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sabato, 19 Aprile 2025

“Nel mezzo del cammin” di primavera: le processionarie

27.03.2022 – 09.30 – Con l’aumento delle temperature e l’arrivo della primavera ritornano le processionarie (Thaumetopoea pityocampa)Tra febbraio ed aprile, infatti, la processionaria abbandona il proprio nido sericeo, i bozzoli bianchi visibili sui rami dei pini dei cui aghi l’insetto si nutre, per poi dirigersi in “processione” verso un luogo adatto in cui interrarsi, a circa 15 centimetri di profondità, da dove emergerà ormai divenuta farfalla, la sera, durante l’estate. Presente in larga misura in molte regioni dell’Europa meridionale, come è noto attacca tutte le specie di pino (nero, silvestre) e cedri.
Un animale che compie una sola generazione l’anno e sverna allo stadio di larva dentro i celebri nidi bianchi che vengono tessuti sui rami esposti al sole.
Queste larve arrecano un significativo stress alle piante, poiché si nutrono di aghi di pino, portando ad una ridotta fotosintesi.
Una volta superato lo stadio primordiale, le processionarie giunte a maturità (processo che si compie tra fine febbraio ed aprile) abbandonano definitivamente il caratteristico nido e si dirigono nelle tipiche “processioni” verso il suolo, in file lunghe anche vari metri.
Nonostante in regione la presenza di questi piccoli insetti non sia tale da rappresentare una minaccia per il popolamento arboreo, come è noto bisogna comunque porre attenzione ed evitarne assolutamente il contatto diretto. La processionaria, infatti, è ricoperta di peli urticanti che si disperdono molto facilmente nell’aria, causando reazioni epidermiche e allergiche, irritazioni cutanee, asma e congiuntiviti sia sugli umani che sugli animali. Per quest’ultimi, inoltre, l‘insetto può rivelarsi letale, in particolare per cani e gatti che, annusando il terreno, potrebbero inalare o ingerire i peli che una volta entrati in contatto con l’apparato digerente o respiratorio possono condurre l’animale alla morte se non curato per tempo. I sintomi possono essere l’eccessiva salivazione, vomito o diarrea e l’aumento della temperatura corporea dell’animale.
In Regione l’ente competente è l’ERSA (Agenzia regionale per lo Sviluppo Rurale del Friuli Venezia Giulia), che sul proprio sito offre una scheda dedicata alla lotta al lepidottero e alle norme che la regolano.

In caso di avvistamento di larve e nidi in zone pubbliche, è necessario avvisare gli organi competenti (autorità comunali – verde pubblico – Ufficio Anagrafe Canina del Comune di Trieste, Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia – Osservatorio per le Malattie delle Piante di Trieste, ecc.) che interverranno nella maniera più consona per risolvere il problema.
Se il problema invece viene a verificarsi in una proprietà privata, si deve occupare della rimozione/trattamento il proprietario dell’area attenzione.
Se si decide di procede da soli è necessario coprire ogni parte del corpo (es. con guanti, maniche lunghe, occhiali, foulard sul viso) al fine di evitare il contatto coi peli urticanti, facilmente trasportati dall’aria poiché molto fini, ed in seguito lavare i vestiti utilizzati.

Nel caso di contatto con quest’ultimi:

  • non grattare le zone del corpo contaminate;
  • nel caso in cui si manifestassero dermatiti o congiuntiviti, risciacquare abbondantemente la zona interessata. Se dovessero presentarsi problemi generalizzati, andare subito in ospedale;
  • lavare gli abiti ad almeno 60°.

Per evitare rischi per la propria salute evitare il “fai da te”: gli interventi dovrebbero essere eseguiti da Ditte specializzate che trattano in sicurezza l’insetto ed i suoi “nidi” e smaltiscono correttamente quanto asportato. A tutela della salute dei concittadini e degli operatori ecologici è assolutamente vietato depositare rami con “nidi” di Processionaria sulla pubblica via, smaltire i rami infestati tramite i servizi di nettezza urbana o portare i rami infestati in piattaforma ecologica.
In caso dovessero essere ritrovate le “processioni” di larve, fare molta attenzione e non spazzarle via semplicemente.
Il contatto con queste larve può causare reazioni allergiche, infiammazione delle vie respiratorie superiori, irritazioni cutanee, asma e congiuntiviti sia sull’uomo che sugli animali, in particolare per cani e gatti che, annusando il terreno, potrebbero inalare o ingerire i peli che una volta entrati in contatto con l’apparato digerente o respiratorio possono condurre l’animale a gravi complicazioni.

Il periodo di presenza delle processionarie non dura più di un paio di settimane, tra la metà di marzo e la metà di maggio. In questo periodo dell’anno, si consiglia di:

  • prestare attenzione prima di sedersi sul terreno, in quanto le larve non sempre sono ben visibili e i loro peli possono essere trasportati dall’aria fino a una distanza di 200 metri;
  • evitare di addentrarsi nei boschi colpiti e di avvicinarsi alle fronde delle piante su cui si rinvengono le larve;
  • evitare di toccare i nidi o le larve;
  • nelle aree infestate evitare di effettuare lavori che possono diffondere nell’aria i peli urticanti che riposano al suolo;
  • tenere il cane al guinzaglio durante le escursioni, in caso di contatto portare urgentemente l’animale dal veterinario.

Le tipologie di intervento sono varie:

  • asportazione meccanica dei nidi: i mesi più indicati sono dicembre, gennaio e febbraio, prima che le larve siano uscite dal nido; durante il prelevamento dei nidi è necessario vestirsi in modo adeguato per evitare il contatto con i peli urticanti;
  • lotta microbiologica: è attualmente il metodo di intervento più utilizzato e consiste nell’impiego di specifici insetticidi. Tale tipologia di intervento è praticata dalle imprese di disinfestazione attrezzate contro la processionaria. I mesi più indicati per intervenire con trattamenti biologici sono settembre e ottobre e i mesi primaverili;
  • lotta chimica: consiste nella diffusione di biocidi regolatori di crescita (IGR) che agiscono sul ciclo biologico causando disturbi nei processi fisiologici connessi alle mute. Il periodo più indicato per praticare questo intervento è quello primaverile;
  • lotta alternativa: trappole barriera costituite da un anello di gomma/plastica adesiva che circonda il fusto del Pino e raccoglie le larve che scendono in processione in un contenitore sottostante riempito in parte di torba e mastice, va fatta prima che le larve abbiano iniziato a scendere, quindi fino a gennaio/febbraio, dopo è ovviamente inutile.
  • lotta biologica: Calosoma sycophanta (tipo coccinelle, maggiolini…), attivo predatore delle larve, Compsilura concinnata (tipo mosche, …), parassitoide delle larve; Imenotteri del genere Apanteles (tipo api, …), parassitoidi.

[c.c]

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