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sabato, 19 Aprile 2025

Giovani under 35, quando vedranno la pensione?

18.08.2023 – 09.30 – Gli under 35 potrebbero lasciare il lavoro a 66,3 anni con una pensione di 1.044 euro lordi, pari a circa 900 netti. A segnalarlo è la ricerca sulla «Situazione contributiva e futuro pensionistico dei giovani», realizzata dal Consiglio nazionale dei giovani assieme a Eures. Secondo questa indagine, infatti, per avere una pensione “dignitosa” tutti i giovani che oggi hanno meno di 35 anni dovranno lavorare in media fino a quando ne compieranno 74. E per dignitosa si intende poco più di mille euro al mese. Una situazione che rischia di far scoppiare, nei prossimi anni, una vera e propria “bomba sociale”. «La combinazione di discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 – spiega la presidente del Consiglio, Maria Cristina Pisani – determinerà un ritiro dal lavoro solo per vecchiaia, con importi pensionistici prossimi a quello di un assegno sociale. Una situazione che sarà socialmente insostenibile, da qui la necessità di un dibattito più approfondito sulle questioni previdenziali, che tenga conto delle esigenze dei giovani».

Con le regole attuali, le proiezioni pensionistiche dei 3,2 milioni di giovani iscritti al Fondo pensioni lavoratori dipendenti, considerando in particolare chi è più povero, parlano chiaro. Gli under 35 potrebbero in teoria lasciare il lavoro dopo il 2050, cioè a 66,3 anni, ma l’assegno medio sarebbe di 1.044 euro lordi (circa 900 netti). Si tratta di appena il doppio dell’assegno sociale, dato a chi è praticamente incapiente. Ma per andare davvero in pensione bisogna aver maturato un assegno che sia 2,8 volte superiore al minimo. Quindi bisognerebbe aspettare in media i 69,6 anni e l’importo dell’assegno raggiungerebbe, sempre in media, i 1.249 euro (951 euro mensili al netto dell’Irpef). Per avere un’entrata dignitosa, di 1.577 euro (1.099 al netto dell’Irpef), servirebbe quindi un’uscita posticipata a 73,6 anni, ovvero dopo oltre 52 anni di permanenza – in ampi tratti discontinua – nel mercato del lavoro.
Per i lavoratori con partita Iva (sempre con permanenza almeno fino al 2057 e un ritiro a 73,6 anni) l’importo dell’assegno pensionistico sarebbe in media di 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell’Irpef), valore che equivale a 3,3 volte l’assegno sociale. Per loro la prima finestra utile di pensionamento si aprirebbe attorno ai 69 anni e prevederebbe un assegno pensionistico di 1.055 euro, cui corrispondono 806 euro al netto dell’Irpef. Il governo ha iniziato a prendere in considerazione la problematica e sta studiando la possibilità di apporre dei correttivi, come la possibilità di un riscatto agevolato degli anni di laurea e su fondi pensione ad hoc. Tutti accorgimenti che, purtroppo, potrebbero solo far ritoccare all’insù di poco le pensioni medie degli attuali giovani.

[m.m]

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