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venerdì, 30 Maggio 2025

Indagine sugli studenti udinesi neomaggiorenni: una generazione che vuole partecipare e contare

29.05.25 – 14.00 – Ascoltare i giovani per conoscerli davvero, a partire dai loro vissuti, dai timori e dalle aspirazioni. È l’obiettivo della prima indagine promossa dal Comune di Udine in collaborazione con Ires Fvg, rivolta ai neomaggiorenni che frequentano gli istituti superiori della città. Il risultato è un’analisi approfondita che ha coinvolto oltre duemila studenti e studentesse, offrendo uno spaccato realistico di una generazione spesso esclusa dai processi decisionali, ma che dimostra di voler partecipare e contare.

L’indagine ha esplorato diversi aspetti della vita quotidiana e delle prospettive dei giovani: dal grado di soddisfazione personale all’atteggiamento verso il futuro, dai progetti dopo il diploma al rapporto con le istituzioni. Dalle risposte emerge un quadro fatto di luci e ombre, segnato da disuguaglianze economiche e di genere, ma anche da un desiderio diffuso di esprimersi e di costruire percorsi autonomi.

Solo poco più della metà degli intervistati si dichiara almeno “abbastanza soddisfatto” della propria vita, mentre un giovane su tre si dice poco soddisfatto o addirittura infelice. A pesare maggiormente sul benessere personale sembra essere la condizione economica della famiglia: tra chi vive situazioni più stabili, uno su tre si dichiara molto felice; tra chi invece affronta difficoltà, la percentuale scende al 5%. Anche le relazioni tra pari, in apparenza positive, risentono delle disparità economiche, così come si evidenziano differenze sensibili tra ragazze e ragazzi. Questi ultimi tendono a riportare livelli più alti di soddisfazione sia rispetto alla propria vita che ai rapporti con gli amici.

Il futuro divide: il 43% degli studenti ammette di avere paura per ciò che verrà, mentre solo il 15% affronta con serenità l’orizzonte che si apre dopo la scuola. Le ragazze si mostrano più preoccupate rispetto ai coetanei maschi, e ancora una volta è la situazione economica a condizionare lo sguardo verso il domani: la paura cresce tra chi proviene da famiglie con maggiori difficoltà. Allo stesso tempo, molti sognano un futuro oltre i confini nazionali: oltre il 42% vorrebbe vivere all’estero, una scelta ancora più frequente tra le ragazze e tra chi è nato fuori dall’Italia. La mobilità internazionale si conferma dunque come un orizzonte concreto per molti giovani, attratti da opportunità che spesso percepiscono come inaccessibili nel contesto locale.

I progetti post-diploma raccontano una generazione che, pur tra mille incertezze, continua a investire nella formazione. Il 70% degli intervistati intende proseguire gli studi universitari, con una netta prevalenza tra le ragazze (quasi l’80% contro il 61% dei ragazzi). Colpisce anche l’alta percentuale di chi sogna un lavoro autonomo o imprenditoriale. Ma non mancano le preoccupazioni: più della metà dei maturandi teme per il proprio futuro professionale, con una marcata ansia tra le giovani donne. Il timore principale resta quello di finire in un lavoro sottopagato, seguito dalla paura della disoccupazione e della precarietà.

Il rapporto con la politica e le istituzioni rivela un atteggiamento più articolato. Sebbene solo una minoranza creda nell’efficacia di strumenti come i social media o il contatto diretto con i rappresentanti politici, oltre la metà considera il voto un mezzo utile per far sentire la propria voce. Anche in questo caso, sono le ragazze a mostrare maggiore fiducia nello strumento elettorale. Le proposte che emergono dagli studenti sono chiare: chiedono più occasioni per sviluppare competenze professionali, come stage e corsi di formazione, ma anche più spazi culturali e ricreativi.

“Per la prima volta ascoltiamo direttamente la voce dei giovani – ha commentato l’assessora alle politiche giovanili Arianna Facchini – e questo ci permette di orientare con più consapevolezza le nostre scelte. Il nostro obiettivo è tutelare il diritto alla serenità in un’età fragile e accompagnare i giovani nella costruzione del proprio futuro con strumenti reali e risposte concrete. Non possiamo più permetterci di ignorare le loro richieste”. A sottolineare il valore della ricerca è anche Alessandro Russo, ricercatore di Ires Fvg: “Nonostante le tante preoccupazioni emerse, sorprende la fiducia che i giovani ancora ripongono nella partecipazione. Un segnale da non trascurare, se si vuole davvero coinvolgerli nella vita della comunità”.

 

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