07.08.2021 – 07.30 – Accanto alle demolizioni reali, l’iter di riconversione dell’ex Ferriera di Servola prevede anche una demolizione “burocratica”, attraverso una complicata opera di (s)demanializzaizone che vedrà trasferiti terreni pubblici ad Avedi per il laminatoio a freddo e privati all’Authority portuale per i nuovi piazzali logistici. In quest’ambito i due ostacoli maggiori erano le mancate controfirme del Ministro dello Sviluppo Economico per l’eliminazione delle parti in muratura e i ritardi della società pubblica Invitalia nella realizzazione delle barriere costiere, necessarie a evitare che gli inquinanti fluissero nel mare. È stato lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, ad annunciare che ogni residuo impedimento legale-burocratico da Roma è stato eliminato: via libera dunque alla costruzione delle barriere marine. L’occasione è stata la visita del ministro, dopo l’intervento stampa al G20, alla Ferriera stessa. Una visita non esente da qualche piccola polemica, connessa all’uso della mensa dei lavoratori quale sala rinfresco.
A seguito dell’autorizzazione del ministro Giorgetti, l’ad di Arvedi, Mario Caldonazzo, ha evidenziato che “il programma di investimenti è stato da tempo lanciato e la società Danieli di Buttrio consegnerà gli impianti a partire dal prossimo marzo 2022”. L’ad ha pertanto caldeggiato un’ulteriore accelerazione sul fronte delle autorizzazioni ambientali, insistendo che “vengano rilasciate in tempi oramai rapidissimi in modo che, dopo tanti sforzi, si possa dare inizio ai lavori e rispettare l’accordo sindacale riducendo a soli due anni il periodo di Cig dei lavoratori della nostra azienda”.
Caldonazzo ha anche informato che “lo smantellamento dell’area a caldo è pressoché terminato e siamo pronti a costruire due nuovi capannoni per creare un sito di lavorazioni secondarie capace di trasformare 1 milione di tonnellate di prodotti, incrementando naturalmente la forza lavoro”.
[z.s.]