26.05.25 – 16.00 – Udine ritrova uno dei suoi edifici storici. Dopo anni di abbandono e alterazioni, Palazzo Schiavi è stato oggetto di un importante intervento di restauro che ne ha restituito il valore architettonico e storico, adattandolo nel contempo alle esigenze funzionali contemporanee. L’edificio, oggi sede della Coldiretti Friuli Venezia Giulia e della federazione provinciale di Udine, è stato restaurato su progetto degli architetti Paolo Galante e Giulio Merluzzi.
«Ci fa enorme piacere presentare una ristrutturazione che restituisce alla comunità un edificio aggiornato alle necessità d’uso attuali, ma che conserva intatte le sue qualità originarie – ha commentato Martin Figelj, presidente regionale di Coldiretti Fvg, nell’inaugurare la nuova sede –. Un progetto particolarmente significativo per una federazione che, proprio l’anno scorso, ha celebrato gli 80 anni riaffermando i propri valori sociali ed economici».
A sottolineare il valore dell’intervento è stato anche il direttore regionale Cesare Magalini, che ha ringraziato i colleghi e i collaboratori per l’impegno dimostrato. «Non capita tutti i giorni, nella carriera di un direttore, inaugurare una sede che sia allo stesso tempo regionale e provinciale».
Alla cerimonia sono intervenute numerose autorità. Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha parlato di Coldiretti come di «una parte viva della città», citando il mercato coperto di Campagna Amica in viale Tricesimo e i mercati settimanali nei quartieri, «punti di riferimento per chi cerca prodotti locali, tracciabili, di qualità». Il presidente della Camera di commercio Pn-Ud, Giovanni Da Pozzo, ha posto l’accento sul turismo, definendolo «settore trasversale» e sottolineando come l’agricoltura, rappresentata con competenza da Coldiretti, ricopra un ruolo centrale.
Parole di orgoglio anche da parte di Cristiano Melchior, presidente provinciale, che ha ricordato i suoi predecessori e il lungo lavoro svolto a beneficio del territorio. Mentre il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e l’assessore regionale alle Risorse agroalimentari, Stefano Zannier, hanno evidenziato il valore strategico della collaborazione tra l’ente pubblico e Coldiretti.
Il segretario generale Vincenzo Gesmundo e il presidente nazionale Ettore Prandini hanno ribadito l’impegno dell’organizzazione nella tutela degli interessi degli agricoltori. Prandini ha parlato di Palazzo Schiavi come di un progetto «che oggi tocchiamo con mano in termini di bellezza e di efficienza», ringraziando in particolare i dipendenti per la loro professionalità. «È un modello che proponiamo al Paese – ha detto – perché la cultura e la civiltà contadina affondano le radici in un’identità che non può essere scalfita, nemmeno dalle spinte all’omologazione produttiva provenienti dall’Europa. Qui si lavora per la distintività, per valorizzare le eccellenze di ogni territorio».
Un secolo di storia
Costruito tra il 1911 e il 1912 su progetto degli architetti Berlam per volontà dell’avvocato Schiavi, il palazzo si affaccia su via Savorgnana, via Gorghi e via Rauscedo, nel cuore del centro storico. Nato come edificio a destinazione mista – studi professionali, negozi e abitazioni –, ha ospitato negli anni anche il Comando Militare “Divisione Mantova”.
Il suo impianto architettonico ruota attorno all’androne e alla scala principale, ma sono soprattutto le facciate a caratterizzarlo: al piano terra il bugnato rustico incornicia finestre architravate ad arco, mentre ai piani superiori spiccano balconi, logge angolari e un’elegante trifora con timpano, che conferisce all’insieme un aspetto solenne. Sul retro si apre un giardino con fontana e alberi d’alto fusto, delimitato da un muro in bugnato e grata in ferro battuto, in armonia con l’edificio.
All’interno, i materiali originali sono stati preservati con cura: pavimenti in seminato veneziano, colonne in pietra artificiale lucidata, scala con inserti in marmo, parquet a spina di pesce al primo piano.
Il restauro
L’intervento ha affrontato i segni del tempo con un approccio rispettoso e filologico. Le facciate sono state ripulite, le modanature deteriorate ricostruite, il tetto e le gronde interamente ripristinati. Gli ambienti interni sono stati razionalizzati, rimuovendo superfetazioni non originali e migliorando l’accessibilità senza compromettere l’equilibrio architettonico.
Particolare attenzione è stata riservata alla scala che porta agli uffici ricavati nel sottotetto, dove è stato anche restaurato un lucernario d’epoca. Il giardino è stato oggetto di una riqualificazione completa, con un recupero fedele alla planimetria storica.
Palazzo Schiavi torna così a raccontare la propria storia attraverso l’architettura. Un restauro che non è solo un recupero fisico, ma anche un gesto culturale: restituisce a Udine un tassello prezioso della sua identità urbana.