24.11.2021-10.45 – È stato dato il via libero al primo suicidio assistito ad un malato italiano. È stato attestato dal Comitato Etico dell’Asur delle Marche nei confronti di un soggetto tetraplegico immobilizzato a letto da quasi 11 anni che possiede i requisiti legali.
L’uomo era da più di un anno che chiedeva all’Asur che fossero verificate le sue condizioni per poter accedere un farmaco letale e porre fine alla sue sofferenze. Il malato dopo un prolungato ritardo nelle risposte, avviò un’azione legale nei confronti dell’Azienda sanitaria regionale. Adesso, che l’iter legale si è finalmente concluso, sono state verificate le condizioni del soggetto, da parte di un gruppo di medici specialisti nominati dall’Asur stessa, che hanno confermato le condizioni per l’accesso legale al suicidio assistito previsto dalla sentenza della Corte costituzionale n.242/2019 Fabo-Cappato, la quale determinò un precedente per la non condannabilità in caso di aiuto al suicidio assistito
Le parole di Mario (nome di fantasia): “Purtroppo da 11 anni sono immobilizzato dalle spalle ai piedi, a causa di un incidente stradale, destino, colpa mia, non lo so, ma è andata così. Sto combattendo come un leone da allora, ma a causa dei costanti peggioramenti della mia disabilità e la stanchezza mentale di vivere una vita che di vita naturale e dignitosa non ha più nulla, sono stanco e voglio essere libero di scegliere sul mio fine vita. Nessuno può dirmi che non sto troppo male per continuare a vivere in queste condizioni, negarmi un diritto dato da una sentenza della Corte costituzionale sarebbe, oltre che una gravità assoluta, condannarmi ad una vita fatta di torture, di umiliazioni e di sofferenze che io non tollerò più. Si devono mettere da parte ideologismi, ipocrisia, indifferenza, e ognuno si prenda le proprie responsabilità perché si sta giocando sul dolore e le sofferenze di malati e persone fragili.”
[l.f]
(Fonti Ansa, Avvenire.it, Udinese TV)