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sabato, 19 Aprile 2025

Pipistrelli o provette? Alle origini del Covid, finora tutto meno che certezze

12.07.2021 – 08.00 – Covid, finora 4 milioni e 102 mila guariti (il 97 per cento; fra le persone attualmente ammalate, a livello mondiale solo lo 0,4 per cento è in condizioni serie). Come va con le teorie sulla sua origine? L’ultimo giro di vite, in toni piuttosto accesi e in chiave ostile alla Cina (la quale ha sempre negato qualsiasi responsabilità), l’aveva data il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, con l’ordine ai servizi di sicurezza statunitensi di “raddoppiare” gli sforzi investigativi sulla provenienza del virus, compresa la nota teoria del laboratorio di Wuhan: la scadenza imposta da Biden per la presentazione di un rapporto – i 90 giorni – si avvicina e fra un mese, quindi, dovremmo saperne di più. Sulle origini del virus, in realtà, i servizi segreti statunitensi stanno lavorando già da un anno, finora senza grandi risultati: anzi già Donald Trump aveva affermato di avere “prove certe” di un coinvolgimento cinese nell’ingegnerizzazione del virus (poi mai presentate), dichiarazione seguita da una smentita della National Intelligence (che aveva dichiarato, all’epoca, di “concordare con la comunità scientifica internazionale”, e la comunità scientifica, lo si sa, ritiene il passaggio dall’animale all’uomo l’ipotesi che ha più fondamento). Con Biden la teoria ha ripreso piede e siamo oggi alla “spia-contro-scienziato”, per motivazioni che più politiche di così difficilmente potrebbero apparire.

Così come non si sono fermate le indagini degli 007, però, neppure quelle degli scienziati (che hanno preso il via a inizio 2020 proprio attraverso un team dell’OMS al quale se ne sono affiancati altri) si sono arrestate, e l’idea che si tratti di un virus assolutamente naturale ha preso di recente ancora più peso21 ricercatori hanno pubblicato uno studio preliminare nel quale è stata raccolta l’evidenza scientifica dei fatti relativi alla prima fase dell’epidemia: i momenti iniziali, quindi, e la sua dibattuta origine. “Non è vero”, ha sottolineato il professor David Robertson, virologo dell’Università di Glasgow, “che non si sa da dove il virus sia arrivato. Non sappiamo come sia passato all’uomo”. È cosa accettata dalla comunità scientifica che un parente prossimo del virus che causa il Covid-19, un suo progenitore, sia la causa di una malattia circolante nei pipistrelli selvatici, che ne sono portatori sani. Finora non c’è prova certa che identifichi un pipistrello positivo al virus del Covid per come lo conosciamo, o una conferma di un vero e proprio “paziente zero” umano: verosimilmente, però, il virus del Covid-19 circolava già dal 2017, senza aver trovato un modo per contagiare comunità più ampie, e sicuramente le sue proprietà biologiche sono estremamente simili a quelle di altri virus trovati nei pipistrelli. Lo studio pubblicato ricorda la similitudine anche fra l’emergenza Covid e la prima emergenza Sars, nel 2003: nel caso della Sars, il virus era stato isolato nel Musang, o “Civetta delle palme”, un animale di medie dimensioni molto comune in Asia che può ricordare un po’ un gatto, che vive sugli alberi ed è molto cacciato e venduto nei mercati. I ricercatori avevano poi trovato il virus della Sars proprio nel 2017 in una popolazione di pipistrelli nel sud della Cina. Nel caso della Sars, l’intero percorso del virus dall’animale selvatico all’uomo era stato tracciato; nel caso del virus del Covid, manca ancora la specie intermedia, ma la similitudine c’è e ci sono anche i mercati di animali selvatici nei quali decine di specie e decine di migliaia di esemplari vengono venduti, focolai ideali per la trasmissione di nuove malattie e per il “salto” dagli animali selvatici stessi all’uomo. Per i ricercatori il “salto di specie” rimane di gran lunga lo scenario più probabile, e alla stessa conclusione è arrivato il team di investigazione OMS che ha visitato Wuhan.

E il laboratorio, allora? Si tratta dell’ormai molto noto istituto di virologia cinese che studiava già da una decina d’anni, ed era notizia pubblica, proprio i Coronavirus nei pipistrelli. Secondo il rapporto pubblicato, nessuno dei virus studiati in laboratorio erano, o avrebbero potuto essere, manipolabili fino a farli diventare il Sars-CoV-2. Non tutti gli scienziati hanno però accettato questa conclusione, chiedendo ulteriori ricerche: molti, semplicemente, non si fidano delle informazioni che il governo cinese ha passato all’OMS, e l’unica strada sensata per chiudere la questione – cosa che andrebbe a beneficio sia della comunità scientifica che della popolazione globale, rendendo molto difficile che una nuova pandemia possa prendere di sorpresa il mondo – è aumentare gli sforzi d’investigazione ancora di più, ottenendo una collaborazione da parte del governo cinese che dev’essere sicuramente maggiore di quella dimostrata finora- Altrimenti, in assenza di prove certe, ciascuno spingerà per veder accolta la propria ipotesi come la migliore e quella giusta, e infatti per ora, in attesa della pubblicazione del rapporto degli 007 commissionato da Biden, la discussione continua. E probabilmente, fin che ci sarà politica su questa terra, continuerà ancora. Nel frattempo, molti degli scienziati che hanno rigettato l’ipotesi della fuga del virus dal laboratorio di Wuhan sono finiti sotto attacco, in particolare su Internet: la platea Social ha bisogno di risposte semplici, non necessariamente corrette e possibilmente sfruttabili in un contesto elettorale.

[r.s.]

Roberto Srelz
Roberto Srelzhttp://www.centoparole.it
Giornalista pubblicista. Direttore responsabile Trieste All News.

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