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sabato, 19 Aprile 2025

In Italia scoppia il caso Lavrov

03.05.2022 – 07:10 – “Quello di Lavrov è stato un comizio, non un’intervista, quel che ha detto è aberrante”. Parole di Mario Draghi. Ha scatenato un vespaio l’ospitata del Ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov nel programma di Rete4 Zona Bianca, nel corso del quale ha sparso plateali menzogne e alimentato la propaganda del Cremlino. Non che ci si potesse aspettare qualcosa di diverso da parte sua, mentre sarebbe stato lecito attendersi un contorno meno accomodante. E’ evidente che un uomo nella posizione di Lavrov abbia accettato di comparire in una televisione occidentale solo a patto di non ricevere domande “scomode” e di poter portare avanti la sua linea ufficiale, quel che lascia basiti è che una simile possibilità gli sia stata accordata incondizionatamente.

Adolfo Urso, senatore di Fratelli d’Italia e Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (COPASIR), annuncia che si muoverà per fare chiarezza sulla questione: “Abbiamo già previsto una specifica istruttoria anche con le audizioni dei vertici di Agcom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) e Rai. L’intervento di Lavrov, per le modalità in cui è avvenuto e per la montagna di fake news che ha propinato, conferma le nostre preoccupazioni. Peraltro lo avevamo evidenziato nelle nostre relazioni al Parlamento sulla modalità con cui la Russia agisce per condizionare le democrazie occidentali, di cui la disinformazione è uno dei principali strumenti, come la guerra cibernetica e lo spionaggio”. Un punto, quest’ultimo, su cui il nostro Paese si è dimostrato estremamente vulnerabile, sia per sul piano della permeabilità della politica alle pressioni di Mosca, sia per quanto riguarda i rapporti di alcune imprese con la Russia.

Anche dall’Europa arrivano critiche. Il portavoce della Commissione per il Digitale, Johannes Bahrke, durante un incontro con la stampa ha avvertito che “Le emittenti in Italia e negli altri Stati membri non devono permettere l’incitamento alla violenza, l’odio e la propaganda russa nei loro programmi, come previsto dalla direttiva UE”. Si tratta di una richiesta in linea con il pacchetto di sanzioni approvato il 2 marzo scorso, che impone la sospensione della distribuzione dei due media statali Russia Today e Sputnik su tutti i mezzi di comunicazione europei in modo da limitare la diffusione della disinformazione sull’invasione dell’Ucraina e la propaganda russa nel Continente. Il caso di Lavrov è solo l’ultimo in ordine cronologico e probabilmente anche il più clamoroso di una lista molto folta di personaggi influenti russi chiamati a fare proselitismo sui media italiani senza un vero contraddittorio. “La libertà di espressione non può essere invocata per aggirare le sanzioni” ha concluso Bahrke. E’ singolare che da molte parti si invochi la libertà di espressione per garantire la propaganda esterna a un regime in cui la stampa libera e indipendente viene combattuta in ogni modo, incluso l’omicidio dei giornalisti.

Il comizio ha scatenato reazioni anche al di fuori dell’Europa. Il Ministro degli Esteri israeliano ha convocato l’ambasciatore russo per chiedere conto delle frasi in cui Lavrov ha accusato gli ebrei di essere i peggiori antisemiti e Hitler di avere sangue ebreo. Affermazioni che hanno suscitato lo sdegno della comunità ebraica e di parte della politica anche in Italia. Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico, ha definito quanto accaduto un’onta per il Paese intero.

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