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venerdì, 6 Giugno 2025

Il mondo alla rovescia del Carnevale in Friuli

24.02.2022 – 11.31 – Anticamente il carnevale era caratterizzato da diverse componenti: era il momento in cui nelle comunità rurali i riti propiziatori si sovrapponevano a quelli cristiani, per ringraziare il risveglio del sole dal lungo torpore dell’inverno con cerimonie di buon auspicio per i nuovi raccolti; le norme sociali venivano abbandonate in una sorta di metempsicosi mascherata in cui il povero reincarnava l’anima del ricco attraverso l’allegorica satira di un racconto di soprusi. Il mondo alla rovescia del carnevale friulano oltrepassa il concetto di spensierata allegria dissotterrando in questo periodo, che anticipa la Quaresima, antichi rituali che di anno in anno si ripetono con la stessa cadenza in un tempo che rimane immutato. Non è un semplice spettacolo da osservare, ma momento storico, lontano da contaminazioni moderne, che rinchiuso nel passato continua ad essere molto sentito da tutti, grandi e piccini. Rispetto ai centri più densamente popolati o al capoluogo friulano, il vero carnevale si svolge nei borghi montani delle Alpi e Prealpi carniche.
Val di Resia la danza infinita al suono di antichi violini. Sette giorni di festa in cui da secoli si danza incessantemente, come se si indossassero della “scarpette rosse” al suono di antichi strumenti. L’elemento fondamentale del Carnevale è rappresentato dalla resiana, un’antichissima danza eseguita al suono della cïtira, sorta di violino, e della bünkula, sorta di violoncello, strumenti unici e originali di questa vallata. I balli, su musiche molto ritmate, si protraggono per ore e ore nelle osterie e, tempo permettendo, anche all’aperto. Nell’incantevole vallata situata all’interno del Parco Naturale delle Prealpi Giulie vive una comunità di antiche origini slave, che ha mantenuto intatte nei secoli lingua, cultura, gastronomia, tradizioni, che hanno nel Carnevale (Pust in resiano) uno dei momenti più significativi. Cuore dei festeggiamenti, nei quali sono coinvolti tutti i piccoli borghi della valle, è il paese di San Giorgio/Bila. Il Carnevale generalmente prende il via il giovedì grasso (Jojba Grasa), continua il sabato sera e prosegue la domenica con un grande ballo di piazza (Püstawa nadëja). Festeggiamenti anche il lunedì, con il Carnevale di Mezzo (Te Sridnji Püst) e martedì con il Grande Carnevale (Te Vilïki Püst). Conclusione il mercoledì delle Ceneri (Te din na pëpël – Te din na Pëpalnico). Sempre nello stesso luogo il Carnevale si conclude, il mercoledì delle Ceneri, con il rogo del fantoccio, simbolo di tutte le malefatte e le sfortune capitate alla comunità nell’anno appena trascorso. Del tutto particolari anche i costumi, il cui colore predominante è il bianco: Te lipe bile maškire, le belle maschere bianche, e i babaci/kukaci, le maschere brutte.

Sauris e il grande fuoco propiziatorio nel bosco (la Notte delle Lanterne) – Fra i monti di Sauris, dove si parla ancor oggi un’antica lingua d’origine tedesca, si festeggia uno dei più antichi Carnevali dell’arco alpino. I riti e i costumi di questa suggestiva località della Carnia sono veramente particolari. Protagonisti dell’avvenimento, che si svolge sempre il sabato che precede il giorno delle Sacre Ceneri, sono il Rölar e il Kheirar. Il Rolar è una figura magica e demoniaca armata di una scopa: il suo compito è di avvertire la gente che si prepari per la mascherata. Il nome deriva dai rolelan, i campanelli che porta legati attorno alla vita e che agita in continuazione. La sua faccia e le sue mani sono annerite dalla fuliggine, indossa abiti molto rozzi e ha la testa fasciata con un fazzoletto a frange. Con lui c’è il Kheirar, il re delle maschere, che orchestra lo svolgimento della festa: il volto è nascosto da una maschera di legno, i vestiti sono laceri e ha una scopa in mano, che usa per battere alle porte delle abitazioni in cui vuole entrare. Le due figure percorrono le vie di Sauris e delle sue frazioni, accompagnate da un corteo di maschere, che possono essere brutte (Schentana schemblin) o belle (Scheana schemblin): l’importante è che chi partecipa sia irriconoscibile e quindi abbia il volto coperto dalle maschere rigorosamente di legno, realizzate dagli artigiani locali. Il Kheirar bussa con la scopa alla porta delle case e dei locali pubblici e, dopo aver spazzato il pavimento, introduce a turno coppie di maschere che eseguono antiche danze al suono della fisarmonica. Con il buio inizia il rito suggestivo della Notte delle lanterne: il corteo aperto dalle maschere s’inoltra nel bosco, al lume delle lanterne, e raggiunge un grande falò propiziatorio, innalzato in una radura, attorno al quale si gustano vin brulè e dolci tipici.
Valli del Natisone ad ognuno il proprio rito. Si distinguono per originalità i Carnevali nelle Valli del Natisone, che si aprono a ventaglio alle spalle di Cividale del Friuli, verso la Slovenia. Su queste montagne ogni paesino ha i suoi riti: a Montefosca i blumarji, vestiti di bianco e con in testa un copricapo alto e intrecciato, corrono nei campi attorno al paese a scopo propiziatorio; a Rodda la figura centrale del Carnevale è il Pust, che tiene in mano lunghe tenaglie e gira per le frazioni assieme al diavolo e a San Michele; a Clodig per tradizione il fantoccio del Carnevale viene bruciato in mezzo alla piazza mentre la gente canta e balla attorno: qui le maschere tipiche, intrecciate ancor oggi come un tempo, sono in vimini. Inoltre, a Tribil e a Montemaggiore ci si maschera a brutti (Te Gardi) e a belli (Te Liepi); la compagnia Carnevalesca di Mersino va in corteo a visitare le comunità vicine; a Masarolis Te Kriznast e Te Koznast, con campanacci sulla schiena, un bastone in mano e una calza piena di cenere, accompagnati dalle Minke, maschere femminili vestite di bianco, vanno di casa in casa a raccogliere piccoli doni, seguiti da un corteo di maschere. Suggestioni, fascino, mistero sono gli ingredienti di queste antiche cerimonie, che vengono particolarmente vissute dagli abitanti che vivono in queste valli, dove si parla un’antica lingua d’origine slava.

[l.f]

(Fonte sottocoperta.net)

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