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sabato, 19 Aprile 2025

Ucraina: la Metinvest di Azovstal è chiusa. Ricadute in FVG

24.03.2022 – 07.40 – L’industria siderurgica ucraina crolla sotto le bombe; e trascina con sé i correlati progetti italiani. È ormai notizia appurata che una delle maggiori acciaierie d’Europa, di proprietà dell’ucraina Metinvest, è stata pesantemente danneggiata dai bombardamenti ad Azovstal, a pochi chilometri dalle macerie della città di Mariupol, da tempo sotto assedio. L’acciaieria aveva sospeso le proprie attività allo scoppio del conflitto, il 24 febbraio; l’impianto era stato posto in sicurezza, sperando di riprendere a breve la produzione. Successivamente, man mano che il conflitto si avvicinava a Mariupol, i bombardamenti avevano danneggiato rispettivamente il deposito del carbone e una delle batterie di produzione di coke. Nelle ultime quarantotto ore una molteplicità di fonti ha confermato che l’acciaieria è stata ulteriormente danneggiata; a tale punto che la ricostruzione richiederà ingenti risorse. Sebbene non vi siano prove che l’intero impianto sia stato raso al suolo, è probabile che l’acciaieria risulti attualmente gravemente colpita. Considerando la concentrazione di industrie nella città e nella vicina Mariupol, è inoltre probabile che l’inquinamento prodotto dai bombardamenti perdurerà a lungo, complicando la situazione di una delle zone più inquinate dell’Ucraina.

Vadym Denisenko, consigliere del capo del ministero degli Affari interni dell’Ucraina, ha affermato per Rada Tv che “La situazione a Mariupol è catastrofica. Ci sono combattimenti in corso per Azovstal. Sulla base dei dati disponibili, possiamo dire che abbiamo perso questo colosso economico, uno dei più grandi impianti in Europa è andato distrutto“.
Quali conseguenze per il Friuli Venezia Giulia? Paradossalmente la chiusura della Ferriera e il rifiuto di Metinvest-Danieli di investire nell’area delle Noghere, presso Muggia, per un nuovo laminatoio limitano l’entità del danno; ma i porti di Trieste e Monfalcone soffrono e soffriranno l’assenza dell’acciaio rispettivamente russo e ucraino che qui transitava prima di giungere in Germania o in Friuli. Lo stesso recupero della Ferriera, dopo la sua dismissione, prevedeva un laminatoio a freddo; e rilevante rimane il danno per le industrie friulane.
L’Italia era infatti il principale acquirente per l’acciaio di Azovstal: ben il 46% nel 2020, quasi la metà del volume di vendite complessivo.

 

[z.s.]

Zeno Saracino
Zeno Saracinohttps://www.triesteallnews.it
Giornalista pubblicista. Blog personale: https://zenosaracino.blogspot.com/

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