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sabato, 19 Aprile 2025

Il Giardino dei Dialoghi allo Iacusama di Udine: “un luogo in cui condividere esperienze gratificanti e situazioni difficili per potersi migliorare”

17.10.2022 – 15.17 – “Il Giardino dei Dialoghi”, preziose fotografie di spaccati di realtà che possono diventare un tramite per aiutare il nostro domani. L’obiettivo è quello di invitare donne e uomini, secondo le proprie esperienze professionali, a raccontare e a raccontarsi con il fine di insegnare anche alle altre persone una visione, ad essere visionari nella vita, affinché l’esperienza di ognuno ed il potersi incontrare porti a qualcosa di concreto attraverso l’intersecarsi di più tematiche.
Il tema del sesto incontro “Bellezza e creatività”, inteso nella più ampia accezione del suo significato, in questo caso, ha portato alla luce l’esperienza di lavoro di un gruppo di donne che attraverso la loro tenacia, forza ed estrema competenza si sono sapute affermare a livello professionale: l’hair-stylist Samanta Jacumin, Vania Gransinigh, responsabile del museo d’arte moderna e contemporanea di Casa Cavazzini, Silvia Pedron, architetto dello studio Oxsimoro Architetti, Alice Morgante e Lucrezia Quoco di Ohana, centro professionisti nascita e famiglia.

Un momento della serata

Un Giardino dei Dialoghi che sa guardare al futuro, ascoltando e offrendo l’intuizione dei talenti capaci di individuare e di proporre percorsi originali e nuove prospettive professionali.” È stato il preludio di Nicoletta Ermacora, seguito dai ringraziamenti alle Istituzioni e agli ospiti della serata, nel presentare il l’evento nella suggestiva cornice dello spazio Iacusama di Samanta Jacumin di via Mentana 10 a Udine, progettato dall’architetto Silvia Pedron. Il progetto è stato immediatamente accolto dalla Commissione regionale per le Pari opportunità, da numerosi sponsor privati e patrocinato dal Comune di Udine. Lorenza Ioan, Commissaria e Consigliera comunale delegata alle Pari Opportunità di Udine, vorrebbe che questa prima esperienza nel capoluogo friulano potesse avere una continuità nel tempo, perché vede in essa un format vincente con peculiarità proprie del modus operandi della Commissione a cominciare: dal dialogo; dalla possibilità concreta di mettere in contatto la gente comune con le proprie professionalità con persone che vogliono ascoltare questi temi e le Istituzioni; dal fatto che non si limiti solo ad esperienze femminili ma che includa anche la componente maschile.

All’evento, moderato dalla giornalista del Messaggero Veneto Laura Pigani, erano presenti anche l’assessore alla Cultura di Udine Fabrizio Cigolot e la vicepresidente regionale della Commissione regionale per le Pari opportunità l’Avv. Rosi Toffano. L’idea di Nicoletta Ermacora condivisa e portata avanti assieme ad Amelia Candoni (Fattoria Gortani), Giorgia Paschini, Alice Morgante e Lucrezia Quoco, Paola Gottardo (Hydrogea spa), è supportata a livello operativo da Erika D’Agostini e Maurizio Zilli come direttore artistico.

Dusy Marcolin, presidente della Commissione regionale per le Pari opportunità: “In questo sesto appuntamento approdiamo nel bellissimo capoluogo di Udine dopo aver ascoltato figure imprenditoriali femminili e maschili di altri cinque Comuni del territorio regionale. È un progetto di grandissimo valore perché, grazie a Nicoletta Ermacora e al gruppo di donne che ci hanno coinvolto, possiamo ascoltare e raccogliere preziosi dettagli da una serie di persone molto impegnate nel lavoro, nella famiglia e nel raggiungimento di importanti obiettivi professionali, che molto spesso però devono fare i conti con il tempo. Tempo da dedicare alla famiglia e ai figli, piuttosto che ai genitori anche anziani. Abbiamo così potuto capire quanto sia stato difficile il percorso di tante donne, fatto di sacrifici e rinunce ma anche di impagabili soddisfazioni”.

Presente anche Anna Cragnolini presidente delle Commissione delle Pari Opportunità di Udine: “Stiamo parlando di un argomento importantissimo, e come Commissione stiamo lavorando tantissimo anche con le scuole perché il percorso della parità di genere è un percorso che va iniziato da subito. Ci tengo anche a sottolineare che è importantissimo parlare della capacità imprenditoriale femminile e delle grandissime opportunità che possono avere nel mercato del lavoro, perché collego questo tema al tema della violenza. Il fatto di parlare di opportunità per le donne di poter avere una propria professionalità, un proprio impiego, una propria economia, uno stipendio ed un lavoro che soddisfa è un prerequisito assolutamente necessario per evitare di incorre in situazioni di violenza e di subordinazione in ambito familiare. Insieme al Centro violenza di Udine, con cui discutiamo spesso di questi temi, ci accorgiamo di come la dipendenza economica porti poi a delle situazioni di disagio.”

