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sabato, 19 Aprile 2025

La febbre del Nilo e la nostra regione

12.08.21-12.30 – Dopo la segnalazione di questi giorni nel pordenonese di un caso di Encefalite causata dal Virus del Nilo, andiamo ad approfondire con l’epidemiologo Fulvio Zorzut di cosa si tratta e dei pericoli reali ai quali si può incorrere.
Il virus West Nile Fever, è un flavivirus, che si trova in Africa, in Asia occidentale ed in Medio Oriente. Il virus WNf è stato isolato nel 1937 in esseri umani, uccelli, ed altri animali ma fino al 1999 non era stato isolato nell’emisfero occidentale.
Nella nostre zone i casi di malattia si presentano soprattutto verso la fine dell’estate o ad inizio autunno. Quindi qualche caso, specialmente in ambito lagunare, può essere atteso proprio in questo periodo dell’anno. In Italia la malattia WN negli equini è stata identificata per la prima volta nel 1998, a Padule di Fucecchio, Toscana, in un focolaio che provocò la morte di sei cavalli nel periodo compreso fra agosto ed ottobre di quell’anno.

La malattia si contrae attraverso la puntura delle zanzare infette che a loro volta si infettano alimentandosi del sangue di uccelli infetti, generalmente corvidi.
Si è visto che anche altri tipi di uccelli possono rappresentare il reservoir naturale del virus, otre ai cavalli, ai gatti, ai procioni ed ai pipistrelli. Non risultano evidenze che si possa contrarre la malattia maneggiando uccelli infetti vivi o morti. La malattia non viene trasmessa da uomo a uomo e questo è fondamentale.
Il virus si moltiplica a livello ematico. La percentuale dei decessi varia tra il 3% ed il 15% degli ammalati ed è più alto negli anziani. Il tasso di attacco comunque è molto basso, meno dell’1% delle punture di zanzare infette si traduce infatti in infezione sintomatica.
L’incubazione è di 3-15 giorni. La maggior parte delle infezioni decorrono in modo inapparente. Nelle forme più serie, in particolare modo nelle persone anziane e nei bambini, oltre alla cefalea ed alla febbre, compaiono disorientamento spazio-temporale, tremiti, convulsioni, coma. L’immunità dura per tutta la vita.
L’anamnesi per valutare il rischio reale di esposizione al virus Wnf è decisiva.

I viaggi in zone endemiche sono sicuramente un elemento di rischio anche se ormai è endemica anche da noi. La diagnosi è sierologica e si effettua attraverso la ricerca degli anticorpi. Il controllo dei vettori rappresenta il metodo più efficace per prevenire l’introduzione e la diffusione del WN, in territori indenni e la conseguente trasmissione agli esseri umani ed agli animali, i metodi di controllo dei vettori comprendono sia misure di controllo ambientale (popolazione delle zanzare, disinfestazione delle zone limitrofe ai casi, norme igieniche, applicazione di zanzariere e repellenti chimici) che misure di profilassi comportamentale per la riduzione del rischio di esposizione alla puntura di insetti.

Quali sono, quindi, le precauzioni che si dovrebbero prendere? Principalmente una buona promozione di misure di protezione individuali ed ambientali; sorveglianza sui casi neuroinvasivi umani; controllo sulle donazioni di organi e limitazioni e controlli sulle donazioni del sangue.

m.p.

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