti in abito storico (oltre 1000). Un fine settimana durante il quale andrà in scena la storia della fortezza, tra picchieri, moschettieri, soldati e popolo, nei giorni febbrili delle Guerra Gradiscane contro gli Asburgo.
Pasquetta sui Bastioni (lunedì dopo Pasqua): Appuntamento con i giochi e le attività all’aria aperta, le visite guidate alla città e alle gallerie di contromina della Fortezza, da fare a piedi o in bicicletta. Ma anche il buon cibo disponibile nei punti di ristoro, le passeggiate tra le bancarelle del mercato straordinario e del mercatino dell’antiquariato e dell’usato.
UNESCO CITIES MARATHON (ultima domenica di marzo): L’Unesco Cities Marathon è l’unica maratona al mondo che collega tre siti appartenenti al Patrimonio Mondiale dell’Unesco: Cividale del Friuli, antica capitale longobarda, Palmanova città fortezza a stella a nove punte e Aquileia, centro dalle importanti vestigia romane, distano esattamente 42,195 chilometri, la lunghezza classica della maratona.

Cosa vedere

Museo della Grande Guerra e della Fortezza di Palmanova, sopra Porta Cividale, per scoprire la storia militare della Fortezza dalla sua Fondazione ai giorni nostri.
Parco storico dei bastioni e gallerie. Secoli di architettura militare. Il Parco storico dei bastioni e le gallerie rappresentano la parte più significativa e probabilmente più interessante per i visitatori della fortezza di Palmanova.

Monumenti storici

Cimitero austro-ungarico di Palmanova
Duomo Dogale di Palmanova

Itinerari in città

Palmanova: tramonto in fortezza
Palmanova, la fortezza perfetta. Walking tour con audioguida
Percorsi di Passeggiata in Palmanova, Friuli (Italia)

Itinerari fuori porta

“FVG IN MOVIMENTO. 10.000 passi di salute”
A poco meno di 8 km si trova Aiello del Friuli da cui parte la prima tappa del Cammino Celeste
La bicicletta è sicuramente il miglior modo di viversi la natura dei dintorni di Palmanova. Sul sito di komoot sono stati creati 9 itinerari diversi percorribili a seconda della disponibilità di tempo e forma fisica.
Percorsi di Corsa in Palmanova, Friuli (Italia)
Percorsi di Escursionismo in Palmanova, Friuli (Italia)
Percorsi di Nordic Walking in Palmanova, Friuli (Italia)
Percorsi di Mountain Bike in Palmanova, Friuli (Italia)

Comuni limitrofi da visitare:

Grado e Aquileia”. Uno straordinario concentrato di arte, storia e bellezze naturali, un eccezionale patrimonio urbanistico, ben due siti UNESCO, una cucina di mare e di campagna accompagnata da eccellenti vini DOC, tutto in pochi chilometri: quest’area nella bassa pianura friulana non si fa certo mancare niente! Aquileia, importante città dell’Impero Romano e poi principale centro per la diffusione del Cristianesimo nell’Europa del nord e dell’est, è stata dichiarata Patrimonio UNESCO per la vastità della sua zona archeologica e il valore artistico dei suoi mosaici paleocristiani. Due musei nazionali e la straordinaria basilica patriarcale sono quotidianamente meta di centinaia di visitatori. Legata in origine ad Aquileia e poi a Venezia, anche Grado conserva importanti testimonianze archeologiche e paleocristiane, ma la sua notorietà attuale è dovuta soprattutto alle sue spiagge sempre assolate, al mare su cui da anni sventola la Bandiera Blu, alle proprietà benefiche delle sue acque termali, ai deliziosi piatti tipici della sua cucina. Grado custodisce anche un centro storico dal fascino veneziano, dove è bello perdersi tra campielli e vicoli, sorvegliati dalle pittoresche case dei pescatori. Infine, la suggestiva laguna che si stende tranquilla tra Aquileia e Grado è costituita da un dedalo di isolotti, dimora di numerose specie diverse di uccelli. Zona ambientale di grande valore naturalistico, il complesso lagunare è tutelato da due riserve naturali che si possono visitare in parte a piedi o in bicicletta, in parte in barca.

Jalmicco ha conservato la forma tipica dei paesi rurali. Si sviluppa infatti lungo la strada principale e le sue case seguono le linee sinuose dell’asse viario. Dalla piazza, di forma triangolare, dove di impone la chiesa parrocchiale con il campanile dalla cuspide bicolore, si dipartono de quattro vie che portano a Udine, Cividale, Gorizia e Palmanova. È un paese dalla forma “lungo strada”. Le case più antiche si susseguono a filo fisso, ovvero una unita all’altra, con le vie punteggiate da edifici tipici. Possiamo citare ad esempio la casa Minigutti, la casa Azzan, mentre la vecchia caserma della finanza (ex-casa Scagliarini) si differenzia dagli altri edifici del paese per il suo arco con pietre bugnate disposte a dimensioni alternate. Anticamente Jalmicco era posto sulla strada romana di raccordo tra Ontagnano e Cormons e le sue origini romane sono confermate anche da ritrovamenti che, nel corso degli anni, hanno restituito reperti risalenti al I sec. a.C. fino al III sec. d.C. In particolare sono stati portati alla luce frammenti di mosaici e di marmi, oggetti di vita quotidiana come fibule, un campanello in bronzo, pedine da gioco ecc. Secondo alcuni studiosi la nascita del paese risale all’insediamento di una piccola comunità slava nel settimo secolo dopo Cristo. Il toponimo potrebbe derivare dallo sloveno “Jama” che significa fossa, buca. Ed il paese in effetti è ad un’altitudine inferiore rispetto a Visco ed a Viscone (visek, infatti, deriva dallo sloveno “sommità, cima”).

