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sabato, 19 Aprile 2025

Udine celebra la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate

04.11.2024 – 19.05 – Oggi 4 novembre la città di Udine ha celebrato la Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate con una serie di eventi solenni, onorando la memoria dei caduti e l’impegno dei militari italiani. La giornata è iniziata in piazza Libertà con la cerimonia dell’alzabandiera, a cui hanno partecipato il sindaco Alberto Felice De Toni, il prefetto Domenico Lione, il questore Domenico Farinacci e il comandante della Brigata Alpina Julia Francesco Maioriello. Alla cerimonia hanno preso parte anche un picchetto dell’8° reggimento Alpini e la Fanfara della Brigata Julia, che ha accompagnato l’evento con l’inno e brani solenni.

Successivamente, il sindaco De Toni ha presieduto alla consegna delle onorificenze al merito della Repubblica Italiana nella sede della Prefettura. Nel pomeriggio, insieme al vicesindaco Alessandro Venanzi, ha deposto una corona al Monumento della Divisione Julia e presso il Tempio Ossario in onore dei caduti. La giornata si è conclusa nuovamente in piazza Libertà con l’ammainabandiera, la deposizione di una corona al Tempietto dei Caduti e i discorsi ufficiali, in ricordo del sacrificio e dell’impegno delle Forze Armate.

Contemporaneamente, l’assessora all’Ambiente ed Energia Eleonora Meloni ha rappresentato il Comune di Udine al Sacrario militare di Redipuglia, dove si è svolta la cerimonia ufficiale a cui ha partecipato anche il presidente del Senato Ignazio La Russa. Il Sacrario, che custodisce le spoglie di 100.000 caduti della Prima Guerra Mondiale, ha accolto il presidente del Senato e una folta delegazione di autorità e associazioni combattentistiche, onorando la memoria dei caduti e riaffermando i valori di libertà e democrazia.

“L’Italia – ha dichiarato l’assessora Eleonora Meloni – oggi ricorda la fine della Prima Guerra Mondiale, un evento che ha segnato profondamente anche la nostra terra. È doveroso rendere omaggio a coloro che hanno sacrificato la loro vita per la libertà e ringraziare le donne e gli uomini delle Forze Armate, sempre in prima linea per difendere questi valori, in Italia e all’estero”.

Il discorso del sindaco

Pubblichiamo integralmente il discorso del sindaco Alberto Felice De Toni:

Cari cittadini e care cittadine di Udine, autorità civili e militari, associazioni combattentistiche e d’arma, e a tutti voi qui presenti, oggi celebriamo il 4 novembre, una giornata profondamente significativa per il nostro Paese, un giorno in cui rendiamo onore all’Unità Nazionale e alle Forze Armate. Una data che richiama alla nostra memoria il valore, il sacrificio e il coraggio di coloro che hanno lottato per l’unità della nostra Italia.
Il 4 novembre segna la fine della Prima Guerra Mondiale, un conflitto che ha segnato le nostre terre e le nostre genti, e che ha lasciato un’eredità di memoria e di monito per le generazioni a venire. Udine, e l’intero Friuli, furono teatro di eventi che cambiarono per sempre il corso della storia. Le nostre montagne, i nostri fiumi e le nostre città furono testimoni del sacrificio di oltre 500 mila giovani uomini, poco più che ventenni, partiti da ogni angolo d’Italia e mai più tornati a casa.

Ogni volta che mi capita di passare nell’isontino non posso fare a meno di pensare ai caduti e al loro sangue che tinse di rosso il fiume Isonzo. Oggi il nostro pensiero va a loro: ai caduti, ai feriti e a coloro che sopportarono il peso di una guerra che non fu solo combattuta al fronte, ma anche nelle famiglie e nelle comunità che dovettero affrontare le difficoltà e il dolore della perdita. La prima guerra mondiale è stata, nei fatti, la quarta guerra di indipendenza Italiana, una guerra che ha visto Udine come sua capitale, dove era di stanza il centro di comando dell’esercito italiano. Una guerra che ha desertificato il Friuli – e parte del Veneto fino al Piave – lasciandolo distrutto. Un Friuli che però, come sempre, ha saputo rialzarsi, ricostruirsi partendo da zero, come una stella che torna a splendere. La stessa stella che troviamo ancora oggi nel simbolo della Repubblica Italiana.

Forse non tutti conoscono il significato dell’emblema che identifica il nostro Stato. Al suo interno troviamo proprio la Stella d’Italia, bianca con bordo rosso a cinque punte, un simbolo che già nella mitologia greco-romana rappresentava la penisola italica. Sotto la stella troviamo invece una ruota dentata di acciaio, rappresentazione del lavoro e del progresso che stanno alla base della nostra Repubblica, come ci ricorda l’articolo 1 della nostra Costituzione. A contorno di questo emblema due rami, uno di quercia e uno di ulivo. L’ulivo rappresenta la pace e la volontà italiana di preservarla sia all’interno che all’esterno dei sui confini. La quercia invece simboleggia la forza e la dignità, sia morale che fisica, alla base dei valori del nostro Stato.

Anche se l’emblema della Repubblica Italiana fu istituito soltanto nel 1946, al termine del secondo conflitto mondiale, la storia della nostra unità e della nostra Repubblica ha le sue radici nel 4 novembre del 1918, quando l’Armistizio di Villa Giusti di Padova sancì la fine della Prima Guerra Mondiale e consentì agli italiani di rientrare nei territori di Trento e Trieste, portando a compimento il processo di unificazione nazionale iniziato in epoca risorgimentale. Per concludere voglio esprimere la mia più profonda gratitudine alle nostre Forze Armate, che oggi come allora mettono ogni giorno al servizio della comunità il loro impegno, la loro dedizione e il loro coraggio. Uomini e donne che, con spirito di sacrificio e professionalità, si adoperano per garantire la sicurezza e la pace e per proteggere i valori di democrazia e di libertà. Viva le Forze Armate, viva l’Italia unita, viva Udine, viva il Friuli!

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