28.06.2022 – 09.00 – Originario di Forgaria del Friuli, Giuseppe Jogna è stato il pioniere delle lauree a orientamento professionali istituite con il Decreto ministeriale n.446 del 2020, e figura portante in ruoli di rappresentanza all’interno dei periti industriali e dei periti industriali laureati. Per questo motivo, l’impegno e le capacità dimostrate in oltre 50 anni di attività, e le opere realizzate, ieri l’Università di Udine gli ha conferito il massimo riconoscimento accademico investendolo della laurea magistralis honoris causa in Ingegneria gestionale, proposta dal Dipartimento politecnico di ingegneria e architettura. Un’intensa cerimonia che si è svolta nelle aule di via Tomadini aperta dal prorettore vicario, Angelo Montanari, che ha presentato i saluti del rettore Roberto Pinton “a un portatore dei valori fondamentali del Friuli”. La cerimonia ha visto gli interventi iniziali del prorettore, Angelo Montanari, che ha portato anche i saluti del rettore, Roberto Pinton; del direttore del Dipartimento, Alessandro Gasparetto, e del presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei periti industriali, Giovanni Esposito. Al termine è intervenuto anche il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Pietro Mauro Zanin.
«Giuseppe Jogna – ha detto nel suo messaggio il rettore Roberto Pinton –, è la quintessenza del portatore di valori fondamentali della sua terra natia, il Friuli, quali la passione per il lavoro, lo sviluppo delle competenze e la promozione sociale. È un modello lungimirante per la sua azione a sostegno di un’educazione come forma di progresso civile di un territorio. Rappresenta un caso esemplare di impegno professionale e di rappresentanza istituzionale da presentare con orgoglio ai nostri studenti. In particolare – ha sottolineato Pinton –, per il rilevante contribuito dato all’istituzione delle lauree a orientamento professionale, assicurando una fruttuosa interazione tra il Ministero dell’università e della ricerca, il Consiglio nazionale della categoria e la Conferenza dei rettori».
Jogna, nella sua lezione magistrale, intitolata “Si apre una porta per il futuro dei tecnici”, ha innanzitutto incitato i giovani a studiare. Ha spronato i giovani «che oggi hanno tante opportunità», a «non trascurare la possibilità di appagare le proprie curiosità e formarsi al meglio, secondo le proprie inclinazioni». E, facendo riferimento all’Università di Udine, ha ricordato come «anche i ragazzi del mio paese, ora, possono disporre di una prestigiosa università, a portata di mano, fortemente voluta dal popolo friulano, con l’avallo della spinta per la rinascita a seguito del terremoto, che in poco più di quarant’anni ha raggiunto uno sviluppo e un prestigio ampiamente riconosciuti».
«I veri riformisti si distinguono fra chi pensa al futuro e chi solo al presente». Questo il principio che ha guidato Jogna durante tutta la sua vita, in particolare durante il percorso di rappresentanza istituzionale della categoria. Soprattutto nella sua battaglia più rivoluzionaria, la nascita delle lauree professionalizzanti. Un successo che, ha sottolineato, «ha potuto contare sulla prorompente azione dell’allora segretario generale della Crui (ndr. Alberto Felice De Toni), organismo che riunisce i rettori d’Italia, che tanto si è speso per questa soluzione: credo di poter affermare che fu il vero promotore». I periti industriali e periti industriali laureati, ha ricordato, «sono profondamente riconoscenti a De Toni, che li ha sempre apprezzati e onorati della sua amicizia».
Dedicata a “La tempra di un uomo progettista e costruttore del futuro”, la laudatio è stata pronunciata da Alberto Felice De Toni. Jogna, ha raccontato il laudatore, «ha speso una vita con e per i periti industriali. Una vita iniziata in un Friuli devastato dalla guerra, in una famiglia popolare con il padre emigrato all’estero per sostenere la famiglia, con il sogno di studiare “impegnando ogni risorsa” e distinguendosi come migliore studente ogni anno nella scuola serale».
De Toni ha evidenziato la capacità del neo laureato honoris causa di «guardare lontano, di leggere il contesto, di essere paziente e al tempo stesso determinato, come quelli che sono stati educati a non mollare mai». Jogna, secondo De Toni, «è stato capace di vedere e aprire molte porte del futuro dei tecnici, guidando cambiamenti impetuosi, con ottimismo nei momenti più bui e un’ostinata caparbietà in quelli più difficili, nella convinzione, come scrive nei sui libri, che “il momento più buio della notte è quello che precede l’alba”».
