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lunedì, 17 Febbraio 2025

Primo fine settimana con la “zona rossa” a Udine, a ridosso del centro storico

17.01.2025 – 17.50 – A Udine il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal Prefetto Domenico Lione, riunitosi lo scorso 16 gennaio, ha individuato una “zona rossa” a ridosso del centro città, che include anche il parco Moretti: un’area off-limits, dove è vietata la presenza di soggetti pericolosi o pregiudicati e la Polizia può disporne l’allontanamento.

All’interno di queste “zone rosse”, sarà vietato sostare per individui con precedenti penali o segnalazioni per reati contro la persona, il patrimonio o legati agli stupefacenti. La violazione di tali disposizioni comporterà sanzioni penali e l’adozione di misure come il DASPO urbano o l’avviso orale da parte del Questore.

Queste misure resteranno in vigore fino al 10 marzo, con un incremento dei controlli nelle aree designate. È prevista una presenza costante delle Forze dell’Ordine nelle zone interessate.

Le obiezioni

Da parte di alcuni ambienti politici, tuttavia, si rimarca che più che ad azioni repressive si dovrebbe piuttosto ricorrere a politiche di integrazione efficaci, per affrontare le radici stesse della microcriminalità, che spesso affondano in mancato riconoscimento e scarsa assistenza sociale.

Inoltre, la definizione di “zona rossa” potrebbe avere l’effetto collaterale di rafforzare la percezione di insicurezza e stigmatizzazione di un’area, disincentivando la frequentazione da parte dei cittadini che non si sentono più a loro agio a percorrerla. Questo potrebbe ridurre il flusso di attività sociali e commerciali, contribuendo ulteriormente al degrado. Meno presenza di “normali cittadini” spesso significa meno sorveglianza sociale naturale, un fattore che, in molti casi, può incrementare fenomeni di criminalità o abbandono.

Etichettare un’area come “zona rossa” può condizionare negativamente l’immaginario collettivo, danneggiando irreparabilmente la sua reputazione. Questo è un tema delicato che richiede una gestione equilibrata da parte delle autorità, bilanciando le necessità di sicurezza con interventi mirati alla rigenerazione urbana e al coinvolgimento della comunità.

Cosa sono le “zone rosse”

Le “zone rosse” sono aree urbane specifiche in cui viene vietata la presenza di individui ritenuti pericolosi o con precedenti penali, al fine di garantire la sicurezza pubblica e la piena fruibilità degli spazi cittadini. Questa misura è stata introdotta dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, attraverso una direttiva inviata ai prefetti, con l’obiettivo di contrastare fenomeni di criminalità diffusa e degrado urbano.

Le ordinanze che istituiscono le “zone rosse” vengono ritenute particolarmente utili in contesti caratterizzati da fenomeni di criminalità diffusa e situazioni di degrado, come le stazioni ferroviarie e le aree limitrofe, nonché le “piazze dello spaccio”, dove sono già in atto operazioni interforze ad alto impatto. Inoltre, queste misure possono essere applicate in altre aree urbane, come le zone della movida, caratterizzate da un’elevata concentrazione di persone e attività commerciali, dove si registrano spesso episodi di microcriminalità, violenza, vandalismo, abuso di alcol e degrado.

L’implementazione delle “zone rosse” prevede che le forze dell’ordine possano allontanare immediatamente i soggetti indesiderati dalle aree designate. In caso di violazione del divieto di accesso, sono previste sanzioni che possono includere fino a tre mesi di carcere e una multa fino a 200 euro.

Questa strategia è stata già applicata in città come Firenze e Bologna, dove, negli ultimi tre mesi, sono stati emessi 105 provvedimenti di allontanamento su 14.000 persone controllate.

 

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