09.03.2023 – 08.00 – Diagnosi, prognosi, metastasi e percorso. Sono queste le parole approfondite nel corso della seconda tappa de “I Misteri delle parole”, il tour che indaga nelle pieghe del dialogo tra medico e paziente, che lunedì pomeriggio si è fermato a Udine nella Sala della Prefettura. La riflessione sulla comunicazione in Oncologia prosegue quindi il suo percorso di città in città, arricchendosi di nuovi spunti offerti dai protagonisti dei talk che animano gli appuntamenti. All’incontro, condotto dalla giornalista medico-scientifica Annalisa Manduca, hanno preso parte i rappresentanti delle Associazioni partner del progetto insieme al linguista Giuseppe Antonelli, curatore del Dizionario Emozionale, l’atlante che raccoglie e spiega le 13 parole più frequenti nella relazione di cura tra medico, paziente e caregiver in ambito oncologico, che ha spiegato come funzionano le parole e perché a volte possono ostacolare la comprensione tra medico e paziente.
Insieme a loro Giordano Beretta, Presidente Fondazione AIOM, Giuseppe Gioffrè, Presidente AIL sezione Udine e Gorizia, Ornella Gonzato, Presidente Fondazione Paola Gonzato-Rete Sarcoma ETS, Gianpiero Fasola, Direttore Dipartimento ad attività integrata di Oncologia, Presidio Ospedaliero Universitario Santa Maria della misericordia, Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale, Fabio Puglisi, Professore ordinario e direttore della scuola di specializzazione in Oncologia medica, Università degli studi di Udine e Pietro Spirito, Scrittore e giornalista professionista per le pagine culturali del quotidiano “Il Piccolo”. Ad animare il dibattito due attori che hanno interpretato “L’intruso” e “Una questione di famiglia”, episodi del podcast “Una parola, una storia” che racconta esempi di dialogo tra oncologi, pazienti e caregiver, disponibile sul sito www.ilsensodelleparole.it.
«La campagna mira a recuperare il significato originario del termine latino “cura”, che vuol dire “attenzione, sollecitudine, premura”. Una connotazione emozionale che nel tempo è andata persa – commenta Gonzato spiegando il senso dell’iniziativa – Tuttavia, non si entra in relazione con chi soffre se la comunicazione non è al contempo razionale ed emozionale, se il paziente non si sente accolto nella propria soggettività di essere umano e non solo di corpo malato. Bisogna evitare che le parole usate aggiungano sofferenza nella fragilità e nelle inquietudini che la malattia comporta. Per questo la ricerca di parole ponte, dal significato condiviso, tra chi cura e chi è curato, è essenziale per costruire quel rapporto di fiducia necessario per un’efficace alleanza terapeutica, per un concreto “empowerment” del paziente». Le parole, quindi, come cemento per la costruzione di un rapporto, quello tra medico e paziente, fondato sulla fiducia che dalla pandemia in poi viaggia anche attraverso “nuovi strumenti”. «L’innovazione tecnologica, accelerata dalla pandemia, integra e va a complementare le prestazioni tradizionali. Questa innovazione nell’erogazione di prestazioni sanitarie avrà un impatto sulla comunicazione medico-paziente, modificandola. Come sarà modificata dipende da diversi fattori. Ritengo che le modalità da remoto possano esser un’opportunità per sviluppare se non addirittura affinare le competenze nel comunicare; per generare contesti di comunicazione/relazione nuovi, tutti da costruire nei quali le parole dal significato condiviso saranno più necessarie che mai».
“I Misteri delle parole” fa parte de “Il senso delle parole – Un’altra comunicazione è possibile” un’iniziativa promossa da Takeda Italia e sostenuta da Salute Donna onlus insieme ad AIL, AIPaSiM, Fondazione Paola Gonzato-Rete Sarcoma ETS e WALCE e con il patrocinio di Fondazione AIOM, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione tra specialisti e pazienti oncologici e favorire una migliore comprensione dei bisogni psicosociali delle persone che convivono con un tumore. La prossima tappa del tour sarà a Torino il 13 marzo.