21.07.2023 – 12.22 – “Finalmente Danieli esce allo scoperto. Dopo le tante parole ipotetiche pronunciate in questi mesi, Benedetti ha dichiarato che produrrĂ acciaio green in Italia. Quello che si temeva da tempo, alla fine si sta avverando. L’acciaieria progettata da Danieli e realizzata di concerto con il capitale ucraino della Metinvest, rischia di diventare realtĂ nella nostra regione e le affermazioni udite in IV Commissione consiliare sul percorso progettuale, negate dall’assessore regionale alle AttivitĂ produttive, Sergio Emidio Bini, potrebbero concretizzarsi”.
Lo afferma Serena Pellegrino, consigliera regionale di Alleanza Verdi e Sinistra (Avs), a seguito delle dichiarazioni in merito alla realizzazione dell’acciaieria progettata dalla multinazionale di Buttrio.
“Non si specifica dove verrĂ costruita – aggiunge Pellegrino -, ma è ormai evidente che potrebbe essere in uno dei luoghi piĂ¹ belli e sensibili, dal punto di vista ambientale, della nostra regione. La laguna non solo è un luogo che tutti ci invidiano ma è un territorio che, nella scala della sensibilitĂ ambientale, è il piĂ¹ a rischio, anche se fosse l’acciaieria piĂ¹ green della sua generazione”.
“Ormai tutto è green, pur di ottenere il semaforo verde da qualsiasi amministrazione. Non solo: utilizzare la motivazione che questo acciaio servirĂ per ricostruire la bombardata Ucraina, suona davvero come un ricatto emozionale, mentre è ormai chiaro che, nella migliore delle ipotesi, questo vuole essere il fiore all’occhiello da parte di Danieli per installare nella propria regione un’acciaieria esportata ovunque. Non ci si rende conto, invece – denuncia la consigliera di Avs -, che un’acciaieria non è un manufatto che si puĂ² impiantare in qualsiasi luogo e che soprattutto il suo impatto non è solo ambientale”.
In conclusione, Pellegrino sollecita l’assessore Bini ponendo alcuni quesiti: “Ci chiediamo per quanto tempo Metinvest resterĂ in Italia o se, andandosene dopo aver ferito il territorio, lascerĂ Danieli e tutta la regione con il cerino in mano; se prenderĂ l’energia elettrica, necessaria per farla funzionare, anche dalla vicina centrale nucleare di Krsko, confidando nel suo raddoppio; se i fondali del canale d’ingresso all’Aussa Corno saranno dragati e fino a che profonditĂ ; dove verranno stoccati i fanghi di risulta; dove verrĂ ricercata la manodopera dal momento che sarĂ difficile reclutarla tra i cittadini del Friuli Venezia Giulia; quanti turisti saranno disposti a vedere il tramonto da Lignano con vista acciaieria. Questi sono solo i primi quesiti che sottoporremo all’assessore Bini”.
c.s