20.05.25 – 08.00 – Pasti sani, sostenibili e accessibili. È su questi pilastri che si fonda il servizio di ristorazione scolastica del Comune di Udine, oggi al centro di un percorso di crescita che intreccia qualità alimentare, inclusività e responsabilità sociale. L’Amministrazione comunale ha scelto di investire in modo significativo in questo ambito, considerandolo non come una semplice voce di spesa, ma come uno strumento educativo e di welfare fondamentale per bambini e famiglie.
A sottolinearlo è l’assessore all’Istruzione Federico Pirone, che nel presentare il servizio in una conferenza stampa svoltasi il 19 maggio ha definito la mensa scolastica «un servizio con un valore educativo da tutelare. Mangiare a scuola non è come mangiare in un fast food. Abbiamo voluto fare scelte coraggiose, puntando su qualità e accessibilità, perché crediamo che ogni bambino debba avere le stesse opportunità, a prescindere dal contesto di partenza».
Questa visione si è tradotta in una revisione profonda del servizio, con nuovi capitolati d’appalto attivati dall’anno scolastico 2023/24. Il punteggio di gara ha privilegiato in modo marcato la qualità rispetto all’offerta economica (90% contro 10%), e il costo del pasto è stato adeguato per riflettere l’aumento degli standard: da 4,50 euro a 6,40 euro per le scuole primarie e secondarie, e a 6,27 euro per le scuole dell’infanzia.
Un investimento che ha già prodotto risultati tangibili. Nel 2024, il report di Food Insider ha riconosciuto l’impegno di Udine, premiandola con un balzo di dieci posizioni nella classifica nazionale delle mense scolastiche, dal 29° al 19° posto. Merito di scelte orientate alla sostenibilità – come l’uso di stoviglie riutilizzabili, la riduzione degli sprechi, l’impiego di prodotti biologici e locali – ma anche di un lavoro sinergico che ha coinvolto famiglie, scuole, commissioni mensa, tecnologi alimentari e associazioni.
A dicembre 2024, gli iscritti al servizio hanno superato quota 4.000, rispetto ai 3.950 dell’anno precedente, con una crescita del 32% nelle scuole secondarie. Ogni giorno vengono serviti oltre 3.600 pasti in 44 scuole cittadine. In parallelo, l’Amministrazione ha attivato mense interne in nuovi plessi scolastici e investito in attrezzature per 75.000 euro, permettendo la preparazione diretta dei pasti, senza ricorso a centri cottura esterni.
Grande attenzione è stata riservata anche al sistema tariffario. Se la tariffa massima – rilevata dal report di Cittadinanzattiva – è di 5,95 euro per le scuole primarie, grazie alle agevolazioni basate sull’ISEE, la media effettiva scende a 3,83 euro. Il Comune ha inoltre previsto un ulteriore contributo che porta la tariffa a 0,82 euro per le famiglie con ISEE inferiore a 3.000 euro. Per chi sceglie l’abbonamento mensile, è applicato uno sconto fino al 20%.
La qualità è costantemente monitorata, sia attraverso il lavoro di un tecnologo alimentare, sia grazie alla Commissione Mensa, che effettua sopralluoghi e riunioni regolari con l’amministrazione. A questo si aggiunge il “Tavolo sull’Educazione e la Democrazia Alimentare”, che coinvolge istituzioni, università e associazioni, e promuove politiche condivise in materia di alimentazione scolastica.
Il menù viene aggiornato stagionalmente, con piatti preparati al momento, senza alimenti processati. Il pane è fresco e locale, senza additivi. Le materie prime provengono in gran parte da agricoltura biologica, con certificazioni DOP, IGP e AQUA, e con una maggiore varietà alimentare, inclusa l’introduzione di più legumi. Anche la merenda è stata ripensata: oltre 2.300 alunni ricevono spuntini salutari tre volte a settimana, come yogurt e pane speciale.
Sul fronte della comunicazione, due app dedicate (“Menù Chiaro” e “Ristorazione Scolastica”) permettono ai genitori di accedere a menù, informazioni nutrizionali e servizi, come la comunicazione delle assenze.
Sostenibilità significa anche lotta agli sprechi. Il Comune ha introdotto un sistema di monitoraggio degli scarti alimentari per istituto e per portata. L’obiettivo è chiaro: ridurre l’impatto ambientale e garantire un uso responsabile delle risorse.
Il servizio si conferma anche come presidio sociale. Nel 2023/24, il 60% degli iscritti proveniva da famiglie con ISEE inferiore a 16.000 euro, e il 30% da famiglie con ISEE sotto i 7.500 euro. Numeri che confermano la funzione della mensa scolastica come strumento di welfare. Udine, con un indice di vulnerabilità sociale pari a 98,13 (contro una media regionale di 96,62), evidenzia l’importanza di servizi pubblici capaci di ridurre le disuguaglianze. Anche l’incidenza delle famiglie in potenziale disagio è più alta in città (1,2%) rispetto alla media regionale (0,8%).
In questo quadro, la ristorazione scolastica a Udine non è solo un servizio ma una scelta politica precisa, orientata alla tutela del diritto all’educazione, alla salute e all’inclusione. Un modello che coniuga qualità, equità e attenzione al territorio, e che punta a far crescere i cittadini di domani a partire dai piccoli gesti quotidiani.
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