20.04.2022 – 07:10 – Da un paio di giorni si rincorrono notizie secondo cui l’offensiva in Donbass, attesa da settimane, sarebbe partita. Inizialmente sembrava che gli ucraini avessero deciso di anticipare i nemici attaccando le loro postazioni prima che finissero di riorganizzarsi. Nelle ore successive invece si sono diffuse alcune voci secondo cui la Russia avrebbe dato il via all’offensiva, ma anche in questo caso mancano conferme di un progetto organico. Si tratta per lo più di attacchi localizzati, talvolta diretti persino verso obiettivi distanti dal fronte orientale, come nei casi di Leopoli, a ovest del Paese, e Kyiv, che nei giorni scorsi sono state raggiunte da missili russi. Nelle ultime ore di ieri tuttavia gli attacchi sul Donbass si sono via via intensificati, come ha confermato il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Intervistato da India TV, Lavrov ha detto che sta iniziando una nuova fase delle operazioni militari russe nell’Ucraina orientale, dove l’obiettivo principale è il Donbass.
Benché sia sull’orlo del baratro da giorni, Mariupol continua a reggere. Le speranze per la resistenza sembrano tuttavia prossime allo zero. L’esercito russo ha lanciato un ultimatum ai combattenti ucraini rifugiati nell’acciaieria di Azovstal, che rimane l’ultimo baluardo della difesa, nonché quartier generale del discusso Battaglione Azov. Sarebbero state offerte anche delle vie di fuga sicure a chi si arrendesse. Sembra probabile che d’ora in avanti i bombardamenti contro lo stabilimento, nei cui sotterranei si sarebbero nascosti anche molti civili, si facciano sempre più intensi.
La Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa, riporta alcune dichiarazioni del vicepresidente del Consiglio di sicurezza ed ex Presidente della Federazione, Dmitry Medvedev, il quale paventa un’offensiva militare da parte della Nato e sollecita quindi la costruzione di un sistema che permetta di fornire al Paese armi più moderne. I moniti di Medvedev rientrano nella propaganda anti-atlantica secondo cui la Nato intenderebbe espandersi a Est, eventualità palesemente falsa. L’organizzazione infatti si limita ad accogliere, nel caso fossero soddisfatte le condizioni necessarie, i paesi che si candidano ad aderirvi, come potrebbe accadere presto per Finlandia e Svezia.