24.11.2022 – 07.10 – ADMO – Associazione Donatori di Midollo Osseo torna in Friuli Venezia Giulia con l’iniziativa natalizia “Un panettone per la Vita”. A Udine i volontari vi aspettano nel loro stand in Piazza Matteotti il 26 novembre, presso il quale sarà possibile contribuire con una piccola offerta al proprio regalo solidale: un panettone (o un pandoro) elegantemente confezionato. Il ricavato sarà utilizzato per la gestione organizzativa e amministrativa di tutte le attività, per l’acquisto dei kit salivari, la gestione dei donatori, dei sanitari e moltissime altre iniziative indispensabili per continuare a informare e sensibilizzare la popolazione sull’importanza del dono del midollo osseo. L’iniziativa proseguirà il giorno successivo a Pagnacco ed il 3 dicembre a Plaino.
” I gesti vanno bene ma devono essere poi costantemente sostenuti nell’arco della propria vita”, è la frase che meglio descrive l’impegno quotidiano di sensibilizzazione che Admo porta avanti sia a livello nazionale, sia regionale.
Dopo il successo della campagna “Match It Now” con 170 nuovi iscritti, svoltasi in concomitanza con la Settimana Mondiale della donazione del midollo osseo, i volontari sono di nuovo presenti nelle nostre piazze per spiegare la rilevanza di un gesto che porta in seno un messaggio di speranza per tutti coloro che soffrono di malattie oncologiche del sangue come leucemie, mielomi, linfomi, talassemie ecc. Un’attività che punta a coinvolgere la fascia di età più idonea per l’iscrizione, ovvero giovani tra i 18 e i 35 anni, trasmettendo loro il valore di questo gesto, tanto semplice quanto essenziale, ricordando che “Non c’è due senza Te”!
Ma cosa significa veramente donare il midollo osseo? Per cercare di mitigare nell’immaginario collettivo una procedura che verbalmente può dar adito ad un pensiero equivoco e ad una sensazione di una procedura dolorosa ed invasiva, ne abbiamo parlato con Paola Rugo, presidente regionale di Admo Friuli Venezia Giulia.
Qual è la procedura per poter entrare nella lista dei donatori?
Gli iscritti devono essere persone, rientranti in una fascia di età ricompresa tra i 18 e 35 anni, che mettono a disposizione del sistema sanitario i propri dati genetici all’interno di un registro internazionale. Una volta inseriti nel sistema si potrà essere contattati sino ai 55 anni. In questo caso le compatibilità non sono il gruppo sanguigno come avviene per le donazioni da sangue, ma prendono proprio in esame una parte del DNA; quindi, il livello di compatibilità con un paziente è quasi univoco, motivo per cui la nostra missione è quella di trovare più potenziali donatori possibili. Incontrare una persona compatibile è un’impresa che diventa ancor più ardua lì dove, ad esempio, ci sono mescolanze di etnie o caratteristiche genetiche particolari con fenotipi molto diversi tra loro come accade, ad esempio, anche in Friuli Venezia Giulia. Per iscriversi bisogna inserire i propri dati sul nostro sito www.admo.it/iscriviti, un nostro volontario poi contatterà la persona fissando un appuntamento presso uno dei centri trasfusionali della regione dove sarà effettuato un prelievo di sangue per la successiva tipizzazione. Seguendo le nostre pagine Facebook, Instagram e Twitter è possibile informarsi anche rispetto ai nostri eventi in outdoor ove accanto all’eventuale prelievo ematico sarà possibile l’iscrizione con i kit salivari. Successivamente i dati del donatore vengono inseriti in questo database internazionale e quotidianamente vengono confrontati con quelli di possibili pazienti.
Cosa succede quando si riscontra un caso di compatibilità?
