20.10.2021-12.35 – Una brochure informativa sul censimento della popolazione, ma scritta esclusivamente in sloveno standard. A riceverla numerose famiglie residenti a Cividale del Friuli, rientranti nel campione casuale individuato da Istat.
“Diversi cittadini mi hanno segnalato quella che è più di un’anomalia: le informazioni in italiano non sono riportate sul pieghevole, ma esclusivamente su un modesto foglio A4, peraltro precedute dalla versione in lingua slovena”, attacca il deputato di Forza Italia Roberto Novelli.
“Tutelare tutte le minoranze linguistiche è sacrosanto, peccato che la comunità slavofona (non slovena) presente nelle Valli del Natisone rivendichi giustamente la propria identità linguistica e storica con una forte contrarietà all’omologazione con la lingua nazionale slovena ufficiale. Il risultato è che sono stati spesi soldi per realizzare una brochure che non serve a nessuno, ma che asseconda inutilmente le rivendicazioni di un altro Stato”, prosegue il deputato.
“Ricordo che Cividale del Friuli è a pieno titolo un comune italiano e friulanofono, mentre discutibile è la sua inclusione nel perimetro territoriale dei Comuni dove è presente una minoranza nazionale slovena. Per queste ragioni ho chiesto a Istat la ragione di questa scelta che discrimina la quasi totalità della popolazione. La risposta è stata che si è trattato di un disguido nella fase di imbustamento e che si porrà rimedio inviando anche la versione italiana. Una soluzione che corregge l’errore, ma non cambia l’errore iniziale: l’inserimento di Cividale nel perimetro dei Comuni con minoranza nazionale slovena”.
“Nel 2019 presentai una proposta di legge di modifica alla legge 38 del 2001 finalizzata alla tutela di tutte le minoranze linguistiche presenti in Friuli Venezia Giulia e alla verifica periodica della presenza delle minoranze nei singoli comuni affidata a Istat. Testo che integrerò con una proposta di revisione delle tabelle dei comuni in cui è considerata storica la presenza della minoranza nazionale slovena: revisione che deve tener conto di un pronunciamento di un consiglio comunale o di una quota maggioritaria della popolazione.
Credo che riportare le cose nell’ alveo della realtà storica, culturale e linguistica di un territorio sia giusto ed eviti situazioni equivoche e surreali come queste”.