19.03.2021-12.20 –A Udine è forte la preoccupazione dei titolari di bar e ristoranti che esercitano nel centro cittadino. Possono rimanere aperte solo le attività che riescono ad organizzarsi per l’asporto, tuttavia, anche per queste realtà gli incassi rimangono insufficienti. Molti non riuscendo a pagare le spese correnti, si sono visti costretti a lasciare a casa tutto il personale. Parliamo di esercizi che, prima della pandemia, dovevano avvalersi del lavoro di svariati dipendenti. Sfiducia e preoccupazione da parte degli esercenti che per le prossime settimane prevedono un ulteriore peggioramento degli incassi. Continuano a rimanere aperti per mantenere un servizio ai cittadini o perché non hanno alternative ma, in questo momento, non intravedono un futuro possibile. Anche sull’arrivo dei vaccini ci sono forti dubbi, il blocco preventivo di AstraZeneca ha insinuato paura in moltissimi cittadini.
I ristoranti che non fanno servizi per asporto sono quelli più colpiti, tra questi tutti quelli che avevano come avventori principalmente gli studenti, spariti a causa della didattica a distanza, sono in fase di collasso. Non tutti si possono permettere di chiudere. Sono molte le realtà che non hanno la possibilità di altre entrate, soprattutto quelle a conduzione familiare dove lavorano entrambi i coniugi.
A causa di questa situazione, nei settori più colpiti sono ripartite le richieste di cassa integrazione (commercio, turismo e servizi alla persona). La tendenza evidenziata dal sindacalista Andrea Sappa è estremamente preoccupante. Entro il fine settimana, nella ex Provincia di Udine, si prevedono circa un migliaio di lavoratori interessati dalla procedura.
“I settori come commercio, turismo e servizi alla persona che, sembravano in via di ripresa, ora sono allo stremo”, lo sottolinea il Segretario UilTuCS, Andrea Sappa, evidenziando le difficoltà di molti bar e ristoranti, i cui gestori hanno deciso di chiudere temporaneamente perché non sono in grado né di attivare l’asporto, non avendo le condizioni minime per poter tener in piedi l’attività, né di organizzarsi con i rifornimenti.
Stanno arrivando le richieste di rinnovo delle cassa integrazione anche da parte del personale delle palestre che sono chiuse da mesi. Il Segretario di UilTuCS dimostra apprezzamento per questa nuova normativa sui congedi parentali per diverse categorie di lavoratori, peccato però, continua il sindacalista, che nell’elenco non siano stati inclusi i dipendenti del commercio, per i quali non vi è nemmeno l’assegno baby-sitter. I lavoratori del settore con i figli in Dad sono estremamente penalizzati. Se rimangono a casa non solo percepiscono uno stipendio inferiore ma creano anche problematiche sul posto di lavoro.
[l.f]