Nel caso in cui vi sia compatibilità tra donatore e ricevente – entrambi possono provenire da qualsiasi parte del mondo – il primo viene contattato e gli viene chiesto se vuole approfondire le analisi e andare avanti con la donazione. Una volta accettato, il possibile donatore si recherà in ospedale per verificare che le sue condizioni di salute siano ottimali, attraverso una serie di indagini cliniche molto approfondite. Come si definisce in gergo, il soggetto deve essere un Gold Standard ossia oltre che compatibile, anche in perfetta salute. È importante sottolineare che la donazione non è periodica ma avviene solamente in caso di compatibilità e ciò può avvenire anche dopo molti anni dall’iscrizione. Per noi è molto importante la consapevolezza al momento dell’iscrizione di tutto il processo donativo che verrà eventualmente intrapreso. Invitiamo sempre tutti ad una iscrizione consapevole e che possa essere mantenuta nel tempo.
Come avviene la donazione?
Ci sono due tipi di procedure. La prima avviene attraverso il prelievo dalle creste iliache del sangue midollare che contiene le cellule staminali emopoietiche, quelle stesse cellule non specializzate che in una persona malata purtroppo hanno smesso di funzionare correttamente. In questo caso il donatore viene sottoposto ad un breve ricovero ospedaliero e ad un’anestesia generale o epidurale, al fine di non sentire alcun dolore durante la fase di prelievo. Questa modalità di donazione ha una durata media di circa 45 minuti. Dopo l’intervento, il donatore è tenuto normalmente sotto controllo per 24/48 ore prima di essere dimesso e si consiglia comunque un periodo di riposo precauzionale di 4-5 giorni. Il midollo osseo prelevato si ricostituisce spontaneamente in poco più di una decina di giorni. Il donatore generalmente avverte solo un lieve dolore nella zona del prelievo, destinato a sparire in pochi giorni. La seconda procedura prevede la somministrazione, nei 5 giorni precedenti la donazione, di un farmaco che promuove la crescita delle cellule staminali nel midollo osseo e il loro passaggio al sangue periferico. Tale tipologia di prelievo, indicata come aferesi, si avvale dell’utilizzo di separatori cellulari: il sangue prelevato da un braccio attraverso un circuito sterile entra in una centrifuga dove la componente cellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in una sacca, mentre il resto viene reinfuso attraverso il braccio opposto. In questo caso l’aferesi dura normalmente dalle 3 alle 4 ore ed è effettuata in day hospital. Il donatore durante l’assunzione del farmaco potrebbe avvertire una sensazione di malessere paragonabile ad una normale influenza. Questo piccolo gesto potrà fare la differenza e ridare forse una nuova vita ai tanti ammalati che purtroppo continuano ad esserci in tutto il mondo perché queste malattie continuano a colpire molte, troppe persone ed un terzo sono bambini.
Dove si svolge prevalentemente la vostra opera di sensibilizzazione?
Oltre agli eventi che vengono organizzati durante l’anno, per noi è importantissimo portare il nostro messaggio all’interno delle scuole, dei centri sportivi o dove si svolgono attività relazionali, perché più il paziente è giovane e maggiori sono le probabilità che il trapianto vada a buon fine. E devo dire che in dieci anni di mia attività di volontariato ho trovato negli adolescenti un alto livello di ricettività, superiore a quello degli adulti. Motivo per cui in questi anni il numero degli iscritti è cresciuto molto. Solo durante la pandemia, in cui era impossibile incontrarsi, abbiamo avuto delle difficoltà perché da remoto è molto difficile far passare un certo tipo di messaggio. Quando andiamo a parlare della ricaduta a livello sanitario di questo tipo di donazione, oltre a spiegarne tutte le sfaccettature portando anche l’esperienza di donatori o riceventi, è per noi fondamentale far capire che è una decisione che non può essere presa di pancia, spinta dall’emozione del momento, ma deve essere ben ponderata. Iscriversi ad un registro vuol dire dare una speranza ad una persona malata ed è un gesto che non va preso alla leggera. Ribadisco è un gesto consapevole volontario, gratuito ma che ci darà in cambio la felicità di aver aiutato il prossimo.
[l.f]