11.04.2025 – 10.00 – Il sindaco di Preone, Andrea Martinis, e il coordinatore del gruppo comunale di Protezione civile, Renato Valent, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di omicidio colposo e violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro. La decisione è stata presa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Udine, Roberta Paviotti, in relazione all’incidente del 29 luglio 2023, nel quale il volontario della Protezione civile Giuseppe De Pauli ha perso la vita, colpito da un ramo mentre monitorava un’area colpita dal maltempo.
La prima udienza del processo è fissata per il 3 giugno davanti al giudice Daniele Faleschini Barnaba. A sostegno di Martinis e Valent, numerosi sindaci e amministratori della Carnia si sono presentati in tribunale indossando la fascia tricolore, manifestando solidarietà ai colleghi coinvolti.
L’assessore regionale alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, ha commentato la vicenda affermando che se le attuali leggi portano al rinvio a giudizio di chi offre il proprio tempo gratuitamente per il bene della comunità , allora tali normative necessitano di una revisione. Riccardi ha sottolineato che, diversamente, si rischia la paralisi della Protezione civile, rappresentando una sconfitta non solo per la Regione Friuli Venezia Giulia, ma per l’intero Paese.
Il caso ha sollevato interrogativi sulle responsabilità legali dei volontari e dei loro coordinatori nelle operazioni di emergenza, evidenziando la necessità di un equilibrio tra la tutela legale e l’efficacia delle attività di Protezione civile
L’assessore regionale ha auspicato che il ministro Nordio proceda al più presto rispetto a quanto annunciato agli Stati generali della Protezione civile in quanto la riforma delle responsabilità che riguarda la Protezione civile, le forze dell’ordine e altri protagonisti della Sicurezza e Salute delle persone è un’urgenza del Paese.
L’Amministrazione regionale continuerà a stare al fianco del sindaco e del coordinatore del gruppo comunale e ha annunciato di essersi già attivata, attraverso lo stesso assessore, presso il Capo di dipartimento e gli omologhi delle altre Regioni.
Viene ribadita la necessità che Governo e Parlamento intervengano nuovamente perché se delle correzioni c’erano già state, questo esito dimostra che non bastavano.