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Crisi del gas: in arrivo una razionalizzazione dei consumi. L’UE discute anche sul tetto del prezzo

27.07.2022 – 07:40 – Tempi duri per l’Europa, non solo per la crisi politica più o meno accentuata che diversi Paesi stanno attraversando, Italia in testa. Il colosso russo Gazprom ha annunciato un ulteriore taglio del flusso di gas diretto al continente che transita attraverso Nord Stream 1, da poco riaperto dopo le procedure di manutenzione delle scorse settimane. Una decurtazione del 20% che, come prevedibile, ha causato un immediato innalzamento del prezzo (186 euro al MWh per il gas naturale sulla piazza di Amsterdam). La giustificazione sarebbe il malfunzionamento di un motore a turbina a gas Siemens presso la stazione di compressione di Portovaya necessaria al suo funzionamento. Com’è noto, anche il Friuli ospita uno snodo cruciale nell’approvvigionamento italiano di gas proveniente dalla Russia, ma nel nostro caso il Nord Stream 1 non c’entra. Il gasdotto che, passando da Slovacchia e Austria, raggiunge Tarvisio è infatti il Trans Austria Gas Pipeline (TAG), un condotto a partenza e decorso più meridionali.

Alla notizia dei tagli di Gazprom ha fatto eco l’approvazione del piano d’emergenza dell’Unione Europea sul gas avvenuta ieri mattina in Consiglio Affari Energia a maggioranza qualificata. Contraria la sola Ungheria, la cui opposizione non ha impedito l’esito positivo dell’accordo. Il piano che la Commissione europea aveva presentato la settimana scorsa ha subito qualche modifica rispetto all’assetto iniziale ma l’obiettivo rimane immutato: prevenire un eventuale taglio totale delle forniture di gas dalla Russia. Gli Stati membri hanno concordato una riduzione della domanda di gas del 15% rispetto al consumo medio degli ultimi cinque anni. Per raggiungere l’obiettivo c’è tempo fino a fine marzo 2023; quanto alle modalità esecutive, sono delegate all’iniziativa dei singoli stati membri.

Stando alle dichiarazioni del Ministro per la Transizione Ecologica, Roberto Cingolani, l’Italia è al momento in una posizione di relativa tranquillità, visto che il riempimento degli stock di gas ha superato il 70% ed è in aumento. “Entro l’inizio dell’inverno” ha spiegato il Ministro “saremo quasi indipendenti dalle forniture russe ed entro l’anno prossimo la situazione sarà piuttosto sicura, senza grandi dipendenze dalla Russia. Anzi, senza alcuna dipendenza dalla Russia“. L’Italia, nelle attuali condizioni, dovrebbe essere in grado di raggiungere un risparmio vicino al 7% rispetto alla media ponderata annuale degli ultimi cinque anni. “Quando abbiamo fatto il piano di differenziazione del gas spostando i 30 miliardi di metri cubi russi su altri fornitori abbiamo già previsto un risparmio che è uguale o superiore a questo numero. Le nostre azioni sono già compatibili con questo piano, per cui ci riteniamo soddisfatti”.

Si dice fiduciosa anche la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, secondo cui l’accordo raggiunto costituisce un passo decisivo per affrontare la minaccia di un’interruzione totale del gas ma anche verso l’unità continentale. “Grazie alla decisione odierna, l’Europa è pronta ad affrontare la sua sicurezza energetica, come Unione” ha commentato von der Leyen. Oltre a prevenire dei crolli improvvisi dell’offerta di gas, la Commissione sta lavorando anche per rendere il prezzo della materia più stabile. Una delle soluzioni percorribili è il “price cap”, un tetto del prezzo.

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