Hair-stylist Iacusama di Udine di Samanta Jacumin. Progetto dell’architetto Silvia Pedron

Il Giardino dei dialoghi, Bellezza e Creatività: Le ospiti

Samantha Jacumin, padrona di casa dell’evento, hair stylist da più di trent’anni con un importante bagaglio di esperienze alle spalle, prima come socia di Malisano, poi all’estero nei saloni di Aldo Coppola, è tornata a Udine per aprire da sola un salone che supera di gran lunga il tradizionale concetto di parrucchiere. Samanta, rispetto al Giardino dei Dialoghi, pensa che sia “assolutamente appropriato, al giorno d’oggi, creare uno spazio, dove poter condividere esperienze belle e situazioni difficili, un luogo per unirsi e poter far andare meglio le cose, perché da tempo cercavo un sistema, un modo per potersi aiutare a vicenda”. Considera la creatività come qualcosa di innato e questo le ha permesso fin da subito di sapere a cosa volesse dedicarsi. Una vocazione che a distanza di trent’anni le permette di mantenere viva la grande passione per il suo lavoro. Per quanto riguarda le criticità sta riscontrando, nella ricerca del personale, sia una carenza nella formazione da parte degli istituti professionali, sia un modo sbagliato dei giovani nell’avvicinarsi al mondo del lavoro. “Per quanto concerne la mia professione e la mia esperienza, nelle scuole professionali l’approccio al lavoro non viene insegnato nel modo giusto. Spesso mi sono arrivati dei giovani convinti di saper fare già tutto, convinti che con i capelli si possa fare qualsiasi cosa, totalmente ignari della conoscenza della materia prima con cui stanno trattando. Il fatto che in una scuola per parrucchieri ed estetisti, non venga insegnata un’etica basata sul rispetto di determinate regole per evitare di fare danni lo trovo molto grave, perché non è una professione in cui ci si possa inventare. Secondo me nel mondo scolastico c’è un po’ di arretratezza sia nelle tecniche che vengono usate, sia nell’orientare i giovani a come presentarsi in un luogo di lavoro in modo corretto”.

Vania Gransinigh, responsabile museo d’arte moderna e contemporanea di Casa Cavazzini, la cui delicata posizione richiede competenze scientifiche, organizzative e mirate rispetto agli obiettivi che si vogliono raggiungere in un contesto museale, si occupa del patrimonio storico artistico conservandolo, promuovendolo e valorizzandolo. “Il mio lavoro va dalla scheda di catalogo, alla programmazione del museo, un’attività che implica la responsabilità di portare avanti iniziative che siano coerenti con la missione e la visione di Casa Cavazzini.” Si definisce fortunata di essere attorniata per otto ore al giorno da cose splendide che rappresentano la storia di una comunità e della sua identità. Essendo responsabile di un museo di arte moderna e contemporanea, si occupa anche di creatività contemporanea attraverso il costante contatto con artisti, performer, associazioni che si occupano di cultura, ed imprese culturali e creative con le quali ha definito una rete di rapporti territoriali. “In questo momento come Pubblica Amministrazione ci sentiamo di affrontare il tema della ricerca di sinergie, cercando di confrontarci per far uscire fuori il meglio di questa creatività e provare a lanciare delle idee alle imprese, che lavorano sul territorio, per vedere se si può andare oltre quello che è stato sperimentato fino a questo momento. Un altro tema sul quale ci stiamo interrogando, determinato dalla grande rivoluzione introdotta dal digitale, è sia su cosa significhi veramente digitalizzazione nell’ambito di un sistema museale, sia su quali possano essere le reali possibilità per avvicinare il pubblico e comunicare più a fondo con esso, diventando più inclusivi per rendere più accessibile il nostro patrimonio.”

