12.07.2023 – 18.10 – Il Parlamento UE si spacca in due sul piano di ripristino della natura che passa per 36 voti. Gazzini (Lega) “penoso siparietto green in presenza della Thunberg, PPE inaffidabile, il cambiamento non si ottiene con le rinunce”
Il piano di ripristino della natura e l’obiettivo di coprire il 10% della superficie agricola dell’Unione europea con elementi caratteristici del paesaggio entro il 2030, sono passati per parte dei voti dei Popolari. La maggioranza del PPE, Conservatori Riformisti e il Gruppo Identità e Democrazia avevano votato contro. Esultano verdi e sinistre.
“La follia verde continua con il supporto del PPE che si è dimostrato inaffidabile, non dimostrandosi coeso contro gli irrealizzabili obiettivi stabiliti dalla Commissione, che andranno a penalizzare gli agricoltori e i silvicoltori dell’UE, dell’Italia e dell’Alto Adige. Un penoso siparietto svoltosi in presenza di Greta Thunberg, dimostrazione di quanto sia strumentale, subdola e prevaricante l’influenza esercitata dalla Commissione europea sulle decisioni politiche dell’UE. Le tempistiche e le percentuali per il completamento delle misure di ripristino dovevano essere valutate considerando le specificità di ogni Stato membro e la necessità di produrre cibo in modo sostenibile. Questo voto è stata un’espressione di nonsenso, non possiamo chiedere agli agricoltori e ai proprietari dei fondi di rinunciare alla redditività di una parte della propria superficie aziendale senza riceverne la dovuta compensazione in termini di supporto economico. E’ anacronistico pensare che il cambiamento possa essere incentivato dalle sole rinunce”.
Ha dichiarato l’europarlamentare Matteo Gazzini (Lega) nella propria nota trasmessa da Strasburgo.
[c.s.]