14 C
Udine
sabato, 19 Aprile 2025

Udine: la “Giustizia dorata” di Piazza Libertà vince al TAR la Soprintendenza delle Belle Arti

Fontanini: “Io ringrazio il TAR del Friuli Venezia Giulia che ha dato ragione al Comune di Udine per il ricorso che abbiamo fatto”

08.07.2021-11.43 – La proposta del Comune di Udine, fu presentata alla Soprintendenza delle Belle Arti, per il ripristino degli elementi dorati della statua della Giustizia in Piazza Libertà. Interventi che prevedevano la doratura degli elementi metallici della corona, della bilancia e della spada, riportando l’opera al suo aspetto originale. Tale richiesta fu dettata sia da un’esigenza estetica sia dalla volontà di ristabilire quella linea simbolicamente immaginaria a cui sono collegati il sole dorato dell’orologio e l’Angelo del Castello. L’oro dal medioevo in poi venne utilizzato, fino alla scoperta della pittura ad olio ad opera pittore Jan Van Eyck, dagli artisti e artigiani del tempo per rappresentare il non reale. Quei valori morali al di sopra della volontà umana che determinano la perenne e tormentata tensione a cui essa deve tendere.

La figura allegorica della Giustizia di Udine, eretta su di una colonna nell’angolo ovest di Piazza Libertà, fu innalzata nel 1614, secondo i “Canoni Estetici” della fine del Cinquecento codificati da Cesare Ripa, da Melchisedech Longhena – figlio del noto architetto Baldassarre. Il valore simbolico della statua, situata nel cuore storico della città, è imprescindibile dal complesso degli altri elementi scultorei ed architettonici che la circondano e dialogano con essa, rappresentativi dell’azione del buon governo e del potere della Serenissima Repubblica di Venezia. A questi, in modo significativo, appartengono: la colonna di San Marco con il Leone marciano della Serenissima (copia ottocentesca di un originale del 1539) e la Loggia del Lionello (costruita tra il 1446 e 1458 in stile gotico veneziano).

La richiesta del Comune non fu accettata dalla Soprintendenza per mancanza di ragioni valide. L’organismo non tenne in considerazione le motivazioni storico ed estetiche, ma solamente l’aspetto della conservazione del manufatto ritenuta di per sé stessa sufficiente. In seguito al rifiuto del 23 di aprile Palazzo D’Aronco fece ricorso al TAR.  Ricorso che attualmente è stato riconosciuto dal Tribunale Amministrativo, annullando il diniego alla doratura delle parti metalliche e condannando la Soprintendenza a rifondere 2 mila euro di spese di giudizio.

Il Sindaco di Udine Pietro Fontanini, in un’intervista a Telefriuli, ha così commentato la vicenda: “Nel 1622, questa statua era stata dorata con il contributo del Comune di Udine, e noi vogliamo riportarla allo splendore di quegli anni. La Soprintendenza ha l’obbligo di mantenere le opere d’arte nella loro bellezza originaria. Quest’opera, che è già stata restaurata in parte, è priva della doratura. Un elemento fondamentale perché la riporta al tempo della realizzazione nel 1600 ripristinando la bellezza della Giustizia dorata. Io ringrazio il TAR del Friuli-Venezia Giulia che ha dato ragione al Comune di Udine per il ricorso che abbiamo fatto”.

[l.f]

(Fonti: artbonus.gov.it e Telefriuli)

Ultime notizie

Dello stesso autore