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sabato, 19 Aprile 2025

Il principio della cura e il rispetto della terra: Cecilia e le sue erbe officinali nella Val Resia

04.05.2022 – 07.20 – Una casetta nella Val Resia, due campi di erbe officinali, gatti randagi salvati e curati che fanno parte della sua vita insieme a due cani provenienti dal sud Italia. E’ Cecilia, chiamata anche la francesina della Val Resia che a 29 anni, per un richiamo ancestrale, decide di mollare tutto e ritornare a “casa”, come l’ha sempre chiamata lei. Nata nel nord della Francia, al confine col Belgio, Cecilia cresce con il papà francese e la mamma resiana. A Marsiglia frequenta l’università a indirizzo turistico e all’età di vent’anni si trasferisce a vivere Roma fino al suo ritorno definitivo nella Val Resia.
Nella sua famiglia, ha sempre visto raccogliere erbe, riempire vasi di vetro con bacche, foglie e fiori e riempire le mensole della cucina con i colori dei prati. La nonna Lina, di Resia, andava sui monti Musi a raccogliere la radice di genziana, erba per eccellenza curatrice di tutti i mali, e la vendeva a Udine nelle erboristerie. In questo modo, riusciva a vivere portando natura nella città, salute nelle persone e rispettando la sua indole di raccoglitrice, in ascolto della sua terra madre.

Cecilia sente questo richiamo, quello antico della saggezza, la nonna che le insegnava le storie del paese, a riconoscere le erbe, raccoglierle e rispettarle, e nel 2009 ritorna a Resia per stabilirsi nella casetta di famiglia. All’inizio fa diversi lavori fino a quando, su consiglio della mamma che l’ha seguita nel ritorno a casa, decide di occuparsi delle piante, suo antico amore. Dopo aver frequentato un corso sulle coltivazioni delle erbe officinali in Trentino, inizia come dice lei “con poco e niente” in un terreno in comodato d’uso a piantare le prime erbe, da sola. Nell’arco di un anno, i primi frutti del suo lavoro si svelano e decide di affittare un altro campo per ampliare le coltivazioni fino ad arrivare, nel 2012, ad intraprendere questo sogno come un’attività commerciale a tutti gli effetti. Nasce così l’Azienda agricola Le Erbe di Lina, in onore della nonna raccoglitrice e della terra che le ha accolte in un abbraccio dentro la maestosità delle loro montagne. Ad oggi, Cecilia produce una discreta quantità di prodotti alimentari e cosmetici che rivende nel paese, in due erboristerie in Friuli e un po’ su internet, ma conserva intatto il principio della cura e il rispetto della terra: nessuna coltivazione, dai fiori alle piante in foglia, è alimentata con pesticidi. Nessuna sua pianta, di conseguenza, si è ammalata. “Non ho neanche mai pensato ad una malattia” dice Cecilia “E non ho mai avuto un problema sulle mie piante. Per concimare la terra e darle ricchezza faccio delle miscele con foglie di ortiche e consolida maggiore.”

Malva, Papavero roseas, camomilla, melissa, calendula, monarda, issopo, santoreggia, timo sono solo alcune delle piante che coltiva, insieme alla raccolta di erbe spontanee nei periodi di fioritura. Oltre a produrre infusi semplici, crea anche degli infusi composti, ognuno dei quali ha un nome dedicato alle leggende e tradizioni della Val Resia: l’infuso del pettirosso, l’infuso della ragazza selvaggia, l’infuso di Lina ecc. e tutti sono accompagnati da una stampa che racconta la storia di ogni tisana. Nel tempo, ha iniziato a produrre anche sciroppi di camomilla, papavero, malva, sambuco, utilizzando esclusivamente i fiori: “per creare una produzione discreta di sciroppo di papavero” mi racconta Cecilia “devo raccoglierne quattro chili di petali, così come la raccolta della camomilla, fatta tutta a mano senza macchinari, richiede giorni interi per non alterare la delicatezza dei capolini gialli.” Fiori eduli, marmellate e una piccola produzione di aglio di Resia sono invece i prodotti dedicati alla tavola per completare poi la sua ruota di salute in una piccola parte di cosmesi che comprende creme e unguenti di calendula e camomilla.

La mattina lavora nel panificio di San Giorgio, i pomeriggi di primavera e estate va nei campi a curare le sue erbe, scende al fiume con i suoi cani e rispetta i cicli lunari per la semina delle piante. “Ho sempre cercato di vivere in armonia con ogni essere vivente, in ascolto e in rispetto di tutto quello che mi circondava. Per me è fatta così la vita che mi permette di continuare a sentire e crescere e lo devo tanto a nonna Lina e ai miei occhi, perché da bambina io guardavo tutto quello che faceva. Il minimo che potevo fare era dedicarle il nome della mia piccola attività, perché lei è ovunque in quei fiori che raccolgo.”

[f.s]

 

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