21.09.2023 – 18.00 – La possibile realizzazione di un’acciaieria nella zona dell’Aussa Corno è stata al centro della seduta congiunta della II e della IV Commissione permanente, nell’aula del Consiglio regionale. L’ampio programma prevedeva l’audizione di numerosi portatori di interesse, coordinata da Markus Maurmair (FdI), presidente dell’organismo consiliare che si occupa di Attività produttive, coadiuvato dal leghista Alberto Budai, al vertice della Commissione Territorio e Ambiente.
Prima di dare la parola agli ospiti, Maurmair ha spiegato la scelta di non integrare l’elenco degli auditi, come richiesto dalle Opposizioni, in quanto non previsto dalle regole vigenti: “I firmatari della petizione contro l’acciaieria – ha assicurato il presidente della II Commissione – avranno comunque la possibilità di illustrarne i contenuti in lungo e in largo durante una seduta specifica che dedicheremo alla loro proposta”.
Una promessa che non è bastata a Rosaria Capozzi. L’esponente del Movimento Cinque Stelle è convinta che l’elenco degli auditi dovesse essere allargato, proprio a norma di regolamento, e per questo motivo ha annunciato la decisione di non partecipare ai lavori della Commissione. Capozzi ha dunque abbandonato l’aula, “indignata dal sentir dire che aumento di emissioni e inquinamento possano essere occasione di sviluppo economico e sociale per il territorio”.
Una posizione critica condivisa da Furio Honsell di Open, che ha giudicato “irrituale la scelta di non integrare l’elenco degli auditi con i primi firmatari della petizione: nella legislatura precedente ogni richiesta di questo genere era stata accolta”. Il consigliere ha poi consegnato a Maurmair e Budai “una lettera che ci è stata consegnata dai comitati che in questo momento stanno animando un sit-in fuori da questo palazzo”. Si tratta dei gruppi di cittadini che nei mesi scorsi avevano raccolto 25mila firme (quasi 22mila quelle poi riconosciute formalmente) contro il progetto-acciaieria.
Analoghi gli argomenti di Serena Pellegrino (Alleanza Verdi e Sinistra), che “come vicepresidente della IV Commissione” ha voluto “prendere le distanze dalla scelta di non audire tutti i portatori di interesse. Chiedo ancora di derogare al regolamento formale e di dare voce a quei cittadini”.
L’approfondimento del progetto delle multinazionali Danieli e Metinvest era stato richiesto da dieci consiglieri di Opposizione di cui si è fatto portavoce Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’autonomia-Civica Fvg.
Dopo aver riepilogato i vari passaggi della vicenda, Moretuzzo ha auspicato “che si faccia finalmente chiarezza su un progetto che è evidentemente da tempo sul tavolo della Giunta regionale”. “Se il no espresso di recente dall’Esecutivo è legato a criteri ambientali – ha aggiunto il capogruppo di Opposizione – sarò il primo a sottoscrivere questa scelta, ma non mi si venga a dire, come fa l’assessore Bini in un’intervista di oggi, che non ci sono i soldi per fare l’investimento, dopo che a luglio abbiamo votato un assestamento di bilancio da 1 miliardo”.
“Ho detto che 250 milioni di soldi pubblici sono risorse importanti, non ho mai detto che non abbiamo risorse di questo tipo”, gli ha replicato Sergio Emidio Bini, assessore alle Attività produttive, che partecipa alla seduta assieme ai colleghi Cristina Amirante (Infrastrutture) e Fabio Scoccimarro (Difesa dell’ambiente). Bini ha rigettato anche le critiche sulla mancanza di investimenti regionali relativi all’area Aussa-Corno. “Dagli studi in nostro possesso – ha aggiunto l’assessore per spiegare il sostanziale “no” della Giunta – emergono alcuni aspetti: non c’è lo spauracchio dell’inquinamento, ma ci sono criticità relative ai trasporti e in particolare a un impianto ferroviario assolutamente sottodimensionato, con necessità di investimenti per decine di milioni di euro”.
Un fronte compatto, quello dei sindaci che sono intervenuti nel corso delle audizioni. I primi cittadini di Marano Lagunare, Lignano Sabbiadoro, San Giorgio di Nogaro, Grado, Latisana, Terzo di Aquileia e Aquileia hanno tutti motivato il loro convinto no all’ipotesi di realizzare una grande acciaieria a ridosso della laguna di Grado e Marano e non distante dalle località balneari più frequentate del Fvg.
