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venerdì, 18 Aprile 2025

Approvate mozioni su sostegno a credito, respinte quelle su concessioni

09.11.2022 – 19.00 – Sostenere il mondo del credito cooperativo regionale, oggi attivo con 9 istituti e 250 sportelli in più di 140 comuni del Friuli Venezia Giulia, attraverso un’azione di pressing sul Governo per rivedere alcuni articoli del regolamento europeo che “costituiscono un rischio di svantaggio competitivo” per il sistema Italia.

È questo l’obiettivo della mozione approvata oggi dal Consiglio regionale, frutto della sintesi tra i due diversi testi che erano stati presentati dal gruppo del Pd, con primo firmatario il capogruppo Diego Moretti, e da Progetto Fvg/Ar con la prima firma di Edy Morandini. Le due proposte avevano lo stesso obiettivo di fondo, e si è così riusciti a concordare un emendamento interamente modificativo che è stato poi approvato all’unanimità dall’Aula, sotto la presidenza di Piero Mauro Zanin.

La mozione sottolinea il problema del drastico calo del numero di filiali bancarie sul territorio: in Italia nell’ultimo decennio hanno chiuso 12mila unità, una riduzione del 36 per cento, con il conseguente aumento del numero di comuni sprovvisti di servizi bancari. In felice controtendenza, il sistema del credito cooperativo ha invece aumentato del 2,1% il numero di filiali tra il 2008 e il 2020. E questa realtà è particolarmente vivace in Fvg, dove le nove Bcc rappresentano il 29,8% della rete bancaria regionale, danno lavoro a 1585 persone e garantiscono una capillare presenza territoriale.

Ma su quest’isola felice incombe la riforma organizzativa del credito cooperativo, che impone alle Bcc di aderire ai Gruppi bancari cooperativi (Gbc), parificando gli istituti alle banche con attivo superiore ai 30 miliardi, con le relative conseguenze regolamentari e un significativo aggravio di adempimenti. A questa novità si aggiungono le linee guida europee in materia di credito deteriorato, oltre al quadro di regole e vigilanza sui Gbc. In altre parole, la normativa bancaria europea presenta – secondo Pd e Prog Fvg/Ar – criticità che andrebbero riviste.

Ed è proprio questo l’impegno che la mozione chiede alla Giunta regionale: agire sul Governo per sollecitare l’adeguamento di queste regole, con la modifica di alcuni articoli del regolamento Ue e il riconoscimento della natura mutualistica del credito cooperativo. Governatore e Giunta sono invitati anche a sollecitare un intervento unitario su questo tema da parte della Conferenza delle Regioni e del Comitato europeo delle Regioni, nei confronti del Governo italiano e del Parlamento europeo.

Pur precisando che la mozione non riguarda competenze dirette della Regione, l’assessore alle Finanze, Barbara Zilli, dopo aver ripercorso le novità connesse alla riforma del credito cooperativo avviata dallo Stato, ha assicurato di “condividere motivazioni e finalità di chi ha proposto le mozioni”, aderendo all’invito di segnalare al Governo “l’importanza di sostenere questi istituti di credito, portatori di valori che caratterizzano non solo il sistema Fvg ma l’intero sistema Italia”.

«La presa di coscienza unitaria sul tema del credito cooperativo è stato un atto di responsabilità e serietà per valutare e sollecitare un intervento anche da parte della conferenza delle Regioni nei confronti del Governo perché si recepiscano le novità utili al credito cooperativo» ha poi commentato Moretti.

Per una mozione approvata, ce n’è anche una respinta: si tratta di quella presentata dai consiglieri del Patto per l’Autonomia alle cui firme si sono successivamente aggiunte quelle dei consiglieri del MoVimento 5 Stelle. Stessa sorte, ha riguardato un ordine del giorno di Cristian Sergo che, affiancato dagli altri esponenti pentastellati, chiedeva di valutare una revisione dei canoni di concessione per l’utilizzo di tutte le acque superficiali e sotterranee.

Il provvedimento autonomista mirava a impegnare la Giunta regionale “a rivedere i canoni di concessione per la coltivazione dei giacimenti, introducendo anche un canone relativo ai litri di acqua emunti, modificando contestualmente l’attuale regime di riduzione dell’importo del canone annuo posticipato riferito ai litri imbottigliati e prevedendo parametri maggiormente restrittivi rispetto agli attuali in grado di incentivare realtà produttive virtuose”.