Alla cerimonia ha preso la parola anche il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei periti industriali, Giovanni Esposito. «Giuseppe è stato soprattutto uno dei pionieri, quando forse nessuno di noi ancora poteva immaginarselo, del principio secondo il quale il professionista tecnico, quindi il perito industriale, doveva essere laureato – ha spiegato Esposito –. L’ennesima battaglia per la categoria forte di quel principio europeo secondo il quale per esercitare una professione intellettuale era necessario possedere una laurea almeno triennale». Questo conferimento, ha concluso Esposito, «rappresenta il degno riconoscimento di una vita spesa per la categoria dei periti industriali e per il suo prestigio. Caro Giuseppe questa laurea è tua, ma è la laurea di tutti noi periti industriali».
Un riconoscimento e un premio, senz’altro, ma anche una rivincita se pensiamo che questo figlio di emigranti, nato a Forgaria nel Friuli nel 1937, dopo il diploma all’istituto Malignani di Udine dovette rinunciare per legge al sogno universitario in quanto i periti industriali non potevano accedere alle facoltà tecniche dell’Ateneo. Una lacuna normativa – come ha ricordato anche l’ex rettore Alberto Felice De Toni nella sua laudatio che ha preceduto il conferimento della laurea – colmata solo diversi anni dopo, quando però la regola dell’obbligo di frequenza impedì nuovamente a Jogna di frequentare il corso di studi superiori. Messo quel sogno nel cassetto, il tenace friulano si dedicò anima e corpo alla sua professione, diventandone presto un punto di riferimento a livello nazionale: Jogna ha ricoperto per quarant’anni ruoli dirigenziali ma soprattutto ha portato a casa importanti risultati. In ordine cronologico: negli anni del terremoto, la partecipazione delle professioni dell’area tecnica alle leggi per la ricostruzione, poi – da consigliere nazionale del Collegio dei periti industriali – le prime iniziative in tema di sicurezza collettiva, domestica e ambientale, fino all’introduzione del praticantato per i periti. Ma le sue battaglie più grandi furono la sospirata nascita dell’Ente di previdenza dei periti industriali, nel 1997, che lo portò anche a una protesta silenziosa ma eclatante, ovvero la scelta di incatenarsi davanti al Ministero che non voleva apporre la necessaria firma. E, ancor più direttamente connesso alla laurea honoris causa, il suo impegno per arrivare alla legge che prevede l’obbligo della formazione universitaria per l’accesso alla professione di perito industriale. È in particolare il suo lavoro di pioniere delle lauree a orientamento professionale a fargli meritare oggi quel pezzo di carta che ingiustamente gli venne precluso, come hanno ricordato De Toni, il direttore del dipartimento di Ingegneria gestionale, Alessandro Gasparetto, e l’attuale presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei periti industriali, Giovanni Esposito. Era presente, citato a più riprese anche dal neo laureato nella sua lectio magistralis, anche il generale Luigi Federici, già comandante dei Carabinieri.
Alla cerimonia ha partecipato anche Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale, che nel suo saluto ha lodato “la lucidità con cui Jogna ha ripercorso la sua vita”. Il neo dottore, con una punta di emozione, nella sua lectio magistralis aveva ringraziato la famiglia confessando di averla sacrificata a volte rispetto “all’altra famiglia, quella dei periti industriali”. E il massimo rappresentante dell’Assemblea legislativa vede in quelle parole “un segno di quel che rappresenta il lavoro per il popolo friulano, la forza dell’etica della responsabilità. Valori profondi agganciati a uno sguardo più ampio, con particolare attenzione all’Europa e alla legislazione in vigore negli altri Paesi”. Del resto – ha aggiunto Zanin – il lavoro dei periti e dei geometri “rappresenta uno dei tasselli della ricostruzione del Paese dopo la seconda guerra mondiale, nella felice tradizione del tecnico che sa fare, raccontata anche in un bel film dei fratelli Taviani”. “Come presidente del Consiglio regionale, che rappresenta la nostra autonomia e la capacità di autogoverno, valori fondanti della battaglia per l’Università friulana – ha concluso il massimo rappresentante dell’Aula – sono orgoglioso di Jogna che è un esempio per le giovani generazioni, a cui guardare con speranza. Nelle condizioni difficili del Dopoguerra, con risorse scarse e poche possibilità, lui è riuscito a costruirsi un futuro importante, tracciando un solco. Oggi invece molti nostri giovani hanno tutto, ma non c’è la tensione giusta per arrivare ai risultati. E anche questa laurea che viene conferita a Jogna rappresenta un solco con vista sul futuro”.
l.l