11.02.2022 – 18.06 – Garantire l’uguaglianza di genere anche in ambito scientifico: ricorre oggi, 11 febbraio, la Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella Scienza. Nonostante i successi femminili in campo scientifico e sebbene nel corso degli ultimi anni la situazione abbia visto un graduale miglioramento con l’aumento del numero di ricercatrici, il gap tra donne e uomini c’è ed è ancora consistente. Istituita nel dicembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 sulla parità di genere, la ricorrenza vuole quindi rimarcare la necessità di un’accessibilità alla formazione scientifica che sia paritaria tra donne e uomini, il superamento dei pregiudizi, nonché degli ostacoli all’origine del divario di genere, incoraggiando e supportando donne e ragazze ad intraprendere una carriera nelle cosiddette materie STEM (Science, technology, engineering, and mathematics), andando oltre ai condizionamenti sociali che ancora oggi le allontanano dagli studi scientifici.
Un auspicio, quello dell’abbattimento dei pregiudizi di genere, condiviso anche dalla presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Dusy Marcolin, che in una nota ricorda come “secondo l’ultimo rapporto Unesco solo il 33% dei ricercatori sono donne, nonostante rappresentino il 45% delle laureate e il 55% degli studenti di Master”. Le motivazioni per cui le ragazze non scelgono determinati percorsi, continua, sono dovuti soprattutto a stereotipi e pregiudizi, secondo i quali le donne sarebbero meno portate per la scienza rispetto agli uomini”. Secondo gli studi rimarca infatti Marcolin, già a 6 anni “inizia a radicarsi il pregiudizio che le ragazze siano meno brave nelle materie scientifiche e, già in prima elementare, le bambine cominciano a fare i conti con un sistema che le vuole più portate per le materie umanistiche, piuttosto che per quelle scientifiche. Il cosiddetto Gender Dream Gap, ossia la differenza di sogni legata al genere”.
[n.p]