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sabato, 19 Aprile 2025

Transizione energetica, spirito europeista e spinta verso i Balcani Occidentali

03.01.2023 – 07.30 – L’avanzata russa in Ucraina ha sottolineato a più riprese il ruolo strategico dei Balcani Occidentali nel mantenimento della pace e della stabilità dei confini orientali europei. Al summit di Tirana di dicembre i 27 capi di stato e di governo degli stati membri UE e i loro sei omologhi dei Balcani occidentali – Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia – si sono incontrati proprio per rilanciare il processo di “allargamento” dell’Unione Europea verso est.
Il vertice a 33 ha voluto infatti riconfermare come strategico il partenariato tra l’UE e i Balcani occidentali, una regione che, secondo la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, si muove in una decisa prospettiva europea, tanto più alla luce delle molteplici partnership siglate nel settore economico, energetico e politico”, come da lei dichiarato nella conferenza stampa di chiusura del rendez-vous.

Per sottolineare il proprio sostegno – e ridare lustro e credibilità al progetto europeo – la Commissione si è impegnata a stanziare altri 400 milioni di euro per sostenere la transizione energetica. Fondi che si aggiungono al miliardo già annunciato durante il summit di Berlino del 3 novembre scorso, la cui prima tranche dovrebbe essere già disponibile nei mesi a venire per fare fronte ai maggiori costi dellenergia per famiglie e imprese nella regione.
In una regione dipendente per la quasi totalità dalla fornitura di gas russo – si tratta di una dipendenza del 100% nel caso di Macedonia del Nord e Bosnia-Erzegovina e 89% nel caso della Serbia – allinearsi alla politica estera europea continua a essere una grande scommessa.

La Serbia resta unica nella regione a non aver aderito alla Risoluzione ONU sulle sanzioni da applicare alla Russia, stringendo, anzi, ancora di più i legami con il Cremlino con laccordo informale del 5 maggio scorso a proposito del rinnovo del contratto per la fornitura di gas russo a un prezzo agevolato per tre anni. Di tutt’altro partito sono invece Albania e Kosovo, che hanno apertamente condannato le azioni di Mosca, mobilitandosi per diversificare il proprio settore energetico. Già a marzo 2021 Tirana aveva firmato un accordo con la compagnia statunitense Excelerate Energy INC e litaliana Snam per la fornitura di centrali elettriche galleggianti – finalizzate allesportazione di energia elettrica in Europa – e per la trasformazione della centrale termica di Valona in un terminale di gas naturale liquefatto. Oggi più che mai dunque lAlbania sta cercando di ritagliarsi un suo ruolo allinterno del Corridoio Sud del Gas, ponendosi come uno dei partner principali dellUnione Europea per la fornitura e il transito, grazie alla messa appunto del Gasdotto Trans-Adriatico (TAP), che, attraversando lAlbania, porta il gas greco sulle coste adriatiche italiane.

Vogliamo affrontare le conseguenze della guerra russa in Ucraina insieme e per noi è importante fornire ai nostri partner soluzioni simili a quelle cercate nellUe, ha precisato von der Leyen nella conferenza stampa al termine del vertice.

Fonte: UE e Euronews

Il primo pilastro del progetto è un sostegno diretto al bilancio di questi Paesi per affrontare limpatto degli alti prezzi dellenergia: 30 milioni per il Montenegro, 70 per la Bosnia ed Erzegovina, 75 per il Kosovo, 80 per la Macedonia del Nord, altrettanti per lAlbania e 165 per la Serbia.
Il secondo caposaldo consiste nei finanziamenti per le misure a medio termine che arriveranno dal Western Balkans Investment Framework (Wbif), per far avanzare la diversificazione energetica, le fonti rinnovabili, le infrastrutture per il gas e lelettricità e gli interconnettori. Secondo le previsioni di Bruxelles, questo importo dovrebbe generare ulteriori investimenti pubblici e privati pari a 1,4 miliardi di euro, sia per la riduzione dellimpatto della crisi energetica sia per il sostegno alla transizione verde.

Per i ventisette europei è dunque prioritario rendere lo snodo dei Balcani “rapidamente operativo”, incoraggiando i partner a sfruttare questa opportunità” per accelerare lindipendenza energetica dai fossili russi. A questo proposito, i leader Ue hanno ribadito che il piano RePowerEu è finalizzato a ridurre la dipendenza non solo dellUe, ma dellintera regione balcanica dal gas proveniente da Mosca. È stata anche richiesta lattuazione di riforme normative nel settore energetico dei sei Paesi balcanici, condizione” sine qua non per completare lapertura del mercato dellelettricità dellUnione ai partner attraverso la Comunità dellenergia “anche per quanto riguarda le energie rinnovabili”, evidenzia la dichiarazione congiunta.

La spinta verso un ritrovato spirito europeista entro i paesi dellUE, generata dallo scoppio della guerra in Ucraina, ha riportato dunque Bruxelles a investire risorse economiche e politiche nella regione. Se Von der Leyen chiede ai Balcani occidentali di scegliere se stare con lUE o con Russia e Cina, al tempo stesso lUE deve scegliere se stare” realmente con i Balcani occidentali o lasciarli  in balia delle influenze altrui.

di Arianna Francesca Brasca

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