05.08.2022 – 18.30 | “Una signora di Trieste -M. D. le iniziali- ha chiesto aiuto per poter ottenere la terapia antidolore a favore della madre con il braccio fratturato.”. Si apre così la denuncia, arrivata da parte del Gruppo Misto, di una vicenda in cui non è stata garantita la continuità assistenziale a un’anziana ospite di una Rsa di Trieste. Il racconto della vicenda viene lasciato direttamente alla famiglia della donna: “Questa è la testimonianza della figlia – si legge – “Mia madre è in casa di riposo a Trieste, una settimana fa è caduta dall’alto è si è fratturata il braccio, vista l’età e le patologie che ha e poi perché è magrissima è meglio non operare, quindi riportata in struttura con tutore per un mese, in struttura appena un paio di giorni dopo mi hanno detto che dovevamo prendere tachipirina 1000 e la ricetta me l’aveva fatta la mia dottoressa, sono giorni che cerchiamo di contattare la dottoressa di mia madre, ho mandato email ma non ha risposto, il telefono ha la segreteria telefonica e dice che ora è piena. Il problema è che solo la tachipirina non basta, la mamma ha dolori e in PS hanno detto che ci vorrebbe anche Tachidol, ma se non abbiamo la terapia scritta in casa di riposo non la somministrano, non sappiamo come fare per non far soffrire di dolore la mamma”. È deplorevole – commentano gli esponenti del Gruppo Misto – che una persona, tanto più se anziana e fragile, abbia dovuto subire pesanti e prolungate sofferenze, facilmente evitabili, per cui è stata fatta un’interrogazione alla Giunta regionale per conoscere quali azioni intende intraprendere per garantire un’efficace e fattiva continuità assistenziale alle persone ospitate nelle strutture residenziali per anziani. La signora – concludono – è venuta a mancare il successivo 31 luglio.”.
[c.s.]