28.10.24 – 16:15 – La manovra del bilancio statale 2025 รจ ormai nota nel suo articolato. Dalla lettura emergono delle richieste che chi opera a favore del settore industriale non puรฒ sottacere, in primis la necessaria strutturalitร del cuneo fiscale legato alla tutela delle detrazioni per permettere maggiori poteri di spesa e, poi, gli interventi sulla casa in quanto serve garantire abitazioni a costi sostenibili. Cโรจ la necessitร , quindi, che il tema della casa entri a tutto titolo nel welfare di lavoratori e dirigenti accanto a previdenza e sanitร .
Vi รจ, perรฒ, un altro tema legato al futuro dellโindustria ed รจ quello del nuovo Piano Transizione 5.0, il programma di 13 miliardi di euro nel biennio 2024-2025 a favore della transizione digitale e green delle imprese italiane che ben difficilmente potrร essere realizzato in 14 mesi.
ร una misura fondamentale per le imprese industriali, ma vi รจ la necessitร assoluta di semplificarla perchรฉ le imprese private industriali non riusciranno a rispettare le regole burocratiche e i tempi chiesti dallโEuropa.
Il timore รจ, infatti, di non fare in tempo in quanto la misura รจ destinata alle aziende che effettuano nuovi investimenti fino a fine 2025. Ma il vincolo temporale per chiudere lโinvestimento รจ troppo stretto. Non si riesce in 14 mesi nemmeno a ottenere, ad esempio, la consegna di macchinari perchรฉ gli ordini possono arrivare anche dopo un anno e mezzo. Basta uno slittamento e non si rientra nei conti.
Transizione 5.0 รจ poco comprensibile per i tempi stretti riferiti alla presentazione di tutta la documentazione necessaria per accedere ai finanziamenti in quanto i decreti attuativi sono stati fatti troppo tardi (dal decreto legge di marzo solo tra luglio e settembre sono stati pubblicati i relativi decreti attuativi). E servono troppi passaggi burocratici tra Ministero, Gse e Agenzie delle Entrate. Come accennato resta solo poco piรน di un anno a disposizione.
La situazione รจ, pertanto, complessa specie per le centinaia di PMI del Nordest. Il governo รจ riuscito a garantire le esigenze di digitalizzazione delle imprese, ma ora vi รจ una forte difficoltร nella gestione dei progetti e nel controllo di quegli aspetti legali che saranno sotto la lente dellโAgenzia delle Entrate.Occorre rivedere i tempi del Piano perchรฉ la pubblicazione dei decreti per Transizione 5.0 non ha dato la spinta attesa agli investimenti mentre i ritardi accumulati hanno alimentato lโincertezza rispetto alle modalitร di accesso allโagevolazione. Tutto questo, unito ad un contesto poco definito, mantiene bassa la fiducia delle imprese che restano estremamente caute nelle previsioni.
Gli interventi, come detto, vanno completati entro il 2025 e rendicontati entro i primi mesi del 2026, tempi che impongono la richiesta di una proroga che dovrร essere concessa dalla Commissione europea la quale dovrebbe anche semplificare la burocrazia prevista. Transizione 5.0 ha questi limiti, ma anche delle grandi opportunitร per le imprese. La Commissione europea richiede fortemente di ridurre i consumi energetici, ma ciรฒ va fatto con tempi non cosรฌ ravvicinati con buona pace di tutti.
Allโinterno di Transizione 5.0 cโรจ un importante 10% di credito dโimposta riservato alla formazione. ร compreso nel sistema incentivante, con una soglia di 300 mila euro per la formazione legata a nuovi macchinari e a software. ร un aspetto rilevante per le imprese, i dirigenti e i lavoratori che, uniti, possono pensare al futuro dellโindustria per garantirci un domani basato su un generale operoso benessere, ovvero su una prosperitร meritata e guadagnata sul campo.
Cs: Daniele Damele, Presidente Federmanager FVG
[e.e.]