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sabato, 19 Aprile 2025

Pandemia in FVG: lo stato d’animo dei cittadini

04.07.2022 – 08.00 – Come si sentono i cittadini del Friuli Venezia Giulia dopo due anni di pandemia? Il 31,27% dichiara di essere in condizioni “molto buone”, il restante 44,71% semplicemente “buone”. È il risultato report “Salute, stili di vita e benessere. L’impatto della pandemia da Covid-19 in Friuli Venezia Giulia”: alla base dello studio un questionario, al quale sono state sottoposte 841 persone, di cui 611 femmine (72,65%), e 230 maschi (27,35%). Lo studio è stato promosso dalla Commissione regionale per le pari opportunità tra uomo e donna. Hanno preso parte alla presentazione della ricerca il presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, la presidente della Commissione, Dusy Marcolin, numerosi docenti ed esperti oltre al vicegovernatore, Riccardo Riccardi. “La comunità del Friuli Venezia Giulia ha risposto in maniera collettiva alla pandemia – ha dichiarato Riccardi – sviluppando resilienza, mostrando tenuta e rivelandosi forte: durante questi due difficili anni si è sviluppata naturalmente una vera e propria alleanza della società, stretta in particolare attorno al sistema sanitario della nostra Regione, quello più messo alla prova”.

Per quanto riguarda le visite e interventi non sono stati lamentati particolari problemi, anzi: il 63,5% ha risposto di non essersi trovato nella spiacevole situazione di dover riprogrammare visite mediche. Per quanto riguarda il rapporto col medico di base, il 49,35% dei partecipanti al questionario ha dichiarato di non aver avuto bisogno di rassicurazioni o di essere seguiti dal proprio medico (il 31,39% ha messo in luce come questa figura sia stata un punto di riferimento, seppure a distanza, anche nel periodo più difficile della pandemia). I risultati ottenuti hanno mostrato come i livelli di stress siano stati molto diversi tra uomini e donne, con una maggiore propensione di queste ultime a manifestare stati di ansia e malessere generale: 50,34% delle donne contro il 37,44% degli uomini. I periodi di lockdown hanno però inciso su entrambi i generi andando a modificare in particolare l’attività fisica (65,76%), gli hobbies (43,52%) e il regime alimentare (35,2%). Le donne (50,85%) hanno manifestato una capacità di resilienza maggiore rispetto agli uomini (42,92%). “Il tema – ha concluso il vicegovernatore – non solo è di grande attualità oggi: lo sarà anche in futuro perché gli effetti del Covid sulle nostre esistenze e sulla società li potremo valutare e cogliere appieno nel medio e lungo periodo. Sappiamo che pandemia non è finita anche se, fortunatamente, in questo momento l’infezione non crea pressione sugli ospedali”.

[mb.b]

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