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mercoledì, 16 Aprile 2025

Quattro persone indagate per la morte dei tre giovani travolti dalla piena del Natisone

02.12.2024 – 22.25 – Sono stati notificati quattro avvisi di garanzia per il tragico incidente sul fiume Natisone avvenuto il 31 maggio scorso, nella quale persero la vita Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Molnar, travolti dalla piena.
Si tratta di tre vigili del fuoco appartenenti alla sala operativa e un infermiere in servizio presso il Numero Unico di Emergenza 112.

Il procuratore capo, Massimo Lia, ha confermato la notizia all’agenzia giornalistica ANSA, precisando che l’inchiesta si concentra esclusivamente su coloro che hanno gestito i protocolli di emergenza. Nessuna accusa è stata rivolta ai vigili del fuoco che hanno coraggiosamente operato sul luogo dell’incidente nel tentativo di salvare i tre giovani.
Il reato ipotizzato dalla Procura è quello di omicidio colposo. I primi interrogatori sono stati programmati per mercoledì 4 dicembre.

Nei sei mesi trascorsi dall’incidente, gli investigatori hanno condotto un’analisi approfondita delle comunicazioni intercorse nel corso della drammatica emergenza, esaminando dettagliatamente tabulati telefonici e registrazioni.

Particolare attenzione è stata dedicata alle chiamate effettuate da Patrizia Cormos al 112, nel disperato tentativo di ottenere aiuto mentre lei e i suoi amici erano intrappolati dalla piena improvvisa del torrente. Sono state inoltre valutate le comunicazioni tra la sala operativa sanitaria Sores Fvg, di cui fa parte l’infermiere indagato, e quella dei vigili del fuoco.

Uno degli aspetti centrali dell’indagine riguarda il dialogo tra l’infermiere della Sores Fvg e il personale dei vigili del fuoco. Secondo le procedure operative standard, il primo operatore del 112, che fa capo a una struttura di Protezione Civile, è incaricato di ricevere la chiamata di emergenza, smistandola successivamente al collega della centrale sanitaria Sores Fvg e alle unità dei vigili del fuoco competenti per il territorio. La Procura ha giudicato corretta questa prima fase di gestione, spostando l’attenzione sulle fasi successive, al fine di verificare l’aderenza di tutte le azioni al protocollo operativo.

La notifica degli avvisi di garanzia ha destato sconcerto e preoccupazione all’interno della centrale operativa della Sores Fvg. Sebbene l’indagine coinvolga direttamente un solo infermiere, l’intero personale si è sentito chiamato in causa. Risulta infatti complesso attribuire una responsabilità penale a un operatore impossibilitato, per la natura stessa del suo ruolo, a verificare sul campo le reali condizioni di emergenza riportate durante una chiamata.

Tuttavia, il personale si dice fiducioso che la magistratura saprà accertare con precisione se il comportamento dell’infermiere sia stato pienamente conforme ai protocolli in vigore e se eventuali mancanze siano configurabili come omissioni rilevanti sul piano legale.

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