10.03.2021 – 17.02 – Ha alzato un polverone il caso di Lara Lugli, schiacciatrice carpigiana del Pordenone nella B1 di pallavolo che, durante il campionato del 2018-2019, rimase incinta: Lugli decise così di sciogliere il contratto, presentando un decreto ingiuntivo con la richiesta dell’ultimo mese di stipendio, “per il quale avevo interamente lavorato” ha spiegato la pallavolista in un acceso post social, “e prestato la mia attività senza riserve”. Dopo due anni la Società ha citato Lara Lugli per danni, in risposta proprio al decreto ingiuntivo con il quale la giocatrice richiedeva il proprio stipendio. Viene inoltre contestato “l’ammontare dell’ingaggio”, ha continuato Lugli, che preme perché questo episodio non diventi “precedente per le atlete future che si troveranno in questa situazione, perché una donna se rimane incinta non può conferire un danno a nessuno e non deve risarcire nessuno per questo”.
Si dice esterrefatta Tiziana Gibelli, l’assessore regionale allo Sport, in merito al caso di Lara Lugli, che spiega “da assessore allo Sport, ma soprattutto da donna, mi sento di dire una sola parola: vergogna. Vergogna per non aver rispettato un diritto, vergogna per aver svilito ancora una volta la donna, vergogna perché si fa intendere che lo sport sia cosa per uomini, vergogna perché nel 2021 dobbiamo essere ancora qui a commentare episodi del genere”. Gibelli ha inoltre espresso la propria solidarietà e quella dell’Amministrazione regionale alla sportiva in una nota, invitandola ad andare “dritta per la sua strada, perché questa sarà solo una brutta parentesi nella sua vita di sportiva e di donna. C’è un mondo affettuoso e solidale con lei, nello sport e fuori”, ed ha aggiunto – questa volta via Twitter, che la Società “non ha solo un presidente ma anche dei consiglieri, ciò che ho da dire a tutti loro, presidente e consiglieri, lo dirò in privato”.
Anche la senatrice del PD Tatjana Rojc ha espresso il proprio sdegno in un Tweet, spiegando d’aver “presentato oggi (9 marzo ndr) una interrogazione. Alziamo la voce”. La promessa di un’interrogazione parlamentare arriva anche dalla deputata Pd Laura Boldrini, che sempre su Twitter scrive come “la colpa della pallavolista Laura Lugli è quella di essere rimasta incinta. Presenterò un’interrogazione. Ecco perché l’8 marzo dicevo che in Italia c’è poco da festeggiare e molto da lottare per la parità”.
“Il contratto era stato predisposto dall’atleta stessa e dal suo agente” ha dichiarato dal canto suo la Società a Telefriuli, “prevedeva l’immediata cessazione del rapporto in caso di gravidanza, prevedendo penali per cessazione del rapporto. Clausole da noi non esercitate. Nessuno ha citato per danni Lara Lugli. E’ stata la stessa atleta a chiedere e ottenere un decreto ingiuntivo perchè ritiene di vantare dei crediti. Ci siamo sentiti traditi e abbiamo fatto l’unica cosa possibile: difenderci avvalendoci delle clausole contrattuali predisposte da lei stessa e dal suo procuratore”.
Sulla faccenda è intervenuta anche Sandra Savino, deputata di ForzaItalia e Coordinatrice Regionale di ForzaItalia Fvg, che ha dichiarato che “sanzionare e privare dello stipendio un’atleta perché in dolce attesa è semplicemente vergognoso. Senza entrare nel merito degli accordi contrattuali, resta la gravità di una vicenda che mette in evidenza quanto siamo ancora indietro nelle pari opportunità. Inutile festeggiare l’8 marzo se poi una donna non è libera di decidere di diventare madre senza il rischio di incorrere in conseguenze economiche. Come se la gravidanza fosse una colpa”.
mb.r