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venerdì, 4 Luglio 2025

Settore alberghiero, carenza figure qualificate: Confcommercio Udine ipotizza coinvolgimento ucraini

Il severo commento della Filcams Cgil Udine e Fvg non si è fatto attendere

04.03.2022 – 07.10 – Tra le figure professionali qualificate più ricercate in questo momento una buona parte appartiene al settore alberghiero. Come dichiarato ieri da Confcommercio provinciale Udine, “manca personale negli alberghi, nei ristoranti, nei bar. Lavoratori qualificati, in grado di portare la loro professionalità all’interno di un servizio di qualità”. Un problema che, secondo i presidenti di Federalberghi, Paola Schneider, di Fipe, Antonio Dalla Mora, e del mandamento di Lignano, Enrico Guerin, è emerso soprattutto con la pandemia. Lockdown, chiusure anticipate e precarietà del settore servizi hanno indotto molti professionisti a scegliere altre opportunità lavorative. Ma, è da tenere in considerazione anche un altro fattore di crisi che si sta protraendo nel tempo: da alcuni anni stanno diminuendo sempre di più gli iscritti negli Istituti Alberghieri Professionali. Percorsi che durano dai tre ai cinque anni e che rilasciano diplomi di qualifica di alto livello, con profili immediatamente inseribili nel mondo del lavoro. Le motivazioni di questo progressivo calo di studenti sono diverse. Da un lato sono scuole che hanno il convitto e sempre meno genitori vogliono mandare i propri figli fuori casa. Dall’altro, da un’analisi del trend di decrescita da parte degli Istituti è stato evidenziato un fenomeno curioso. Per una decina d’anni, il successo di programmi come Masterchef hanno dato un forte impulso ai giovani verso la scelta di queste professioni, quando la moda è sfumata con essa si è portata via anche l’interesse. Senza contare che sono lavori molto duri e spesso sia le condizioni lavorative, sia quelle dei contratti non sono propriamente commisurate al tipo di professione.

Questo calo di personale qualificato desta molta preoccupazione soprattutto a Lignano, la quale si sta già organizzando per affrontare la stagione estiva. «Il lavoro che offriamo è di prestigio, richiede manualità, fantasia, inventiva, soprattutto in cucina – sottolineano Schneider, Dalla Mora e Guerin –. E non dimentichiamo l’attenzione che la Confcommercio riserva alla formazione. Per questo è necessario che le istituzioni ci diano una mano per risolvere questa pesante criticità». A tal proposito Confcommercio con le sue categorie di settore ha avanzato una proposta: «Viste le tante persone che, con la guerra in Ucraina, si presenteranno ai nostri confini e verranno accolte, si potrebbe pensare a quote aggiuntive che consentano a qualche immigrato in arrivo dai territori del conflitto di trovare lavoro nelle nostre imprese. Si potrebbe anche favorire la possibilità di inserimento lavorativo temporaneo per il periodo estivo, agevolando con servizi di nursering/asilo chi giunge sul territorio con figli al seguito».

Un suggerimento che ha suscitato un’immediata reazione avversa da parte dei sindacati. Francesco Buonopane Segretario Filcams Cgil Udine e Fvg, si è espresso in termini molto negativi rispetto all’impiego dei profughi ucraini nel terziario, definendo quella di Confcommercio Udine una vera e propria caduta di stile. “Abbiamo avuto modo oggi di leggere sugli organi di stampa locali alcune considerazioni di Confcommercio Udine sulla presunta opportunità di impiegare i profughi ucraini negli alberghi, nei ristoranti, nei bar, data la vera o presunta mancanza di personale qualificato. Spiace constatare – prosegue Buonopane – quella che è quantomeno una caduta di stile dell’associazione datoriale nell’utilizzare un tema così grave e drammatico quale appunto una guerra per nascondere un problema, la mancanza di manodopera, la cui responsabilità sta in capo tutta al mondo delle imprese, strumentalizzando – difficilmente riusciamo a trovare altri termini – una tragedia per meri fini di opportunità”.
Il Segretario ha poi sottolineato di come questo sia “il momento della solidarietà, dell’accoglienza, della condivisione di valori come la pace, la fratellanza, l’uguaglianza. Confcommercio farebbe meglio ad interrogarsi sul motivo per il quale le imprese, a detta loro, non trovino lavoratori che si scrive debbano essere qualificati. La realtà dei fatti ci indica che le responsabilità di questa situazione non vanno imputate a variabili esterne, certo presenti e influenti, ma soprattutto nelle condizioni offerte alle lavoratrici ed ai lavoratori, ai contratti precari, ai bassi salari, alle vaste aree di lavoro grigio e irregolare, a una marcata stagionalità e a contratti sempre più corti, che difficilmente consentono una programmazione di vita”.
“Si inizino a rispettare le norme ed i contratti collettivi nazionali, garantendo turni di lavoro equi e giuste retribuzioni, si provi a destagionalizzare il turismo attraverso politiche pubbliche serie e coordinate tra i vari livelli istituzionali, si cominci veramente ad investire in professionalità e competenze: i risultati, quantomeno nel medio lungo periodo, incomincerebbero ad arrivare”.

[l.f]

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