28.01.2022 โ 07.10 – Ieri, per il quarto giorno consecutivo, si รจ registrato un nulla di fatto a Montecitorio, dove i Grandi Elettori sono riuniti per decidere chi sarร il prossimo Presidente della Repubblica Italiana. Non รจ stata raggiunta da nessun candidato la soglia di 505 votiย (ovvero, la metร piรน uno dei votanti) necessaria per insediarsi al Quirinale. Aumentano i voti in favore dellโattuale Capo dello Stato,ย Sergio Mattarella, che dopo i 125 voti ricevuti alย terzo scrutinioย รจ salito a 166 preferenze. Dietro di lui, il magistrato (nonchรฉ presidente dellโAssociazione Nazionale Magistradi di Palermo)ย Nino Dimatteo, che รจ stato votato da 56 elettori.ย Altissima lโastensione: il centrosinistra aveva comunicato giร in mattinata che avrebbe lasciato bianche le proprie schede, mentre a destra non vi รจ stata unitร di intenti e qualcuno aveva scelto di non partecipare alla chiama. Il risultato รจ che soltanto in 274 (279 se si contano le schede nulle) hanno apposto un nome sulle schede, mentre i restanti 702 grandi elettori presenti oggi a Montecitorioย non hanno partecipato. Si prolunga dunque lโelezione del prossimo inquilino del Quirinale: domani, alle 11, si tornerร in aula per il quinto scrutinio.
ANCORA UNA GIORNATA INTERLOCUTORIA โ Che il quarto scrutinio possa essere ancora interlocutorio appare chiaro giร prima della chiamata, quando prima il Partito Democratico, poi Italia Viva annunciano di votare scheda bianca, decisione poi allargata allโintero fronte diย centrosinistra. Da destra invece sono i Grandi Elettori di Fratelli dโItalia a chiamarsi fuori,ย astenendosi dalla votazioneย (รจ la seconda volta nella storia repubblicana: il precedente risale al 1992, quando furono i Grandi Elettori della Democrazia Cristiana a rifiutare la scheda) e inasprendo laย frattura in seno al centrodestra, nonostante lโapertura mattutina di Forza Italia alla scelta di unย nome di alto profilo istituzionaleย e alla rinuncia a una candidatura di bandiera e a dispetto dei vertici tenuti in mattinata, e a unย confronto con il centrosinistraย e tutto il campo progressista, arrivata dal leader Antonio Tajani. Da parte del MoVimento 5 Stelle, invece, di fronte alla mancanza di nomi validi (โSono un centravantiโ avrebbe detto nella serata di ieri Giuseppe Conte, presidente pentastellato, usando una metafora calcistica โma se non arrivano palle buone รจ complicatoโ), viene data libertร di voto ai propri elettori. Irritato, invece, il leader di IV Matteo Renzi, a cui infastidisce sia la perdurante situazione di stallo (โRischiamo di perdere credibilitร internazionaleโ) sia il continuo emergere di nuovi nomi.
TANTI I NOMI, TANTA LโINCERTEZZA โ Tra i nomi circolati iieri, quello di Elisabetta Belloni, diplomatica e attuale dirigente del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (che secondo alcune fonti sarebbe stato gradito a FdI, ma non ai renziani e ai pentastellati); quello di Pierferdinando Casini (che in realtร รจ tra i nomi caldi sin da prima che avessero inizio le votazioni), che la Lega avrebbe comunque immediatamenteย bocciato; quello diย Marta Cartabia, attuale Ministro della Giustizia, riproposto dal fondatore di Azione, Carlo Calenda; Luigi Manconi, attuale senatore del PD, appoggiato da Sinistra Italiana e da Europa Verde. Insomma, al quarto giorno di scrutinio (e di trattative) emerge ancora un quadro molto frammentato, anche tra forze politiche che appaiono tradizionalmente vicine. Ciascuno non sembra intenzionato a rinunciare al proprio candidato, nรฉ a votare il candidato altrui, a dispetto delle dichiarazioni, nรฉ โ tantomeno โ a discutere su nomi che possano sanare le distanze. La questione Quirinale si intreccia in modo ancora piรน stretto alle sorti del Governo, come ribadito nella serata di mercoledรฌ 26 gennaio dal segretario PD Enrico Letta: โLegare la vicenda del presidente della Repubblica con la tenuta dellโesecutivo non รจ una sgrammaticatura istituzionale.โ avrebbe dichiarato, per poi aggiungere che โDobbiamo fare di tutto per evitare di perdere Draghi, di qualsiasi ruolo si tratti.โ. Insomma, lโelezione del Presidente della Repubblica, rischia di far saltare il banco anche al Governo, a prescindere dal destino dellโattuale Presidente del Consiglio, Mario Draghi e del suo eventuale trasferimento al Colle; appare evidente che nessuna delle forze che compongono lโattuale maggioranza sia davvero disposta a trattare. E, in mancanza di un accordo sulla massima carica dello Stato, potrebbero venire meno anche i patti per sostenere lโattuale esecutivo.
[E.R.]