14.01.2022-12.35 – Secondo i dati emessi ieri dalla Fondazione Gimbe, il Friuli Venezia Giulia risulta avere una copertura vaccinale al di sotto della media nazionale, con tassi che registrato una sensibile differenza da quella delle altre regioni. Allo stato attuale e data l’impennata di contagi della quinta ondata, con numeri mai registrati in quelle precedenti, risulta grave il ritardo sulle terze dosi per il completamento del ciclo vaccinale. I ricoveri di ieri con 369 in area medica sono molto vicini ai 388 che, secondo i parametri stabiliti dal Ministero della Salute, determinano il passaggio di fascia caratterizzato da maggiori restrizioni. In terapia intensiva con i 41 ospedalizzati, si è già andati oltre a quel 20 per cento di occupazione di posti letto che farebbero passare alla zona arancione. Nella settimana 5-11 gennaio la Regione Friuli Venezia Giulia ha registrato un incremento percentuale dei casi totali di contagio da SARS-CoV-2 del 14,3%, mentre negli ultimi 14 giorni (29 dicembre-11 gennaio) si rileva un’incidenza di 3111 casi positivi per 100.000 abitanti. In regione la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari al 77,4 per cento contro la media nazionale del 79. Anche il tasso vaccinale della terza dose si trova al di sotto con un 55,4 per cento contro il 61,5. Per quanto riguarda la percentuale d’incidenza dei nuovi casi su 100.000 abitanti la provincia di Pordenone raggiunge il valore più alto con 2105, Trieste 2071, Udine 1830 e Gorizia 1496. Dati che fanno rabbrividire rispetto a quando si parlava di 150 casi su 100.000 abitanti per le restrizioni relative alla zona gialla. Una situazione che ha già messo in ginocchio il sistema sanitario con una drastica riduzione delle attività ospedaliere ordinarie a causa della progressiva saturazione degli ospedali e di un personale sanitario ridotto ormai allo stremo. Conseguenze che si stanno riversando anche su tutto il resto del comparto pubblico come trasporti, servizi alla persona, uffici pubblici e scuole.
Secondo Nino Caltabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, in un suo comunicato apparso ieri 13 gennaio sul sito della Fondazione “entro fine mese numerose Regioni andranno in zona arancione e qualcuna rischia la zona rossa. Un colore che certificherebbe il fallimento nella gestione della quarta ondata, nonostante la disponibilità di vaccini molto efficaci nel prevenire la malattia grave».
Riccardi ha confermato che dall’8 gennaio scorso sono state inserite tra le categorie che hanno priorità vaccinale anche i nati nel 1972 accanto a quelle già previste dal Ministero della salute che non sono ancora vaccinate. Considerando che la risposta all’effettuazione delle prime dosi e delle terza risulta essere ancora debole, se i posti disponibili non verranno occupati le aziende sanitarie potranno aprirli a tutta la popolazione.
[l.f]