12.06.23 – 11.48 – Sono 19 le bandiere verdi 2023 assegnate da Legambiente all’arco alpino che ben raccontano la rivoluzione in atto nei territori montani che, con iniziative e progetti concreti e sostenibili, cercano di contrastare crisi climatica e spopolamento delle aree montane, facendo rete e rafforzando la comunità locale.
Il Piemonte si conferma la regina green d’alta quota con 5 vessilli verdi, seguita da Friuli-Venezia Giulia con 4, Veneto con 3 bandiere, Lombardia e Valle d’Aosta con
rispettivamente 2 bandiere, Alto Adige, Liguria e Trentino rispettivamente con una bandiera.
Esperienze virtuose che per Legambiente meritano di essere replicate sul territorio montano e che devono essere accompagnate tenendo fede agli impegni e agli obiettivi della Carta di Budoia, un documento presentato a giungo 2017 alla Conferenza internazionale di Alleanza nelle Alpi in Friuli-Venezia Giulia e che mette al centro l’importanza dell’azione dei comuni alpini nell’adottare strategie adattamento locale ai cambiamenti climatici, valutare i potenziali rischi e opportunità derivanti ai cambiamenti climatici per i loro territori, e selezionare le misure per gestire e rispondere efficacemente agli impatti climatici presenti e futuri.
Per il Friuli Venezia Giulia Legambiente ha attribuito le seguenti Bandiere verdi:
– Ivan Provenzale e famiglia per le scelte operate di vivere dal 2019 in un borgo disabitato della Val Tramontina (PN), promuovendo esperienze di comunità improntate a co-progettare un futuro conviviale e sostenibile;
– l’Associazione Podén di Forni di Sotto (UD) per aver consentito la riapertura della biblioteca a Forni di sotto e la promozione di interessanti ed originali iniziative culturali;
– la Pro Loco di Preone (UD) per un progetto, incentrato sul turismo slow e sulla valorizzazione delle peculiarità naturali del territorio che si rivolge all’intera comunità.
– Bandiera alla memoria e all’impegno di Remo Cacitti, venuto a mancare prematuramente lo scorso 3 marzo, e consegnata all’associazione Amici di Venzone e al Comune di Venzone (UD) per il contributo decisivo dato da Remo Cacitti alla ricostruzione del centro storico di Venzone e del suo Duomo trecentesco.
Mentre le Bandiere nere per progetti che la Legambiente ritiene insostenibili sono state attribuite a:
– Società SIOT – TAL e direzione ambiente, energia e sviluppo sostenibile della regione Friuli Venezia Giulia, per avere, la prima proposto nei Comuni di Cavazzo Carnico, Paluzza e Cercivento la realizzazione di impianti di cogenerazione al servizio delle stazioni di pompaggio dell’Oleodotto Transalpino – perdipiù non comprovati da sufficienti dati tecnici; la seconda, per carenze istruttorie nel procedimento autorizzativo. “Una transizione all’incontrario, commenta Emilio Gottardo, resp. energia di Legambiente FVG, Dall’energia elettrica per far funzionare le pompe, prodotta con il 40% da energia rinnovabili, si passa al metano interamente fossile”
– Comitato organizzatore della tappa del Giro d’Italia Tarvisio-Monte Lussari e amministrazione regionale del Friuli Venezia Giulia, per la proposta di effettuare un evento di “massa” sulla cima del Monte Lussari, ambiente fragile, autentico santuario della natura e della fede e per l’utilizzo di fondi della protezione civile per cementare e rendere transitabile dai campioni del ciclismo la vecchia strada militare. “Il volto del Lussari per chi scende dalla cabinovia è profondamente cambiato. Prevale l’impronta nel cemento. Uno sfregio perpetrato nel silenzio di molti, troppi – commenta Sandro Cargnelutti presidente dell’associazione”
– Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia e amministrazioni comunali di Ampezzo, Forni di Sopra, Sappada e Sauris, per aver liberalizzato la circolazione delle motoslitte nel periodo invernale su oltre settanta chilometri di strade forestali montane. di “circuiti ad uso esclusivo dei mezzi a motore, interdetti ad ogni altro utilizzatore”. “Scialpinisti, sci escursionisti, appassionati di camminate con le ciaspole non sono evidentemente desiderati, commenta Marco Lepre. Presidente del Circolo della Carnia, Non possono, a questo punto, che condividere il commento del Presidente regionale del CAI: è una pessima notizia per la montagna!”
r.p.