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sabato, 19 Aprile 2025

Maran (Terzo polo) ‘Politica estera da mettere in primo piano’

22.02.2023 – 18.10 – Il candidato presidente della Regione, Alessandro Maran (Terzo Polo), mercoledì 22 febbraio, interverrà al seminario organizzato dalla Fai Cisl nazionale che si terrà a Roma dal titolo “Il cibo cambia il mondo? Riflessioni sui nuovi scenari geopolitici”. Il tema all’ordine del giorno sarà la guerra in Ucraina ad un anno dall’aggressione russa”. Il tavolo di confronto vedrà la partecipazione di Onofrio Rota, Segretario Generale Fai Cisl, del professor Vittorio Emanuele Parsi, direttore di ASERI e della professoressa Nathalie Tocci, direttrice dell’Istituto Affari Internazionali.

“Anche se spesso passa in secondo piano, la politica estera viene prima di ogni altra cosa – sottolinea Maran – Se si sbagliano la politica economica o la politica interna si rischiano, certo, il conflitto sociale, la disoccupazione e perfino la miseria. Ma se si sbaglia la politica estera si rischia di compromettere il bene supremo della pace; un paese rischia addirittura di scomparire (e gli esempi sono parecchi) o di essere “declassato”, con serie conseguenze sulla sua economia, sulla sua politica interna e anche sul mantenimento dei suoi valori. Non è passato molto tempo da che nascere dalla parte sbagliata della Cortina di ferro, nell’Europa orientale sotto il controllo di Mosca, era una sventura. A Gorizia, bastava nascere dall’altra parte della strada”.

Prosegue: “Quella di Putin non è una guerra (solo) all’Ucraina, è una guerra contro l’ordine mondiale fondato su norme e istituzioni multilaterali create nel secondo dopoguerra e l’obiettivo di Mosca (e di Pechino) è quello di ridefinire gli equilibri tra gli attori”.

“Sono in molti a sottovalutare il significato e le conseguenze dell’intervento militare russo in Ucraina, fin da quando, nel 2014, al cambio di regime causato da un movimento di protesta dal basso, la Russia ha risposto annettendo la Crimea e fomentando un movimento separatista nelle regioni orientali del paese. Ma le tesi di Putin di una nazione divisa e di un dovere morale verso i “russi oppressi” che prevale sulle leggi e sui confini nazionali rievocano direttamente il discorso di Hitler sui Sudeti. E se la supposta necessità di proteggere la popolazione russofona dovesse affermarsi come principio “normale”, la giostra è destinata a ripartire. Putin non è un attore tra i tanti, è uno spettro del passato”.
[c.s.]

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