08.02.2022 – 07.10 – “La Regione Friuli Venezia Giulia ha un trend decrescente di neet: da un 16,9% del 2017 a un 13,7% del 2020. Dati vicini alla media UE e molto distanti dalla media nazionale” che risulta più alta.
Così l’assessore regionale al Lavoro, formazione, istruzione, ricerca, università e famiglia, Alessia Rosolen, nel corso della presentazione del progetto AttivaGiovani, intervento regionale per favorire l’inserimento lavorativo dei neet.
Partecipi, in presenza o da remoto, anche Sindaci e assessori alle politiche giovanili dei Comuni di Maniago, Pordenone, Gorizia, Trieste, Udine e i referenti della Comunità Montana della Carnia, del Canal del Ferro e della Valcanale.
Neet è l’acronimo inglese di ‘Neither in Employment or in Education or Training’ e indica, appunto, le persone non impegnate nello studio, né nel lavoro né nella formazione: ed è proprio questo il target sul quale è focalizzato “L’intervento di AttivaGiovani” che è peraltro “inserito all’interno della legge sulla famiglia” dichiara Rosolen, “questo non è un dato irrilevante. Il numero di enti che partecipano dimostra che c’è bisogno di una responsabilità collettiva per” aiutare e far mettere in gioco le competenze di questi giovani “di cui non possiamo fare a meno”.
Sul progetto sono stati immaginati “luoghi diversi per l’apprendimento e molte metodologie didattiche” nonché “contenuti diversi. Gli enti locali hanno inoltre un ruolo importante anche nel coinvolgimento e individuazione dei giovani a cui il progetto si riferisce” conclude l’Assessore.
Si tratta di un bando che si baserà su 5 aree territoriali e 5 macro temi: Creatività & Digitale, Città e Comunità Sostenibili, Blue & Green Economy, Startup e Innovazione e Femminile Plurale. Il progetto, rivolto ai ragazzi tra i 18 e i 30 anni non compiuti, è di fatto già attivo, viste anche le iniziative messe in campo nel corso della prima edizione, ma ora ancor di più si entrerà nel vivo.
Si vuole con questo intervento comprendere i ragazzi, che non sono solo quelli che vengono definiti ‘sdraiati’, ma anche giovani universitari che devono orientarsi nel mondo del lavoro, ragazzi fragili che non riescono ad uscire dalla fase di difficoltà che stanno vivendo, o ancora ragazzi che passano da un lavoro a un altro e vogliono ora focalizzarsi su un percorso più congeniale ai propri interessi.
Quindi non è una fotografia fissa dei giovani, ma si vuole valorizzare questi ragazzi, facendo loro conoscere in primis la Regione e i settori produttivi del Friuli Venezia Giulia, nonché analizzare dove ci sono delle competenze che vanno migliorate e potenziate.
Ci saranno dei corsi, ma non solo: sarà una vera e propria presa in carico dei ragazzi, iniziando da un supporto esperto; l’obiettivo é mettere a disposizione un orientamento fatto da tutor, coach e mentori per sviluppare l’idea imprenditoriale e di lavoro dei giovani interessati.
[c.c]