“Abbiamo una storia di 120 anni di balneazione e vorremmo che ce ne fossero altrettanti in futuro”, ha ricordato Laura Giorgi, prima cittadina di Lignano, mettendo in guardia dal rischio di una “guerra” tra città e Paesi rivali nel campo del turismo. Tema ripreso dal collega di Grado, Claudio Kovatsch, che ha ricordato come “un giornale austriaco abbia di recente pubblicato notizie allarmistiche a proposito del progetto di realizzare un impianto siderurgico non lontano da qui”.
Nel ribadire il no di San Giorgio di Nogaro, il sindaco Pietro Del Frate ha chiesto però di investire su quell’area: “Da decine di anni chiediamo un secondo accesso all’Aussa Corno, anche per allontanare le ferrocisterne dai centri abitati”. Mauro Popesso, primo cittadino di Marano, ha espresso il “fermo dissenso del consiglio comunale a un impianto di grandi dimensioni: il canale di Porto Buso deve andare a meno 7,50 metri, perché la laguna ha già dato”.
“Ci tranquillizza che ora si cerchino altri siti adatti”, ha osservato Lanfranco Sette, sindaco di Latisana, prima che Giosulado Quaini (Terzo d’Aquileia) ed Emanuele Zorino (Aquileia) ribadissero la contrarietà dei loro rispettivi territori. I ragionamenti dei primi cittadini sono stati preceduti dall’intervento di Andrea De Nicolò, presidente della Comunità Riviera friulana.
Ma la lunga audizione ha visto anche la partecipazione di numerosi tecnici, impegnati negli studi preliminari sull’impatto dell’acciaieria. Antonella Faggiani, di Smart Land, ha illustrato i risultati dell’indagine socio-economica, che ha fotografato un territorio “con costante regressione demografica, ma anche con un tessuto produttivo ricco, che supera i tremila addetti. Ai quali l’acciaieria potrebbe aggiungere ulteriori 700 posti di lavoro diretti e altrettanti indiretti”.
Per l’Università di Udine, Marco Petti ha riassunto gli studi sul possibile impatto idrodinamico, mentre Marina Campolo ha parlato di emissioni e qualità dell’aria, evidenziando il problema della ridotta ventilazione nella zona presa in esame. Giovanni Longo, dell’Università di Trieste, ha invece studiato gli impatti su traffico e trasporti. L’ingegner Andrea Cocetta ha fornito dati sulla fattibilità tecnico-economica del progetto, mentre Massimo Fadel, di Cooprogetti, si è soffermato su temi e parametri urbanistici.
Chiamate a esprimersi pure le categorie. Michele Nencioni, direttore generale di Confindustria Udine, ha auspicato “interventi su porto Nogaro, raccordo ferroviario e strada provinciale 80”, ricordando che in quell’area operano circa cento aziende. Per Confindustria Fvg, Stefano Hauser ha ricordato l’importanza dei riflessi turistici su una scelta di questo impatto, mentre Giorgio Venudo di Confartigianato ha detto senza mezzi termini che “il sito scelto per fare quell’impianto è sbagliato. Ed è già difficile reperire personale per le nostre attività artigianali”.
Prudente la posizione dei sindacati. Cristiano Pizzo, della Cisl, ha preferito non esprimere un parere netto “perché la documentazione, come abbiamo sentito, non è completa, e a sorpresa sembra che l’investitore si sia fermato”. Anche Emiliano Giareghi, della Cgil di Udine, è convinto che “non vadano espresse posizioni a priori”. Entrambi i rappresentanti dei lavoratori hanno però manifestato preoccupazione sul futuro del comparto industriale in Fvg.
Chiaro invece il no delle associazioni ambientaliste. Sandro Cargnelutti, di Legambiente Fvg, è preoccupato per la presenza di metalli pesanti che potrebbero essere movimentati con i dragaggi. Ancor più drastico Maurizio Fermeglia (Wwf Italia): “In laguna c’è un inquinamento da mercurio pesantissimo, con valori già oggi superiori ai limiti di legge: se si liberano metalli pesanti dai fanghi chi mangerà poi i prodotti della pesca? E ci si dimentica troppo facilmente degli impatti sulla biodiversità”.
