09.07.2022 – 07.30 – Sopra la media i risultati raggiunti dagli studenti delle scuole del Friuli Venezia Giulia che si sono sottoposti al test Invalsi a maggio 2022. Le prove hanno misurato le conoscenze di base in tre materie fondamentali: italiano, matematica e inglese.
Nell’Aula Magna del rettorato della Sapienza a Roma, alla presenza della rettrice dell’università ospitante e del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e di molti altri colleghe e colleghi, è stato presentato dal presidente dell’Invalsi, Roberto Ricci, il rapporto sulle prove Invalsi di italiano, matematica e inglese, sostenute da allieve e allievi della scuola primaria, della scuola secondaria di I grado e II grado nel 2022. Un primo dato molto positivo riguarda la partecipazione alle prove che ovunque nel Paese ha superato il 90% ed in alcuni casi ha toccato il 98%, segno di come questa rilevazione sia stata accolta con maggior entusiasmo da insegnanti, studenti e famiglie rispetto agli anni precedenti.
La finalità delle prove invalsi è quello di mettere a disposizione del sistema le informazioni necessarie che permettano di adeguare le politiche scolastiche di chi governa e di chi guida ciascuna scuola al superamento delle non poche diseguaglianze ancora, in alcuni casi, fortemente presenti.
Complessivamente si evidenzia anche uno stop dell’effetto negativo della pandemia Covid, anche con il ritorno della didattica in presenza, seppur in fasi alterne e differenti per ogni singola classe che ha dovuto fare i conti con i contagi di studenti e insegnati e relative fasi di isolamento degli alunni. Si evidenzia quindi come la didattica a distanza sia uno strumento utile in caso di emergenza ma non certamente sostitutivo della scuola e delle lezioni fatte in classe.
Un secondo dato confortante è che il calo degli apprendimenti registrato nel 2021 sembra essersi arrestato nell’anno scolastico che si è appena concluso, anche se non in tutti i territori e non in tutte le discipline valutate dalle prove.
In generale, il quadro degli apprendimenti restituito dall’analisi delle prove Invalsi 2022 ci mostra un Paese a diverse velocità.
Il test nelle scuole primarie è stato somministrato alle classi seconde (solo italiano e matematica) e alle classi quinte. Generalmente la primaria tiene le posizioni raggiunte nel passato, ma si osserva con preoccupazione una flessione per quanto riguarda la matematica. Conforta constatare invece un costante miglioramento alle prove di inglese.
Per quanto riguarda i dati specifici del Friuli Venezia Giulia, nelle classi seconde la conoscenza dell’italiano si colloca al 70%; simile il risultato per la matematica. Nelle classi quinte si arriva all’80% per italiano e matematica, mentre per l’inglese la lettura supera il 95% e l’ascolto è all’85%.
Nelle secondarie di primo grado il test è stato fatto dagli studenti di terza. L’analisi delle prove della scuola secondaria mette in luce differenze territoriali e tra gli indirizzi di studio tali da suscitare notevole preoccupazione. Per quanto concerne la scuola secondaria di primo grado, i risultati alle prove di italiano raggiungono mediamente almeno il livello 3 (sui 5 considerati) in tutte le regioni, mentre quelli alle prove di matematica mostrano una maggiore variabilità.
Nel Friuli Venezia Giulia il punteggio medio per l’italiano supera di 200 punti e fa raggiungere agli studenti il terzo livello, perfettamente in linea con il resto del Paese. In matematica e in inglese i risultati sono migliori, in inglese il reading più del listening.
Passando a considerare il secondo grado della scuola secondaria, gli studenti raggiungono mediamente il livello 3 delle prove di italiano, anche se con differenze importanti tra le regioni italiane, mentre per le prove di matematica, gli studenti raggiungono mediamente il livello 3, fatta eccezione per alcune regioni del Mezzogiorno dove l’esito medio si ferma al livello2. Nelle scuole superiori del FVG la media è evidentemente più alta rispetto al resto dell’Italia e la regione si colloca nel gruppo 1. Ottimi risultati anche per gli allievi fragili che si collocano ben oltre media nazionale in tutte le materie.
A livello nazionale, oltre alle differenze territoriali, si osservano anche differenze negli apprendimenti che riflettono il diverso background socio-economico delle famiglie di provenienza, indicizzato dal grado di istruzione dei genitori, effetto noto agli studiosi dei sistemi scolastici.
Un possibile intervento per ridurre tale effetto dovrebbe interessare la riorganizzazione della formazione delle classi.
Il presidente dell’Invalsi ha tenuto a sottolineare che i dati non sono la soluzione dei problemi, ma devono servire a fornire strumenti per intercettare e modificare i fattori che possono aver generato le differenze osservate.
Bisognerà attendere i mesi futuri per capire quali saranno le azioni che verranno messe in campo per ridurre le differenze osservate.
di Giada Lupieri