Silvia Pedron, anch’essa con un’esperienza professionale quasi trentennale come architetto, la quale giovanissima ha fondato insieme a Nicola Nanut lo studio di Architettura Oxsimoro, collabora altresì in alcuni progetti con lo Studio Sello sotto il nome di SOA.
Silvia da un punto di vista delle pari opportunità sicuramente è quella che si scontra maggiormente, perché a tutt’oggi la professione dell’architetto è considerata prettamente maschile, mentre alla donna viene tacciato il ruolo di Interior Design. Un preconcetto che all’alba del 2022 fa realmente sorridere. Silvia definisce la bellezza in architettura come “un luogo dove tutti stanno bene e qualcuno non sa nemmeno perché”, quindi mi piacerebbe fare solo cose bellissime e poter dare sfogo alla creatività. Tuttavia, per conciliare il mio lavoro, devo scontrarmi quotidianamente con delle norme che sono la morte assoluta della creatività, con delle limitazioni che sono veramente poco lungimiranti, le quali più che portare ad un concetto di sviluppo tendono ad imbalsamare la progettazione architettonica e la salvaguardia del patrimonio”. Anche Silvia, come Samanta, ha evidenziato la sempre più marcata mancanza di preparazione sia da parte delle persone che vorrebbero lavorare nel suo studio, sia da parte delle Amministrazioni e della Soprintendenza ed in ultimo, ma non meno importante, dei clienti. Un altro tema sollevato che genera molta confusione e pertanto di ostacolo all’esercizio di un architetto è quello del suo ruolo. “L’architetto, non ha niente a che fare con l’edilizia, – evidenzia Silvia – che è una cosa che possono fare tante altre professionalità competenti. L’impresa non ha bisogno di un architetto, fare l’architetto è un’altra cosa. Noi veniamo da una confusione assoluta per quello che riguarda l’ordine degli architetti perché a fare questo mestiere ci sono geometri, architetti junior, architetti normali, ingegneri mentre tutte queste figure in teoria dovrebbero avere un loro ruolo e un loro limite che, purtroppo, non è mai stato rispettato.”

Alice Morgante e Lucrezia Quoco di Ohana, durante il peridio del Covid hanno pensato di aprire una società, fondata poi nel marzo 2021, che si occupasse a 360° sia da un punto di vista fisico, sia da un punto divista di benessere mentale di tutto ciò che ha a che vedere con il periodo prenatale, la nascita, il bambino e la famiglia. È una vera e propria azienda composta da 25 professionisti. “L’idea è nata da un’esigenza – racconta Alice Morgante -, che abbiamo vissuto noi in prima persona come mamme e come professioniste, ossia quella di trovare un luogo che fosse un punto di riferimento per le famiglie e per le future famiglie, in cui fosse possibile trovare tutto il supporto e le informazioni in merito.  Per quanto riguarda bellezza, tema della serata, abbiamo probabilmente un’idea di bellezza che è un po’ diversa da quella che ci è stata presentata fino adesso, perché per noi è un qualcosa di interiore e mi ricollego alla gravidanza, alla vita che nasce o all’idea di una vita che può nascere. Se invece questo concetto lo vogliamo portare sul piano esteriore, ed è un punto sul quale nel nostro centro ci troviamo a lavorare molto, riguarda il fisico della donna post-parto che è necessariamente un fisico diverso perché ha fatto un lavoro incredibile per dare alla luce una vita.  Quindi noi promuoviamo la bellezza intesa come benessere generale fisico e soprattutto mentale della donna. Ognuno dei nostri professionisti lavora su competenze ben specifiche per seguire al meglio le famiglie dal concepimento ai primi anni di vita del bambino. Abbiamo una parte che si occupa delle consulenze individuali, con diverse figure, tra le quali ad esempio l’ostetrica, la psicologa, la psicoterapeuta, la nutrizionista; una parte che invece si dedica a corsi come, ad esempio, quelli di accompagnamento alla nascita, al dopo nascita, e alle diverse attività per bambini, tra cui la psicomotricità. “

Hair-stylist Iacusama di Udine di Samanta Jacumin. Progetto dell’architetto Silvia Pedron

Organizzazione e format

Avere un “visione”, vuol dire rendere concreta un’idea, che porta in seno i germi del cambiamento, attraverso un modello ideale che sia in grado di raggiungere un obiettivo, altrimenti, la stessa, per quanto ammirabile, rimane sospesa nella sfera del sogno perdendosi come pulviscolo nell’aria. Il format è stato sostanzialmente pianificato e volutamente proiettato affinché il dialogo prosegua nel corso della serata anche alla fine del confronto, attraverso l’integrazione di un percorso musicale, con una vera e propria direzione artistica curata da Maurizio Zilli, cultore e ricercatore di musica, capace di sorprendere e di coniugare e mixare jazz, elettronica e ritmi balearici e di catalizzare musicisti di grande calibro e giovani talentuosi del Friuli Venezia Giulia. Per chiudere il cerchio e di fondamentale importanza è l’aspetto culturale legato alla semantica del cibo, pensato al fine di valorizzare tradizioni ed eccellenze territoriali, e curato in particolar modo dall’Angolo del Gusto di Marco Gallina. Una realtà riconosciuta a livello regionale sia per l’alta professionalità e la ricerca dei prodotti, sia per la grande capacità di coniugare tradizione e innovazione attraverso una raffinata scelta di abbinamenti tra piatti e percorsi progettati ad hoc e degustazione dei vini.

[l.f]

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