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sabato, 19 Aprile 2025

G20, esclusa l’Ucraina tra i Paesi invitati

19.08.2023 – 11.00 – La Russia sì e l’Ucraina no. Ha suscitato clamore, in un ambito tradizionalmente assai delicato come il G20, l’esclusione dell’Ucraina dal prossimo vertice, programmato a settembre 2023. Occorre precisare che la Russia è membro del G20, a differenza dell’Ucraina; però nel primo caso vi erano stati ripetuti appelli a escluderla, mentre nel secondo caso l’Ucraina poteva essere invitata quale ‘stato non membro‘. Il paese ospitante può infatti scegliere quali ‘non membri’ invitare; l’India ha optato per 8 stati, per lo più dall’Africa o dal medio oriente. Ritroviamo infatti Bangladesh, Egitto, Mauritius, Nigeria, Oman ed Emirati Arabi Uniti. Senza dimenticare, dal cuore dell’Europa, i Paesi Bassi e, dal Far East, la ‘tigre’ di Singapore. È prevista anche la Spagna tra i non membri, come invitato permanente. Nel 2022 l’Ucraina era stata invitata al summit in Indonesia e a inizio 2023 al G7 in Giappone.
“Abbiamo preso la decisione” di non invitare Kiev al G20 “perché è una piattaforma focalizzata sulla crescita globale e questo deve restare al centro dell’attenzione. Il G20 non è il Consiglio di sicurezza dell’Onu, non si occupa di sicurezza” ha commentato, in risposta alle polemiche, il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar.

Si tratta di un messaggio potente, specie considerando i risultati altalenanti dell’offensiva ucraina degli scorsi mesi, lontana da quella ‘rottura’ del fronte auspicata dall’Occidente.
L’India non s’interessa delle vicende dell’Ucraina, attiv, amente la esclude dal consesso delle potenze mondiali. È evidente come l’esclusione di Kiev sia connessa a una volontà di considerare il conflitto russo-ucraino come una guerra locale, un remoto conflitto dell’Europa orientale. Faccende di cortile, insomma. Si rispecchia nella decisione dell’India, a questo proposito, la diversità di visione tra i paesi occidentali e occidentalizzati (il Giappone, ad esempio), per i quali l’invasione dell’Ucraina è un gesto di portata mondiale, un conflitto globale nelle sue conseguenze diplomatiche e geopolitiche; e invece la visione dei paesi in via di sviluppo e dei BRICS, per i quali si tratta di una guerra locale, paragonabile ad esempio ai tanti conflitti in terra africana.

In tal senso l’India ha sempre evitato di condannare l’invasione russa dell’Ucraina, preferendo gli strumenti del dialogo e della diplomazia. Non è d’altronde una novità che l’India miri a rafforzare ulteriormente i legami con la Russia, dalla quale ha comperato ingenti quantità di petrolio grezzo sotto costo dall’inizio del conflitto. L’India inoltre dipende dalla Russia per il 60% del suo equipaggiamento militare e ha in passato collaborato sul fronte dell’energia nucleare, la cosiddetta ‘diplomazia atomica‘ di Putin.
Ad aprile l’Ucraina aveva chiesto all’India rifornimenti medici e un aiuto per la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate dalla guerra in corso, affermando di voler stringere relazioni commerciali e politiche molto più forti con l’India. Il Ministero degli Esteri indiano aveva risposto positivamente, fornendo le medicine richieste e donando degli scuolabus all’Ucraina. Occorre sottolineare a questo proposito come le due nazioni avessero collaborato per evacuare 20mila studenti indiani, per lo più attivi nelle Facoltà di medicina del paese, all’inizio del conflitto ucraino-russo. Non si può pertanto scrivere di ostilità dell’India verso l’Ucraina, ma certamente di un disinteresse ostentato, palesato proprio quando la guerra ristagna e langue tra le trincee della contro offensiva.

di Zeno Saracino

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