21.02.2023 – 18.00 – I prossimi cinque anni di legislatura saranno ancora più difficili dei cinque che stanno per terminare poiché richiederanno una ricostruzione immateriale, che non riguarderà, come nel 1976, le case crollate, ma le persone oggi “piegate” nelle loro abitazioni: la società postpandemica è completamente diversa e i segnali di questa profonda mutazione già si leggevano in passato; non sono stati colti, col risultato, oggi, del grave peso e delle complesse conseguenze di scelte non fatte a livello Paese e in tutto il mondo Occidentale.
Questi i concetti espressi dal vicegovernatore con delega alla Salute del Friuli Venezia Giulia che stamani ha preso parte all’evento formativo-convegno organizzato a Udine dalla Cisl Fvg dal titolo “Dipartimento sociosanitario Cisl Fvg. Sanità territoriale, luoghi e spazi per assistere al meglio la non autosufficienza”.
Il vicegovernatore ha ringraziato la Cisl per la stretta collaborazione con la Regione che ha caratterizzato questi ultimi difficili cinque anni di una legislatura segnata da emergenze continue e incertezze, durante i quali ciascuno ha preso le decisioni che in quel momento ha ritenuto fossero le più corrette per il bene della comunità. L’esponente della Giunta regionale ha sottolineato l’importanza del confronto con il sindacato, auspicando l’unità tra le varie sigle, per affrontare le criticità in maniera sinergica, senza fare bilanci a breve ma agendo con lungimiranza, per garantire sul lungo periodo diritti e tranquillità alle persone.
Da parte del vicegovernatore è stati poi ricordato che oggi operiamo con un modello di salute che si basa sull’impianto di una società che non c’è più e che quindi va necessariamente cambiato con la completa, e urgente, rifondazione del sistema sanitario nazionale; diversamente non sarà possibile garantire a tutti quanto è sancito dalla Costituzione, ovvero il diritto alla salute.
Il vicegovernatore ha sottolineato come sia giusto che lo Stato detti il modello di salute ma come sia altrettanto corretto che lo Stato dia alle Regioni a statuto speciale le autonomie gestionali di cui necessita, anche in ambito salute, in funzione delle loro singole peculiarità: dati epidemiologici diversi, condizioni sociali diverse, strutture di anzianità diverse e storie diverse.
Il Friuli Venezia Giulia, in tal senso, è fortemente caratterizzato: è la 18a in Italia per bassa natalità e la 2a per anzianità: il fenomeno da affrontare quindi non è solo propriamente sanitario – questo il concetto espresso – ma di salute a tutto campo e parla di percorsi di sostenibilità e appropriatezza, senza scaricare le responsabilità sul cittadino.
Infine il vicegovernatore ha posto l’accento su come il nodo della cronicità in senso più ampio sia stato affrontato con decisione dall’Amministrazione regionale uscente che ha varato tre leggi, su Invecchiamento attivo, Disabilità e Cargiver, e investito come mai prima in sanità territoriale e strutture per anziani.
[c.s.]