Da una parte il dem Francesco Martines ha “ancora qualche dubbio, perché la più recente generalità della Giunta chiede ulteriori approfondimenti tecnici”. Dall’altra il forzista Roberto Novelli proclama, con un pizzico di teatralità, che su quel progetto “il dado è tratto”, concedendosi anche la citazione in latino. E visto che la decisione spetta a chi governa, cioè il Centrodestra, si può dire che al termine della maratona di audizioni e interventi di oggi si esce con la conferma che l’acciaieria nella zona industriale Aussa-Corno non si farà.
E se l’esito della vicenda soddisfa tutte le forze politiche – con Roberto Cosolini (Pd) che parla esplicitamente di “scampato pericolo” – la divisione è netta, anzi nettissima, sul percorso che la Giunta ha seguito per arrivare a questa decisione. Dal Centrosinistra partono infatti bordate all’indirizzo dell’Esecutivo, con il dem Massimiliano Pozzo che mette in luce “una gestione non all’altezza, con un semaforo verde concesso troppo frettolosamente nella primavera dell’anno scorso, diventato poi giallo per la protesta della gente e dei sindaci, fino al recente semaforo rosso della Giunta”. Un “percorso politico disordinato e incoerente” anche secondo Marco Putto (Patto-Civica), che lamenta il mancato coinvolgimento del Consiglio regionale.
“Il presidente del gruppo Danieli, che non ha partecipato alle audizioni di oggi, scrive in una lettera che ha saputo solo dalla stampa del cambiamento di avviso della Giunta”, ha annunciato in aula Roberto Cosolini (Pd). Che però ha ricevuto una secca smentita dall’assessore Sergio Emidio Bini: “Non è così: la telefonata l’ho fatta io, dopo l’incontro con i sindaci”.
Dopo aver espresso i suoi dubbi sulla parola “fine”, Martines ha suggerito alla Giunta “maggiore chiarezza e trasparenza su questi grandi progetti: io portai a Trivignano, piccolo comune, una grande discarica, ma lo feci consultando apertamente la popolazione e commissionando studi per individuare il sito più adatto”.
Furio Honsell (Open) ha definito “quasi paradossale” la vicenda: “Non si capisce fino in fondo chi abbia commissionato gli studi che ci sono stati riassunti oggi: il presidente Fedriga diceva che il progetto non c’è, ma chi ha approfondito l’argomento lo ha fatto su parametri molto precisi”. Serena Pellegrino (Avs) ha invece parlato “di un grave vulnus ambientale” ricordando che “nemmeno un pollaio è a impatto zero, figuriamoci una acciaieria” e chiamando in causa l’assessore Fabio Scoccimarro, che al termine degli interventi dei consiglieri le ha replicato: “Stiamo parlando di valutazioni preliminari perché non è iniziato alcun iter autorizzativo ambientale. E io devo entrare in campo quando mi danno la palla per giocare, non prima”.
Pellegrino ha invocato risposte sull’Aussa-Corno anche dall’assessore alle Infrastrutture, e Cristina Amirante le ha risposto ricordando “la progettazione del raccordo ferroviario, del valore totale di circa 30 milioni, che dovrebbe vedere un suo primo step a fine anno”.
Tre consiglieri di Maggioranza hanno difeso l’iter seguito dalla Giunta. Maddalena Spagnolo (Lega) ha ringraziare in particolare i sindaci “per l’unità e la visione condivisa emersa sul territorio”, mentre il già citato Novelli ha rimarcato “l’ascolto e il coinvolgimento delle amministrazioni comunali. Noi non abbiamo cambiato idea per motivi di consenso, come qualcuno oggi ci ha accusato, abbiamo piuttosto privilegiato l’ascolto del territorio”.
Edy Morandini (Fedriga presidente), nel dissentire sulle critiche all’Esecutivo, ha fatto notare come “qualunque Amministrazione responsabile avrebbe ascoltato con attenzione una proposta di investimento di questo livello, e non sarebbe stato saggio da parte della Giunta esprimere giudizi definitivi prima di aver approfondito l’argomento”. Un nuovo scambio di battute tra Bini e Moretuzzo ha concluso la lunga seduta congiunta. “Forse noi passeremo dal verde all’arancione al rosso – ha detto l’assessore – ma non potete dirci che non ci confrontiamo con i sindaci e con le categorie, su questo non accetto lezioni di stile”. “Assessore, prima di dare lezioni di democrazia bisogna candidarsi e prendere i voti”, gli ha replicato il capogruppo del Patto-Civica, primo firmatario della richiesta di audizione.
[c.s.]