Visco. Anche se non mancano segni risalenti all’età del bronzo, un deposito di ceramica scoperto in piazza S. Maria Maggiore, l’origine del paese è romana. Nei tempi antichi si chiamava “Babuleia”, da Pabulum, pascolo, toponimo forse derivante da un antico borgo di pastori. Devastate e spopolate nel corso delle invasioni barbariche conseguenti alla caduta dell’Impero Romano d’occidente, sotto il dominio dei Patriarchi d’Aquileia le campagne friulane vengono ripopolate da coloni slavi, da cui proviene il toponimo višek (sommità, altura), da cui vien fatto derivare il nome del paese.
Il più antico documento in cui si fa cenno all’abitato di Visco, in relazione al Vicarius Olivierus, risale al 1154. Sotto il Patriarcato di Aquileia fino al 1420, Visco diventa dapprima possedimento veneziano, poi sotto i Conti di Gorizia fino al 1500, quando l’intero Friuli Orientale passa alla Casa d’Austria.

Il Comune di San Vito al Torre è situato nella bassa pianura friulana e confina a nord con il Comune di Trivignano Udinese, a est con Chiopris Viscone, Medea e Romans d’Isonzo, a sud con Tapogliano, Campolongo al Torre ed Aiello del Friuli, a ovest con Visco e Palmanova. San Vito al Torre citato per la prima volta intorno all’anno mille ha radici latine e deve il suo nome ai Santi Vito, Modesto e Crescenza, modello di famiglia cristiana proposto alle popolazioni barbariche per la loro conversione. Il paese di Nogaredo deriva il suo nome da un fitotoponimo (noiar, noglar ovvero nocciolo) ed è citato per la prima volta nel 1200 (nella piccola chiesetta locale ci sono degli affreschi databili appunto tredicesimo secolo riportanti la Strage degli Innocenti). Il Santo protettore, Sant’Andrea richiama ai cavalieri tedeschi che vigilavano i percorsi dei viandanti nel medioevo. Per ultima la Comunità di Crauglio citata per la prima volta nel 1300 ha nel proprio nome una radice slava. Scorrendo velocemente la storia antica si sono rinvenuti nei pressi del torrente Torre insediamenti umani risalenti al periodo paleolitico. Vi sono pure tracce di insediamenti romani data l’importanza del posto quale guado di attraversamento del torrente Torre. Fino al 1918 il nostro Comune faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico ed era territorio di confine con l’Italia e conserva tuttora la vecchia dogana austriaca a Nogaredo al Torre.

Cosa mangiare a Palmanova

Palmanova è molto frequentata da turisti, austriaci e italiani, e friulani, soprattutto in primavera, in estate e nei fine settimana. I friulani si fermano alle osterie, dentro in inverno o appoggiati al bancone esterno quando fa caldo, per un taj (il bicchiere di vino), e per stuzzicare qualcosa. I vini rossi da provare sono Refosco e Cabernet; tra i bianchi non può mancare il Verduzzo e il Tocai friulano. Se volete fare come i locali, ordinate uno spritz, nero o bianco. La cucina veloce di Palmanova permette di assaggiare i salumi prelibati come il Prosciutto di San Daniele, il cotto di Praga affumicato tagliato a mano, e i formaggi di malga, accompagnati dalle composte. Per pranzo e cena, invece, ottimo il pesce e i frutti di mare della vicina laguna di Grado, serviti con polentina bianca, la carne con polenta o patate, il Frico. Palmanova ha una fama meritata di borgo accogliente, perché i ristoratori e gli osti sono molto attenti sia al sevizio che alla presentazione dei piatti, aggiungendo un tocco di cortesia tutta friulana all’eccellente qualità delle materie prime offerte da questi territori tra mare e Alpi. Piatti tipici realizzati con ingredienti di stagione e materie prime provenienti da aziende locali, selezionate per la qualità delle loro piccole produzioni, sono l’elemento distintivo de Il Melograno. Eletto “Migliore bar d’Italia” dalla Guida del Gambero Rosso 2011 e 2014, la Caffetteria Torinese gode di una location d’eccezione come la splendida piazza di Palmanova.

Le migliori cantine nei dintorni di Palmanova

Palmanova si trova nei pressi della zona di produzione della DOC Friuli Aquileia, che è costituita dalla fascia di terra che si affaccia sulla Laguna di Grado e prosegue a nord, verso Aquileia e Cervignano del Friuli, fino a raggiungere la storica fortezza di Palmanova. È un territorio è pianeggiante, con caratteristiche pedoclimatiche che si sono rivelate, fin dall’antichità, particolarmente adatte alla coltivazione della vite.
Migliori cantine di Aquileia: Cà Tullio, Donda Giovanni, Puntin Dario, Tarlao Sabino
Migliori cantine di Cervignano del Friuli: Obiz, Tenuta Cà Bolani, Villa Vitas
Privano a Bagnaria Arsa: Tenuta Beltrame
Bagnaria Arsa: Mulino delle Tolle

[l.f]

(Fonti: Comune di Palmanova, palmanova.it, Dizionario biografico dei friulani, Borghi più belli d’Italia, Turismo FVG, Koomot, Wilkiloc, Jalmicco, Comune di Visco, Comune di San Vito al Torre, Quattrocalici, 10cose)

 

 

 

 

 

 

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