Inoltre, puntava anche “a diffondere le case dell’acqua in tutti i Comuni della Regione, nelle scuole e negli uffici pubblici”, nonché “a destinare i proventi derivanti dall’aumento dei canoni per realizzare opere di ammodernamento della rete di distribuzione dell’acqua potabile, contrastando le criticità derivanti dalla carenza idrica, dando priorità agli interventi sui territori contermini allo stabilimento, nonché per la realizzazione di campagne per un uso corretto e sostenibile della risorsa”.

“Il tema specifico – ha spiegato Moretuzzo – è stato oggetto di attenzione anche nell’ambito di inchieste condotte in altre Regioni, riguardo i canoni pagati dalle società che emungono e imbottigliano l’acqua per poi rivenderla in bottiglia. Gli importi sono davvero irrisori, giacché i canoni ammontano a 1,9 euro ogni mille litri di acqua imbottigliata e possono essere persino soggetti a riduzioni in zone di svantaggio socioeconomico, a seconda delle percentuali di imbottigliamento nel vetro o di vuoto a rendere con possibili riduzioni fino al 70% del canone originario”.

“In Fvg – ha aggiunto l’esponente autonomista – molti dati non sono stati resi pubblici, perché la Regione ha accolto l’opposizione di Mineracqua (la Federazione italiana delle Industrie delle Acqua minerali naturali, di sorgente e delle Bevande analcooliche), secondo cui la loro divulgazione potrebbe pregiudicare gli interessi economici e commerciali delle aziende”.

Sulla stessa linea hanno fatto seguito gli interventi dem di Nicola Conficoni e del capogruppo Diego Moretti: il primo ha allargato il discorso anche ai recenti problemi di emergenza idrica e alla questione dei pozzi artesiani, mentre il secondo ha ribadito la piena condivisione sui contenuti della mozione, auspicando pragmatismo operativo.

Sergo, dal canto suo, ha evidenziato che “alla fine, in regione rimangono meno di 100mila euro all’anno: una cifra ridicola”, rimarcando anche una carenza di case dell’acqua. Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) si è invece concentrato su “un patrimonio idrico che va tutelato in quanto è una delle caratteristiche della biodiversità regionale. Prezioso sarebbe un ciclo integrato dell’acqua su tutto il territorio con standard uguali per tutti i cittadini”.

In sede di replica, l’assessore regionale a Difesa dell’ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile, Fabio Scoccimarro ha chiarito alcuni dettagli, anche alla luce di alcune premesse normative vincolati. “Non siamo statici – ha assicurato – ma dobbiamo seguire comunque direttive nazionali stabilite ogni 10 anni dalla Conferenza Stato-Regioni e attualmente in fase di revisione. In Fvg l’andamento dell’imbottigliato dal 2012 al 2021 ha subito un calo decennale dell’11%, passando da 260,3 milioni di litri a 230,9 milioni. Inoltre, sono attualmente vigenti solo 6 concessioni, quattro delle quali in produzione”.

“La direzione Ambiente, per mia volontà, ha aperto un tavolo nel 2019 per la riduzione dell’uso della plastica – ha ricordato ancora il rappresentante dell’Esecutivo – ed è emersa la difficoltà nello spostare la produzione su vetro o lattine a causa di costi non sostenibili. Sono in corso valutazioni finalizzate alla modifica del sistema dei canoni vigenti per incentivare un uso sempre più responsabile della risorsa minerale, evitando gli sprechi tra emunto e imbottigliato. Quindi, non si ritiene che esistano in questo momento le condizioni per rivedere i canoni al rialzo”.

Prima del voto, Moretuzzo ha infine manifestato tutta la sua perplessità: “Non possiamo certamente dire che l’aumento dei canoni pregiudica lo sviluppo aziendale ed è, anzi, ridicolo incassare solo 100mila euro a fronte di fatturati che cubano centinaia di milioni”. Anche dopo il voto, Moretuzzo si è espresso, parlando in questi termini: “Ancora una volta l’amministrazione Fedriga dimostra la sua sudditanza rispetto ai poteri economici, grandi o piccoli che siano”.
[c.s.]

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